Interview by Vladimir (metalbite.com), click HERE for the original English version.
Intervista a cura di Vladimir (metalbite.com), clicca QUI per la versione originale in inglese.
Una delle band uniche e “fuori dall’ordinario” del 21° secolo nella scena metal svedese, e del metal in generale, sono senza dubbio i Tribulation da Arvika. Sono conosciuti soprattutto per il loro stile insolito di heavy metal gotico con una accentuata vena progressiva, elementi rock ‘n roll e black metal, oltre che influenze che spaziano dall’horror gotico old school ai film horror italiani di registi cult come Dario Argento. A parte il cambio di genere, dal death metal a quello atttuale, hanno avuto anche vari cambi di formazione nel corso degli anni, di cui il più recente ha interessato il chitarrista Jonathan Hultén che è stato sostituito da Joseph Tholl (VOJD, Tyrann, ex-Enforcer) all’indomani della fine delle registrazione del quinto album “Where Gloom Becomes Sound”. Tuttavia, questo cambio di formazione non ha minimamente influenzato la band in modo negativo, dal momento che ha pubblicato il proprio nuovo EP “Hamartia“ il 7 aprile 2023. Il gruppo ha mantenuto il proprio stile musicale, adottando un approccio più progressivo nella scrittura delle canzoni, ben accolto dai fan. Questa pubblicazione ha evidenti qualità e sicuramente offre spunti importanti per il prossimo album. Ho avuto l’occasione e il piacere di parlare con Joseph Tholl del suo contributo ai Tribulation, così come del suo album solista “Devil’s Drum”, pubblicato nel 2019. Unitevi a me in questo delizioso viaggio notturno che spero davvero possa appassionarvi…
Benvenuto Joseph! Prima di tutto, vorrei augurarti un caloroso benvenuto a nome di MetalBite. Come stai fratello?
Sto bene, grazie. La Svezia è nel suo periodo più buio e freddo, ma è un buon momento per fare musica.
Quest’anno, i Tribulation hanno pubblicato il nuovo EP “Hamartia” e questa è la prima uscita ufficiale della band a cui hai partecipato nonostante ti fossi unito al gruppo nel 2020, poco prima dell’uscita del quinto album “Where Gloom Becomes Sound”. Dal tuo punto di vista, com’è stato lavorare su questo EP? Hai trovato qualche difficoltà durante la realizzazione di “Hamartia”?
Devo dire che è stato un processo molto fluido. È stato fantastico unirsi ad Adam nella scrittura delle canzoni, quasi esattamente dieci anni dopo aver lasciato gli Enforcer. Non ci siamo imposti troppa pressione durante il processo, abbiamo semplicemente lasciato che queste tre canzoni prendessero vita senza preventivare che tipo di direzione volevamo prendere e così via. Volevamo solo fare qualcosa insieme e ci siamo divertiti moltissimo a scrivere e registrare l’EP. Abbiamo registrato la batteria con Linus Björklund, con cui suono anche nei VOJD, nel suo studio, e il resto è stato inciso insieme a Robert Pehrsson agli Humbucker Studio che io e Robert condividiamo.
Personalmente credi che questo EP sia un passo avanti per i Tribulation e una sorta di progressione rispetto a “Where Gloom Becomes Sound”?
Non proprio, a dire il vero. Per me queste canzoni suonano piuttosto classicamente Tribulation, quasi un po’ più raw e in alcuni punti con richiami al vecchio stile. Ma è quello che volevamo fare. Stiamo comunque lavorando al prossimo album adesso, ed è lì che si paleseranno le novità.
L’accoglienza complessiva di “Hamartia” è stata molto positiva e sembra che i fan dei Tribulation ti abbiano accettato volentieri come degno successore di Jonathan Hultén, che è stato il chitarrista della band per 16 anni. La reazione generale dei fan verso il tuo contributo e il risultato di “Hamartia” ti ha incoraggiato o ispirato in qualche modo a lavorare più serenamente sulle future uscite dei Tribulation?
