DGM – Endless

I DGM cambiano pelle con il nuovo “Endless” (Frontiers Music), disco che pur uscendo a poca distanza dal precedente “Life”, riscrive in parte le coordinate stilistiche della band. Potremmo definirlo un concept album dal sapore antico ma dal piglio moderno…

Benvenuto su Il Raglio del Mulo, Simone (Mularoni, chitarra e tastiere). Innanzi tutto, vorrei farvi i complimenti perché ritengo che “Endless” sia uno dei migliori album dei DGM. Sei d’accordo con me?
Grazie! Come da “tradizione”, ogni band valuta sempre l’ultimo album come il migliore in assoluto. Di sicuro per noi questo album ha un significato diverso, è una “virata” dallo stile che stavamo seguendo negli ultimi 10 anni almeno. Quindi è come se fosse una rinascita per la band. Con gli ultimi dischi ci siamo resi conto che stavamo andando avanti con il “pilota automatico” e sentivamo il bisogno di scrivere e suonare qualcosa di differente, e “Endless” n’è il risultato, di cui siamo più che orgogliosi.

Trovo questo lavoro classicamente progressive ma in modo moderno, non so se mi spiego…
Ti spieghi benissimo, e a mio avviso è un’analisi più che azzeccata. L’idea iniziale era quella di fare un disco ispirato ai classici del progressive rock degli anni 70 quindi: Genesis, Yes, Kansas, King Crimson, Jethro Tull, ecc ecc ma poi quando ci siamo trovati in sede compositiva, e soprattutto di registrazione, mi sono reso conto che è praticamente impossibile per me “emulare” il sound di un’altra epoca e soprattutto di altre band. Dopo più di 20 anni di lavoro come produttore per altri e di producer dei nostri dischi, mi sono reso conto che ho un mio modo di vedere e soprattutto di sentire le cose, e quindi va da sé che il disco suoni moderno. È vero che abbiamo usato molti suoni “old school” ma penso che la produzione in generale sia pulita e potente come un disco del 2024.

“Endless” esce a relativamente poca distanza di tempo dal precedente “Life”, i due dischi sono nati insieme, magari anche involontariamente, oppure siete riparti di da zero dopo la pubblicazione del precedente?
I due dischi sono stati composti fondamentalmente allo stesso momento. Durante la scrittura di “Life” stavo scoprendo e riscoprendo tante band del passato e insieme soprattutto ad Emanuele (tastierista) abbiamo iniziato a buttare giù le idee per i brani di “Endless”. Inizialmente non sapevamo se potessero essere brani adatti per i DGM, ma ci piacevano le idee e le abbiamo piano piano messe da parte. Quindi, visto anche il tanto tempo a disposizione (i due album sono stati composti durante il lockdown), abbiamo accumulato tanti brani che sono andati poi a comporre i due album. Anche le registrazioni sono state praticamente parallele, quindi è fondamentalmente come se avessimo registrato un album doppio.

In questo disco abbondano i passaggi acustici, scelta fatta a tavolino oppure è il risultato di un processo di composizione spontaneo?
Assolutamente spontaneo! Durante il periodo di composizione del disco precedente, ho acquistato la mia prima “vera” chitarra acustica, e da lì ho praticamente suonato quasi solo quella. È stata proprio quella la “scintilla” che ha fatto partire la composizione e l’idea di “Endless”. Quasi tutti i brani sono nati con la chitarra acustica e poi sono stati sviluppati con tutti gli altri strumenti. È un sound e un’atmosfera che mi fa impazzire quindi sicuramente non sarà un caso isolato nella nostra discografia, ma ce ne saranno anche nel futuro.

Hai definito “Endless” il primo vero concept album dei DGM, cosa intendevi dire?
È la prima volta nella nostra discografia che tutti i testi sono collegati tra loro in una vera e propria narrazione/storia. Anche la musica rispecchia i testi, perché quasi tutti i brani sono collegati tra loro e soprattutto i tanti temi musicali del disco ricorrono quasi sempre in ogni brano, trasformati e riveduti.


Ti andrebbe di approfondire nel dettaglio il concept?
Il disco racconta il viaggio immaginario di un personaggio che tenta di comprendere le scelte che hanno plasmato la sua vita. Durante tutta la narrazione, viene esplorata la domanda eterna: come sarebbe statala vita se avessi scelto un’altra strada? Possiamo dividere il racconto in tre fasi: il primo terzo dell’album rappresenta la riflessione del protagonista sulle sue circostanze attuali. Lotta con l’incertezza riguardo alle decisioni che lo hanno portato fino a quel punto. La parte centrale guarda indietro ai momenti cruciali. Con la chiarezza del senno di poi, il personaggio immagina linee temporali alternative che nascono da scelte ipotetiche. L’ascoltatore percepisce l’angoscia e il rimpianto per le opportunità mancate. Nell’atto finale, giunge alla fine della sua ricerca visionaria. Sebbene più vecchio e più saggio, rimane tormentato dal percorso tortuoso della vita. Temi come il destino e il libero arbitrio si scontrano nelle note finali.

Una curiosità: avete mai pensato di fare una sorta di raccolta dei brani contenuti in quei dischi ri-registrati con la formazione attuale?
Simone: Se intendi dei dischi dei DGM “passati” l’abbiamo fatto! e’ uscito qualche anno fa un album + DVD chiamato “Synthesis” in cui abbiamo ri-registrato tutti i più bei brani dei vecchi album dei DGM con la nuova lineup.

Torniamo al presente e al futuro, avete delle date in programma?
Certo. Saremo in Giappone a inizio novembre e poi suoneremo sicuramente in Italia e in Europa dall’inizio del 2025.

Proporrete tutto il concept dal vivo oppure vi limiterete ad alcuni estratti da “Endless”?
L’idea originale era quella di proporre il disco per intero, fare una sorta di “serata/evento” incentrata sull’esecuzione di tutto il disco. Per i prossimi live però abbiamo scelto di suonare solo alcuni estratti e mischiarli con la nostra scaletta “classica”. Vedremo anche la risposta del pubblico e se ci sarà occasione!

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