Arcane Tales – Until where the northern lights reign

Con “Until Where The Northern Lights Reign” (Broken Bones Promotion) Luigi Soranno torna ad esplorare il mondo de “La Pietra di Zaffiro”, la saga fantasy partorita dalla sua prolifica mente, che con il nuovo lavoro giunge settimo capitolo musicale dell’epopea.

Benvenuto su Il Raglio del Mulo Luigi, avresti mai potuto immaginare una quindicina di anni fa che la tua mente avrebbe partorito due libri e sette album ispirati alla tua saga fantasy?
Ciao Giuseppe e grazie per questo spazio concessomi. Sinceramente non ci avrei scommesso un euro all’epoca, nonostante la mia perseveranza non mi abbia mai abbandonato da quando la band si è sciolta nel lontano 2002. Diciamo pure che sono andato ben oltre le mie aspettative e obbiettivi, visto che i libri non erano affatto in programma. La vita ti stupisce sempre.

I libri sono fermi a due, invece gli album escono con una cadenza abbastanza regolare, credi che ormai l’unico modo per sviluppare la tua saga sia attraverso la musica o un domani potresti tornare alla parola scritta?
Senz’ombra di dubbio la via musicale per me è un qualcosa di più naturale e semplice (anche se poi non è sempre così scontato come potrebbe sembrare). Infondo, gli Arcane Tales sono nati come una band e il tutto si è infine evoluto in un one man band project, con un felice intramezzo dedicato alla scrittura. Ovviamente, per vari motivi, cito il fattore tempo per tutti, riesco ad essere più attivo sul campo musicale piuttosto che su quello inerente la narrativa. A dire la verità, un terzo libro io ho cominciato a scriverlo anni fa, ma sono fermo a pochissime pagine, da cui comunque ho preso spunto per diverse canzoni, questo è giusto dirlo. Diciamo che una trama in testa ce l’ho, ma mi manca il tempo e l’ispirazione per approfondirne i dettagli. Quando scrivevo i miei libri, ne leggevo comunque molti altri, per cui ero anche stimolato a scrivere, ad oggi, purtroppo, leggo quasi nulla e questo mi penalizza un po’ nella stesura del terzo capitolo scritto de “La Pietra di Zaffiro”. Ad ogni modo mi rifaccio (spero bene e meglio) con le canzoni ispirate alla saga.

Dopo sette dischi, per te è più complicato trovare nuovi spunti narrativi oppure nuove idee musicali?
Onestamente, per quanto riguarda il fattore musicale non ho grosse difficoltà. Ne ho avuta qualcuna con l’ultimo disco in particolare, proprio perché ho dovuto spulciare tra i vari capitoli le tematiche da narrare. Non avendo scritto “Il Signore degli Anelli”, non ho a disposizione così tanto materiale che possa ispirarmi, ma ad ogni modo ho cercato sempre di non ripetermi con i testi delle canzoni e credo di esserci riuscito bene finora. Magari questo mi spronerà nella stesura di qualcosa di nuovo che possa darmi nuovi spunti in futuro, staremo a vedere.

A proposito di spunti musicali, ho visto sulla pagina FaceBook della band che non ti sottrai al confronto con il pubblico, hai addirittura aperto un dibattito sui suoni della batteria. Quanto è importante per la tua crescita un confronto di questo tipo?
Guarda, sono sempre stato aperto a tutti i tipi di critica costruttiva, altrimenti non sarei arrivato a produrre gli ultimi 2/3 album in maniera più che soddisfacente per me e per gli ascoltatori. Purtroppo non ho uno studio di registrazione che possa soddisfare tutti i crismi o le esigenze di gusto e, non meno importante, non ho un budget che possa permettermi di passare mesi in uno vero e proprio. Il tempo per me è un fattore a due facce, nel senso che, nonostante non ne abbia tantissimo a disposizione, riesco comunque a gestirlo a mio piacimento, cercando di ottimizzare al meglio ciò che ho nel mio modesto home studio, ma soprattutto, cercando di incrementare sempre più l’aspetto tecnico e produttivo (spero questo risalti album dopo album). Ad ogni modo, quello che ho imparato (anche se a volte faccio veramente fatica a digerirlo) è che per quanto tu possa sbatterti o cercare di elevare tanti aspetti della tua produzione, ci sarà sempre quello che non è contento di qualcosa, ma è più che normale. I gusti sono vari, l’importante è che piaccia a me in primis. Come ho sempre detto io sono il primo fan di ciò che faccio, altrimenti tutto questo non avrebbe senso.

Non pensi che abbandonare la line-up a uno e tornare a collaborare con altri artisti possa darti nuovi stimoli e magari anche la possibilità di portare gli Arcane Tales su un palco?
Onestamente no. Per un semplice motivo, questo progetto è diventato troppo personale nel corso degli anni e non accetterei compromessi con nessuno. Ho avuto diverse occasioni di suonare o cantare con altri musicisti, ma non so se mi ci vedo ancora sul palco. Diciamo che il mio habitat è davanti al mio computer a comporre musica e cercare di farla suonare al meglio che posso.

Direi che è arrivato il momento di soffermarci sulla trama, dove eravamo arrivati con il capitolo precedente? Invece, questo disco che vicende narra?
Come già detto, tutti i brani dei miei album, sono ispirati alle vicende narrate nei libri. Mi sarebbe piaciuto poter seguire lo stesso filo logico dei romanzi anche sui dischi, ma per non subire nessuna forzatura dettata dalla trama, ho semplicemente deciso che avrei attinto a momenti vari del racconto, senza seguire alcun filo cronologico (anche se spesso è successo spontaneamente), in modo da poter gestire meglio l’ispirazione musicale. Su “Steel, Fire and Magic” del 2022, però, mi sono ritrovato a comporre canzoni in cui si può riscontrare un esatto ordine cronologico negli avvenimenti, anche se non tutte sono poi strettamente consecutive l’una all’altra. Con “Until Where The Northern Lights Reign” sono tornato al vecchio registro, quindi non c’è una vera e propria trama cronologica, ma tanti brani che attingono a diversi momenti della trama stessa. Questo mi permette di gestire al meglio l’ispirazione. Ovviamente vale lo stesso discorso con i vari artwork dei vari album.

Dal punto di vista musicale, ci sono delle novità?
Diciamo che ho osato un po’ di più e mi sono spinto su territori musicali che in precedenza avevo solo accennato in qualche breve passaggio. Un brano come “The Dark Portals of Agony” ne è l’emblema, ad esempio. Ascoltare per credere.

In conclusione ti chiedo, hai già delle idee su cui costruire il prossimo capitolo della saga?
A questa tua domanda non so proprio come risponderti. Magari domani mi sveglio è comincio a buttare giù qualcosa di nuovo, magari accade dopo quattro mesi di buio assoluto. Non saprei proprio. So solo che al momento c’è calma piatta e mi dedico alla promozione e alla vendita dei miei album, cercando di raccogliere i frutti dell’ultima fatica. Spero però che il futuro mi riservi nuove fonti d’ispirazione e che io riesca sempre a regalare a tanti altrettante emozioni musicali.

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