Mi sento ben accolto sia dalla band che dai fan e sono molto fiducioso su come posso contribuire alla creazione di nuova musica. Sono entrato con l’idea di aggiungere un nuovo tocco alle composizioni piuttosto che cercare di imitare ciò che avevano fatto prima. È un bene che ci conosciamo da tempo, non si sentono a disagio nel rifiutare le mie idee se sono troppo lontane, per esempio, e questo mi rende più facile sperimentare, sapendo che loro sanno che sto cercando nuove soluzioni. Ho sempre ammirato i Tribulation per la loro ambizione e creatività progressive, non avrebbe senso contribuire con puntando sulle carte sicure che hanno già giocato.
Ciò che ho trovato piuttosto interessante nel nuovo EP è stata la cover di “Vengeance The Pact” dei Blue Oyster Cult, che a prima vista sembra un compito impossibile per una band come la vostra, ma voi ragazzi ce l’avete fatta con successo e avete creato una versione fantastica che è stilisticamente fedele all’originale, ma contiene anche il trademark distintivo dei Tribulation. Come vi è venuta l’idea di fare una cover di questa canzone e quale è stata la tua reazione quando avete deciso di farla? Inoltre, siete grandi fan dei Blue Oyster Cult?
Johannes voleva fare una cover dei BÖC da molto tempo quindi è stato un suo suggerimento, siamo tutti grandi fan e ci siamo accordati molto presto. Se ascolti il cupo riff principale è facile capire come mai i Tribulation possano fare una cover di quella canzone, ma il resto non è risultato così ovvio quando abbiamo iniziato ad approfondire, ma è stata una grande sfida che ci ha costretto a spingerci un po’ oltre i nostri limiti in modo fantastico.
Come ti sei sentito quando ti sei unito ai Tribulation nel 2020, soprattutto quando ti sei ritrovato con i tuoi vecchi amici con cui suonavi quando i Tribulation iniziarono a suonare thrash metal come Hazard? È stato un po’ strano per te sostituire Hulten?
È stato molto naturale, come hai detto siamo vecchi amici e abbiamo suonato insieme in altre band nel corso degli anni, quindi ci conosciamo molto bene, sia personalmente che musicalmente, ed è lo stesso con Jonathan, non ci sono vibrazioni negative o altro , e non ho problemi a chiedergli aiuto per imparare le canzoni, ecc.
A parte i Tribulation e le altre tue due band, VOJD e Tyrann, ti esibisci anche solista e hai pubblicato il tuo album di debutto “Devil’s Drum” nel 2019. L’esperienza maturata con il tuo album solista ti ha aiutato nei lavori successivi? Compresi quelli a firma Tribulation? C’è stato qualcosa di nuovo che hai imparato o realizzato mentre grazie a “Devil’s Drum”?
Ho imparato molto dalla realizzazione di quell’album. Sono io stato il produttore, anche se avevo il mio amico Robert Pehrsson, che è un fonico di studio professionista, che lavorava al suo album nello stesso posto, così potevo sempre chiedergli consigli. Mi sono dovuto occupare anche di tutte le questioni legate agli affari: firmare contratti e prendermi cura del budget e cose del genere. C’è molto lavoro da fare per mettere insieme un album e sono felice di aver dimostrato a me stesso che posso fare tutto da solo, lo farò sicuramente di nuovo ogni volta che avrò tempo.
Una canzone in particolare che mi ha colpito in quell’album è “They Fell From the Sky”, perché il riff principale mi ha ricordato un po’ “The Conjugation”, che era la canzone che hai scritto per gli Enforcer su “Death by Fire”. Questa somiglianza è una mera coincidenza o forse voleva essere un nostalgico ritorno al passato?
In realtà è la stessa melodia ma suonata in 6/8 invece che in 4/4 come in “The Conjugation”. Ho pensato di usarla di nuovo con una leggera variazione, ahah. L’ho usato anche prima della canzone degli Enforcer, faceva parte di un concerto strumentale che ho fatto per un esame alla scuola superiore. Ora vediamo se apparirà anche nel prossimo album dei Tribulation, ahah.
