A pochi giorni dalla pubblicazione del rifacimento della storica demo “Dark Metal”, presentata in anteprima sul canale YouTube de Il Raglio del Mulo, Kalrog Naar ci ha raccontato il nuovo album “Crimson Blade Clash”. Il progetto one-man band di Cesare Sannino continua a coniugare atmosfere epic, folk e dark fantasy con una visione critica della società contemporanea, mantenendo vivo lo spirito delle origini. Abbiamo raggiunto nuovamente l’artista, già intervistato lo scorso anno in occasione del debutto omonimo dei suoi Nocturnal Flame, per approfondire le novità musicali e concettuali di questo nuovo capitolo.
Bentornato su Il Raglio del Mulo, Cesare! Il nuovo album “Crimson Blade Clash” continua il percorso di Kalrog Naar tra epicità e oscurità: quali sono le novità principali rispetto ai lavori precedenti, sia a livello musicale che lirico?
Buongiorno a te Giuseppe, e un saluto a tutti i lettori! Il nuovo lavoro “Crimson Blade Clash” è un disco che contiene canzoni slegate fra loro, con tematiche sia epiche, come la title track che continua la narrazione delle gesta di Anthoritan Kalrog, sia testi ispirati da racconti/film (“The Night Flyer”, tratto da un famoso racconto di Stephen King) o anche testi di critica contro la società moderna ed i sistemi politico/sociali/economici/tecnologici/religiosi che opprimono l’umanità ed il desiderio di rivalsa e riscossa contro questi (“Revolt Against a Twisted World” o “Unleashing Eternal Light”).
Kalrog Naar affonda le sue radici nei tuoi primi esperimenti tra il 1999 e il 2001: quanto di quella fase originaria sopravvive nel progetto attuale?
Sì, il progetto attuale nato nel 2021 è la prosecuzione della mia primissima one-man-band “Kalrog” del 1999. Con questa avevo registrato alcune demo tape acustiche in seguito cancellate. Ho voluto rievocare lo spirito di quell’epoca, il mio vero inizio, quando la mia fantasia non aveva limiti e non mi ponevo etichette di genere, ma avevo solo il desiderio di suonare metal underground alternativo e ispirato da atmosfere dark fantasy. Questo spirito è vivo più che mai nei miei lavori attuali; molti pezzi se non album interi sono rielaborazioni/riregistrazioni dei demo dell’epoca.
Dopo le esperienze con Animae Capronii e Trust Your Heart hai intrapreso una svolta netta, lasciando l’etichetta christian metal per un mondo dark fantasy e critico verso la società: cosa ti ha spinto a questa trasformazione?
A parte il fatto che desideravo fortemente ritornare alle origini e ai miei inizi del progetto Kalrog, mi sono voluto fortemente dissociare dalla scena christian metal per il fatto che col passare del tempo ho trovato un ambiente poco salubre, con molta ipocrisia, personaggi fanatici e bigotti che giudicano il prossimo e confondono troppo spesso la fede con la politica. Personalmente non voglio aver nulla a che fare con questo tipo di movimento, e non voglio che i fan confondano il mio christian metal con quello di queste persone. Perciò ho deciso di chiamarmi fuori da questa scena e mantenere ciò in cui credo solo nella mia sfera intima e personale.
I tuoi dischi raccontano storie di personaggi come Anthoritan Kalrog o la Principessa Elbior, nati da sessioni di giochi di ruolo: quanto conta per te la narrazione nella scrittura dei brani?
Conta moltissimo, soprattutto nei vari concept album a partire da “A Curse Take Place Over Esperia” fino a “Aflame Redemption”. Ho sempre desiderato dar vita a racconti e saghe fantasy, ispirato dalle opere di scrittori come Michael Moorcock, J.R.R. Tolkien, Terry Brooks, Robert E. Howard, H.P. Lovecraft, nonché da sessioni di giochi di ruolo fantasy e vecchi film del medesimo tema. La musica metal underground mi permette di realizzare questo desiderio in tre dimensioni, ossia tramite artwork, testi e musica.
Lo stile musicale di Kalrog Naar mescola epic, folk, gothic e black metal con numerose influenze underground: come riesci a mantenere coerenza e identità pur attingendo a fonti così diverse?
Coerenza per me è continuare a fare la musica che amo ignorando le critiche che inevitabilmente vengono fuori da gente che non ha altro da fare. Le etichette musicali le lascio a chi si pone dei limiti, io mi sento libero. Suono ciò che mi va. Comunque talvolta amo definire il mio stile come romantic dark metal o epic fantasy metal. Penso che più o meno possa calzare come descrizione.
Alterni cantato pulito e screaming black metal: cosa determina la scelta dell’uno o dell’altro nei tuoi pezzi?
Mi piace avere diversi stili vocali all’interno di ciascuna canzone. Vorrei sperimentare ulteriormente negli album futuri con nuovi stili sia di scream che di clean vocal, speriamo di riuscire. Ho sempre desiderato anche avere delle parti di voci femminili, ma non sono ancora riuscito a trovare qualcuno che mi possa aiutare per questo.
L’aspetto visivo è parte integrante del progetto: come nasce l’estetica di Kalrog Naar tra facepainting, disegni a mano e immagini generate da intelligenza artificiale?
Con Kalrog Naar ho deciso da subito di mantenere un facepainting leggermente diverso da quello più “aggressivo” proposto ad esempio per la mia black metal band Nocturnal Flame. Quello di Kalrog è più simile a quello di band come i primi Thunderstick o i Killer Foxx, o anche i Notre Dame. Per gli artwork ho iniziato a realizzarli a mano come ai vecchi tempi, poi dall’album “Lord Parias Returns” sino all’attuale “Crimson Blade Clash” mi sono lanciato nell’utilizzo dell’AI generativa, al solo fine di sperimentare con questa nuova tecnologia. Ora vi anticipo però che ho deciso di chiudere questa sperimentazione, in quanto ritengo che il realizzare manualmente le proprie grafiche sia una cosa molto più valorosa ed appagante, per me e per i fan.
Nei tuoi album troviamo spesso cover di band più o meno note del panorama metal estremo: come selezioni questi brani e che ruolo hanno nella tua discografia?
Ascolto quotidianamente tantissima musica, e sono ispirato da un gran numero di band, alcune molto famose (tipo Celtic Frost o Dimmu Borgir), altre invece decisamente underground (vedi ad esempio Peosphoros & Emaciation dall’ultimo album). Spesso e volentieri sento il bisogno di dare la mia re-interpretazione dei loro brani, rendendo omaggio alla loro arte, per cui troverai cover in quasi tutta la mia discografia solista.
Prima di chiudere, direi di parlare anche della nuova versione di “Dark Metal”, presentata qualche giorno fa proprio sul canale YouTube de Il Raglio del Mulo…
Certo, ho realizzato a mano parte dell’artwork per questo rifacimento di “Dark Metal”, una delle prime demo tape di Kalrog di fine anni ‘90/primi anni 2000. Contiene una delle mie primissime canzoni, “The Bridge of Sorrow”, più rielaborazioni di altri pezzi vecchissimi e qualcosa di nuovo. Non è un concept album, come “Crimson Blade Clash” ha delle canzoni non legate tra loro. Ho valutando se aggiungere una cover o meno, poi ho deciso di non farlo. Un immenso grazie per questa intervista, invito tutti i lettori a dare un ascolto alla mia musica. I dischi sono scaricabili gratuitamente dalla mia personale pagina Facebook oppure scrivetemi a capronii@libero.it per avere copie fisiche. Ancora grazie, un salutone e stay underground!
