Probabilmente il sentimento di intolleranza nei confronti dell’umanità covava da tempo sotto la cenere, la pandemia non ha fatto altro che accelerare la combustione animando la fiamma dell’odio del duo composto da Soul Devourer (Manuel Mazzenga, Nocturnal Degrade, Scent Of Silence, Der Noir) e Antihuman War Machine (Luciano Lamanna, Ephel Duath, Cripple Bastards, Tekno Mobil Squad, Assalti Industriali, Der Noir e Lunar Lodge). Il bolo nero frutto di questa malsana collaborazione è stato raccolto nell’esordio degli Intolerant, “Primal Future”, fuori dal 27 novembre su Time To Kill Records.
Benvenuti ragazzi, le uniche informazioni che ho raccattato su di voi per potermi preparare per l’intervista sono queste: “Chaos Metal band founded in 2020 by Soul Devourer & Antihuman War Machine”. Vi andrebbe di darci qualche altro cenno biografico, anche se effettivamente la band è di giovane fondazione?
E’ da molti anni che suoniamo insieme e collaboriamo in vari progetti, l’approccio è stato istintivo e il risultato devastante. L’attuale situazione sociopolitica ci ha spinti naturalmente a comporre un disco come “Primal Future”.
La vostra definizione di “Chaos Metal”?
“Chaos Metal” è quel muro di suono che ti sovrasta durante l’ascolto. Il Caos è il motore trainante della Vita, la forza della Natura che annichilisce l’essere umano.
Cosa significa oggi essere intolleranti?
Significa essere se stessi: pensare con la propria testa rimanendo imparziali rispetto ai bombardamenti dei media.
Come si esprime l’intolleranza in musica?
Suonando veloci e furiosi, cantando di guerre e premonizioni oscure. La nostra musica e i nostri testi non sono in linea con la morale condivisa. Non siamo certamente i creatori di una nuova corrente musicale, le nostre ispirazioni ed i nostri riferimenti sono chiari. La nostra musica non da speranze, non ha paura, è schietta e parla chiaro, senza fraintendimenti. E’ attitudine pura. Senza la necessità di incontrare persone, interagendo con la società solo per esigenze dovute al lavoro, ci immergiamo in noi stessi. La nostra musica è rivolta a chi non ama il suo prossimo e a chi non ha paura di stare lontano dai propri simili. Il processo di involuzione è ufficialmente cominciato e noi ne siamo consapevoli. Siamo a favore dell’estinzione umana volontaria ottenuta dalla non procreazione . Liberando il pianeta dall’uomo si romperebbe quel meccanismo malato e corrotto una volta per tutte.
Come riuscite a far convivere una certa misantropia con la necessità di far arrivare la vostra musica a quanta più gente possibile?
Non ci interessa arrivare a tutti. Ci interessa essere ascoltati da quei pochi che apprezzano il Caos in musica.
Il disco come è nato, vi siete scambiati dei file oppure, alla vecchia maniera, vi siete ritrovati in sala prove e avete buttato giù i pezzi?
Il disco è stato concepito agli inizi del 2020, tutte le strumentali sono state registrate durante la quarantena. Si è quasi sempre cominciato dai riff di chitarra su cui abbiamo poi arrangiato le batterie. Solo successivamente sono stati aggiunti basso e assoli. Voci, missaggio e mastering sono stati ultimati non appena è stato possibile raggiungere lo studio dato che eravamo tutti agli arresti domiciliari.
“Ode To Virus” come titolo pare fatto apposta per la situazione in cui viviamo: il brano era stato chiamato così prima della pandemia o prende spunto proprio da questa?
“Ode to Virus” è stata scritta durante la pandemia. Siamo a favore di qualsiasi cosa crei danni alla razza umana.
Non traspare ottimismo neanche dal nome del disco, “Primal Future”, come lo immaginate il futuro?
Nessun futuro, nessuna speranza. La nostra specie si è scavata la fossa. Il futuro è un cumulo di cenere e un ritorno alle origini in termini di violenza e istinto di sopravvivenza.
Senza spingerci troppo in là nel tempo, sperando che le cose tornino al più presto alla normalità, porterete il progetto dal vivo o gli Intolerant restano una realtà da studio?
Per adesso ci stiamo concentrando su altro materiale da registrare in studio.