C’è qualche canzone di “Devil’s Drum” che preferisci per un motivo specifico o le ami tutte allo stesso modo?
Significano tutte molto per me, ma se dovessi sceglierne uno direi “Follow The Fire”. E’ una canzone abbastanza lontana da quello che faccio di solito, forse è la meno rock dell’album. Rappresenta qualcosa che non faccio molto spesso ma che mi sento sicuro al 100% nel fare.
Un’altra cosa della tua musica da solista che ha particolarmente attirato la mia attenzione è la tua voce, che mi ha ricordato Mark Knopfler dei Dire Straits e anche un po’ Chris Martin dei Coldplay. Uno dei due ha influenzato il tuo stile vocale e ci sono altri cantanti che ti hanno ispirato?
Mi piacciono i Dire Straits e apprezzo il riferimento, ma non ci avevo mai pensato, e non ho mai ascoltato i Coldplay se non qualcosa in radio. Ma entrambi hanno quel tipo di voce dolce e rilassata che volevo utilizzare per la maggior parte delle canzoni del mio album. Con Black Trip e VOJD di solito canto con un registro più alto e con più intensità.
Quest’anno hai celebrato il decimo anniversario del terzo album degli Enforcer “Death By Fire” insieme a Olof, Jonas e Tobias con un live streaming su Instagram. Questo album sicuramente regge ancora dopo 10 anni, ma, cosa più importante, è stato un punto cruciale nella carriera della band e anche nella tua. Ripensando a questo disco e pensando a dove sei adesso, ritieni che “Death By Fire” abbia ampliato le tue capacità musicali sia come musicista che come songwriter?
È sicuramente un disco importante della mia discografia, proprio come gli altri dischi degli Enforcer su cui ho suonato. Per me “Diamonds” e “From Beyond” sono ugualmente importanti. Ma sì, c’è sicuramente qualcosa di speciale in “Death By Fire”. Penso che questo sia il lavoro in cui gli Enforcer hanno trovato il loro vero suono. Abbiamo anche fatto molti tour memorabili grazie a quel disco.
Cosa fai in questi giorni in cui non ti esibisci? Hai ascoltato nuova musica ultimamente o magari hai scoperto nuove band che hanno attirato la tua attenzione?
Stiamo attualmente lavorando al prossimo album dei Tribulation, quindi questo occupa la maggior parte del mio tempo. Se non ho un album specifico su cui lavorare, mi piace comunque andare in studio per provare nuove idee o semplicemente divertirmi con progetti e cose divertenti. Quando la musica non è il mio lavoro, è il mio hobby. Lavoro anche part-time come falegname da un paio di anni e ho un figlio di un anno e mezzo, quindi c’è sempre qualcosa che mi tiene occupato. Mi piace cucinare e questo è il momento migliore per ascoltare nuova musica. Il nuovo disco dei Maggot Heart è grandioso. L’altro giorno hanno fatto un piccolo revival al Midnight e hanno fatto girare il loro ultimo disco che non avevo potuto ascoltare prima, roba davvero buona. Ma non sono capace di tenermi aggiornato sulla nuova musica, ci provo, ma troppo spesso mi ritrovo a mettere su lo stesso disco che ho ascoltato centinaia di volte.
Cosa possono aspettarsi in futuro i fan dei Tribulation e i tuoi? Inciderai un nuovo album solista e siete già al lavoro sul nuovo album dei Tribulation?
Come ho detto prima stiamo lavorando al nuovo album dei Tribulation, quindi per i prossimi 3-4 mesi saremo nel pieno delle operazioni. Voglio fare un altro album solista e ho un sacco di canzoni pronte, quindi forse quello sarà il prossimo passo in studio una volta che l’album Tribulation sarà terminato.
Grazie mille per aver fatto questa intervista Joseph. Spero di vederti dal vivo un giorno, specialmente con i Tribulation. C’è qualcosa che vorresti dire ai tuoi fan?
Grazie mille, spero di incontrati un giorno.
