Extrema – “The Positive Pressure (of Injustice)” (1995) raccontato da Tommy Massara

Cris Dalla Pellegrina: Batteria
Tommy Massara: Chitarra
Gianluca Perotti: Voce
Mattia Bigi: Bass
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Nel 1995, per alcune cose un periodo d’oro, il nostro secondo album era il disco più atteso del metal italiano di quell’anno. Venivamo dall’incredibile successo di “Tension at the Seams”, uscito due anni prima, che in un certo senso aveva cambiato le regole del gioco rendendo consapevole la scena italiana di potersela giocare ad armi pari con il resto del mondo.

Gli Extrema erano ovunque. Le 10 canzoni furono scritte tra un concerto ed un altro, in quegli anni suonavamo tantissimo dal vivo oppure eravamo in studio a provare e, appunto, scrivere nuove canzoni. Vivevamo solo di quello e per quello. Da tempo  avevamo optato di rimanere un quartetto, quindi la scrittura dei pezzi fu affrontata in maniera diversa, decidemmo di semplificare un po’ tutto e di rendere le song molto più dirette ed aggressive con arrangiamenti semplici ed immediati: le canzoni dovevano mantenere lo stesso impatto sia in studio che su un palco. 

Mi ricordo che iniziammo a provare in zona Novara, dove ai tempi risiedeva Gielle. Le prime canzoni scritte furono “Confusion” e “This Toy” , poi molte delle prove furono fatte a Trento dove invece viveva ancora Cristiano. Altri tentativi di scrittura furono fatti a Brescia a casa di Diego Spagnoli, ai tempi nostro manager. 

A casa sua una sera giocando con la sua videocamera attaccata alla televisione scattammo la famosa foto del “Finger of Power” su un fermo immagine. In origine fu scelta come copertina del disco, che si doveva  intitolare “Cease and Desist”, ed il ditone doveva indicare il potere. Qualcuno disse, non mi ricordo chi,  che era un titolo che invece dava un idea di resa, di sconfitta, quindi non se ne fece nulla. La foto, che mi sembrava una figata, finì comunque nel booklet e la frase fu utilizzata nel testo di “On your feet or On your knees”.

Passavano i mesi, i concerti, i km fatti e nel frattempo l’album prendeva sempre più forma, ma non avevamo un contratto. La Contempo era fallita ed aveva lasciato a tutti noi amarezza e voglia di reagire. Fui contattato dal A&R della Flying Records,  Francesco Diana. Un visionario ed una persona molto attenta a tutto quello che il nostro Paese stava proponendo. Lui scoprì anche gli Articolo 31 ed i 99 Posse e fu il fautore primo del singolo “Mollami”. Francesco era una persona fantastica, innamorato del suo lavoro e molto competente, è mancato a 51 anni, nel 2016, per un tumore al fegato. Grazie a lui ottenemmo il contratto con la Flying Records. Mi mancano molto le nostre chiacchierate.

Con il contratto in mano iniziammo a capire chi dovesse registrare l’album e dove. Erano anni diversi, non esisteva ancora la registrazione digitale come è intesa oggi, gli studi di livello costavano tantissimo e ci si entrava solo se molto preparati, non si poteva perdere tempo. Decidemmo di fare registrare l’album a Marco Dal lago, un amico di Cristiano, che era ai tempi un fonico molto bravo ma non molto conosciuto. Volevamo farlo poi mixare ad Alberto Bonardi, nostro produttore storico, che era cresciuto con noi e che aveva registrato e mixato prima “We Fuckin’ Care” e poi “Tension at the Seams”, oltre ai due demo antecedenti “Tension”. Purtroppo, Alberto non era disponibile perché già su altre produzioni, avremmo dovuto aspettare mesi prima che si liberasse, quindi alla fine Dal lago si occupo sia delle registrazioni che del mix. Diego organizzò un’altra sessione di prove al Filmore, un locale in provincia di Cremona. Il proprietario, Enrico Pighi, era al tempo il nostro agente di booking ed il locale era in quel momento chiuso per alcuni problemi legati a dei permessi, quindi dopo aver allestito il palco come se fosse una sala prove, ci mettemmo a rifinire i pezzi che finalmente avevano una forma ben definita.

Altri concerti e poi finalmente ci muoviamo verso la Toscana dove avremmo registrato il successore di “Tension at the Seams”. Prima di entrare in studio facciamo altri giorni di prove non stop a Livorno nello studio della Strana Officina, la sera prima di lasciare Livorno mi ricordo una cena di buon auspicio con tutti noi più Dario, Rolando Cappanera e molti altri amici livornesi. Il giorno dopo con un hangover indimenticabile ci muoviamo verso lo studio dove inizieranno le registrazioni dell’album.

L’album fu registrato a Firenze all’Arione 10, uno studio con una sala musica molto grande e veramente molto fornito a livello di macchine. Nello stesso periodo i Negrita stavano registrando un album a Firenze all’Ira studio, lo studio di proprietà del management dei Litfiba, con il produttore americano Mike Tacci, che aveva lavorato come aiuto di Bob Rock sul Black Album. Dei due studio L’Ira era assolutamente migliore, ed anche molto più costoso del nostro, ma aveva la pecca di ospitare una sala musica molto piccola, quindi inaspettatamente ci chiesero se volevamo a parità di costo fare uno switch per fare registrare i Negrita all’Arione 10. Quindi ci trovammo a mixare “The positive Pressure” in uno studio che non avremmo potuto permetterci.

L’album esce il 2 Giugno del 1995, il resto è storia.

Tommy Massara
Extrema – “The Positive Pressure (of Injustice)” (Flying Records – 1995)
This Toy
The Positive Pressure (Of Injustice)
Fear
Money Talks
Confusion
Grey
Like Brothers
To Hell
On Your Feet, on Your Kneess
Tell Me

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