Tempo fa avevo avuto il piacere di recensire e intervistare Antonio Pannullo, il creatore delle irriverenti talpe protagoniste della saga di Blacky Mole. A distanza di anni lo ritrovo nuovamente alle prese con la sua creatura più irriverente e con una nuova opera che trae ispirazione da Sid Vicious. Ancora una volta ho avuto modo di apprezzare i suoi disegni e l sua ironia in “Blacky Mole – Storie Brevi” (EFedizioni comics), mentre “SID – To Hell and Back (Reika manga/EFedizioni)” mi ha fatto conoscere un Pannulo diverso dal punto di vista tecnico e narrativo.
Bentrovato Antonio, la nostra precedente intervista risale al 2014, vorrei iniziare proprio da là. Alla mia domanda sullo stato del fumetto mi rispondesti così: “Credo che attualmente sia comatoso e privo di idee originali come in Francia, in Giappone e alcune buone cose americane”. Hai cambiato idea in questi sei anni?
No. Il mio punto di vista non cambia anche se molti, con dati alla mano e più ferrati sull’argomento, possono tranquillamente affermare l’esatto contrario
Oggetto di quella intervista fu il tuo fumetto autoprodotto “Blacky Sabbath – Iron Man”. Ti andrebbe di presentare Blacky Mole ai nostri lettori?
Blacky è una talpina mutante, irascibile, ironica, irritante, direi incredibile, che, tra realismo contemporaneo e situazioni storiche da saga nordica, prende in giro l’estremismo della musica “dura” e i supereroi americani. Blacky Mole, che nel linguaggio anglosassone indica quei nei scuri sulla nostra pelle che non sono portatori di cose sane, è una metafora della malvagità insita dentro di noi e che spesso emerge.

Oggi ritroviamo le tue talpe alle prese con nuove avventure nel volumetto “Blacky Mole – Storie Brevi” (EFedizioni comics), puoi brevemente fare una panoramica sulle tre storie presenti?
E’ un albetto di tre storie che possono essere tacciate di blasfemia se non si è a conoscenza del sarcasmo delle talpine verso la musica black metal ed estrema in generale. “Conversione” ci riporta nei gelidi territori scandinavi dove i vichinghi subiscono l’iniziazione al credo cristiano con risultati a volte maldestri. Nella modernità le band black metal in generale, e Burzum in particolare, hanno considerato la suddetta conversione un’aggressione al loro paganesimo spirituale. Pertanto tali band spesso hanno combattuto la religione cristiana con gesti estremi. “Sacro Sangue” è una critica alla spettacolarizzazione del culto del sangue di San Gennaro. “Olaff Il Bruciato” è un racconto ispirato al romanzo “La Camicia di Ghaiccio” di William T. Vollmann, libro che è il primo dei “Sette sogni” dedicati al mito della fondazione americana. Il protagonista è Amortortak, temutissimo spirito nero della mitologia norrena, dal tocco mortale.
Io ho notato non pochi riferimenti alla serie “Vikings”, quali sono le fonti di ispirazione per una tua opera?
Mi fa molto piacere che sottolinei questo aspetto delle mie talpe. I Normanni hanno dato vita al paese di origine dei mie avi (Mercato San Severino) dove Troisio, fedelissimo di Roberto detto “Il Guiscardo”, decise di insediarsi costruendo un castello ancora esistente (e che nei secoli è divenuto una dei più grandi d’Europa). Roberto d’Altavilla da Salerno iniziò la conquista dell’intero sud della Penisola. I Sanseverino, eredi di Troisio, furono una famiglia di guerrieri chiamati da diverse nobili famiglie italiane a combattere anche contro i re. Questo ti fa capire da dove nasce il mio interesse verso gli uomini del Nord.
Come si è evoluto il tuo personaggio in questi anni?
Stilisticamente è rimasto invariato. Ha solo ampliato il suo raggio d’azione, attingendo a generi musicali meno estremi, per trovare nuove situazioni goliardiche.

“Blacky Sabbath – Iron Man” lo hai autoprodotto, invece “Blacky Mole – Storie Brevi” esce per EFedizioni comics: come è cambiato il tuo lavoro alla luce di questo contratto?
Con la EF sono usciti due graphic novel “Blacky Mole in Rattus Norvegicus” e “Blacky Sabbath.” Quello che cambia è che l’editore e, oramai, amico Fedele Vinci, si occupa costantemente della reperibilità dei prodotti che ora possono essere ordinati anche online dai siti della grande distribuzione (Feltrinelli, Ibs, Libraccio…) e non devo personalmente andare nelle librerie a chiedere se c’è la possibilità di poter vendere e presentare i miei fumetti
Dell’altra tua opera, “SID – To Hell and Back (Reika manga/EFedizioni)”, invece che mi racconti?
La storia è un noir fantascientifico con protagonista il fu bassista dei Sex Pistols. Ha come focus una nuova esistenza che si può ottenere scaricandola in una propria copia nu-organica. