Incantvm – Maleficia

Dopo aver esplorato le sonorità di Notturno, A.M.E.N. e Dawn of a Dark Age, torniamo a dialogare con Vittorio Sabelli per scoprire il nuovo capitolo del progetto Incantvm. Con l’album Maleficia, pubblicato da My Kingdom Music, l’artista prosegue il percorso iniziato con Strigae, fondendo avantgarde black metal, doom e atmosfere ritualistiche. In questa intervista, Vittorio ci guida attraverso le influenze, il concept e la costruzione sonora di un’opera che affonda le radici nell’esoterismo e nella stregoneria.

Vittorio, bentornato su Il Raglio, in pochi mesi ci siamo ritrovati qui a chiacchierare di Nottuno e A.M.E.N., mentre in passato ci siamo già concentrati su Dawn of a Dark Age. Oggi tocca agli Incantvm. Il sound di questo progetto fonde avantgarde black metal, doom e sonorità ritualistiche. Quali sono state le principali influenze musicali e concettuali che hanno guidato la composizione di questo disco?
E sì, è stato un periodo molto affollato con tre uscite differenti in pochi mesi, ma è sempre un piacere essere ospiti della tua ‘zine. Partiamo dalle influenze: cerco di tenerle fuori il più possibile da tutti i progetti; quando inizio a percepire che qualcosa che sto componendo somiglia troppo a cose già ascoltate, sento la necessità di cambiare direzione. Mentre l’unica influenza per quanto riguarda Incantvm continua a essere il libro della scrittrice Monia Montechiarini “Stregoneria: Crimine Femminile”. Come per il primo “Strigae” anche il nuovo album “Maleficia” prende spunto dalle sue pagine per incamminarsi verso nuove e tortuose strade.

Vorrei tirare io un’eventuale influenza, però non musicale: questo disco, più che altre opere che ti hanno visto coinvolto, ha un fascino “avatiano”: in qualche modo il cinema di Pupi Avati ti ha ispirato per le atmosfere?
Devo deluderti perché non sono un grande cultore del cinema. Ho alcuni registi e film a cui sono particolarmente legato, ma sono tutti a debita distanza dai miei progetti musicali, con l’unica eccezione di Dario Argento. Mentre di Pupi Avati credo di aver visto un solo film di cui non ricordo nemmeno il nome.

Aldilà delle influenze, farei un passo indietro: “Maleficia”, come detto, è un’opera complessa e ricca di sfumature. Qual è stata l’idea iniziale che ha dato vita all’album e come si è evoluto durante il processo creativo?
“Maleficia” inizia dove “Strigae” finisce. Dopo che le note del “Dies Irae” di Mozart accompagnavano la strega sul rogo, non avevo ben chiaro inizialmente cosa sarebbe accaduto. Solo dopo un lungo periodo di gestazione volevo che l’anima della strega riprendesse vita e andasse a tormentare chi l’aveva condannata a morte. E da qui l’idea di farla rinascere come Donna Prudentia (del Fochetto), personaggio simbolo negli scritti della Montechiarini. E partendo da questa “Rinascita” ho iniziato a direzionare l’album su diversi piani, dove ognuno dei quali riflettesse i vari personaggi coinvolti e le azioni che si svolgono all’interno dei brani.

Il tema dell’esoterismo e delle arti oscure sembra essere centrale in “Maleficia”. Puoi parlarci del concept dietro l’album e del suo significato?
Incantvm si basa esplicitamente su esoterismo e stregoneria e l’idea di una vendetta da parte della strega è stata fondamentale per la stesura aerea dell’album. Oltre alla menzionata “Donna Prudentia”, fanno il loro ingresso in “Maleficia” due figure fortemente malefiche come Sagana e Canidia. Poi il “solito” atto d’amore verso Mozart, ma questa volta con il “Kyrie” sempre estratto dal “Requiem K626” come conclusione del brano “Incantvm”, e infine ho voluto far accadere quello che nessuno si sarebbe mai aspettato, ovvero che l’Inquisitore si innamora della strega nella conclusiva “Diana”. L’idea generale del concept si basa a grandi linee su tutto questo, ma le altre mille sfumature contenute in “Maleficia” vanno scoperte solo ascolto dopo ascolto.

Tenebra, Samael Von Martin e Nequam portano ciascuno una propria identità vocale all’interno del disco. Come avete lavorato per fondere queste voci in un’unica esperienza sonora?
In maniera molto semplice, ossia organizzando tutto il lavoro a monte e dando a tutti la propria parte come fosse un copione teatrale. Dopodiché ognuno di loro ha registrato in totale autonomia e libertà, e quando le tracce piene della loro arte sono tornate al sottoscritto il farle interagire è stato del tutto naturale. Ammetto di essere molto puntiglioso quando scrivo e invio il materiale a tutti coloro che prendono parte ai miei progetti. Cerco di ottimizzare e di essere il più chiaro possibile, riducendo al minimo lo spreco di tempo e energie. In questo modo do alle tracce solo un piccolo ritocco finale.

    L’arte visiva e l’estetica sono elementi fondamentali quando si ha che fare con sonorità come le vostre. Come avete sviluppato l’immaginario visivo di “Maleficia” e cosa rappresenta la copertina dell’album?
    Tutta la parte che non ha a che fare con la musica tendo a delegarla (molto spesso) a chi di competenza, nella fattispecie il gusto e la competenza/esperienza di Francesco Palumbo. Nel caso di “Maleficia” ricordo di aver visto un set fotografico di Riccardo Ziosi (il fotografo di tutti gli album di Notturno) il cui primo impatto è stato travolgente. L’ho contattato subito chiedendo informazioni sulla modella che aveva posato per le foto, e dopo averle telefonato e spiegato il progetto abbiamo raggiunto un accordo affinché i suoi scatti rappresentassero la parte visiva del nuovo album. La cura di ogni minimo dettaglio da parte di “Evilla” è incredibile, e la cover scelta dà proprio l’impressione che la strega ti stesse assalendo; una sorta di: “Sono tornata e da questa notte non dormirete più sonni tranquilli”.

      Il disco esce con My Kingdom Music, etichetta che ha una lunga storia nel supportare sonorità ricercate. Come è nata questa collaborazione e in che modo ha influenzato il percorso dell’album?
      La nostra collaborazione è nata dopo aver mandato a Francesco il master di “Transumanza” di Dawn of a Dark Age. E da lì si è instaurato un rapporto di amicizia oltre che professionale che ha portato alla realizzazione sia di A.M.E.N. “Argento” che del nuovo Incantvm. L’apertura musicale a 360° di Francesco mi lascia campo libero per esplorare mondi e territori nuovi e sinceramente non ho influenze esterne per la realizzazione dei miei album, tantomeno con My Kingdom Music (almeno finora, ahahah).

        Guardando al futuro, quali sono i prossimi passi per gli Incantvm?
        Direi che possiamo chiuderlo qui, almeno col finale che ho raccontato l’idea è questa. Se nei prossimi anni avrà ancora qualcosa da dire lo vedremo… Tengo sempre una finestra aperta.

        Hai già idee per nuovi progetti o evoluzioni sonore, inizio a liberare uno slot per una nuova intervista?
        Al momento sto registrando dei clarinetti per una band molto intrigante e allo stesso tempo sto lavorando del nuovo materiale che spero diventi qualcosa di concreto in futuro. Lasciamolo sempre aperto uno slot con Il Raglio del Mulo e prendiamolo di buon auspicio per il futuro. A presto.

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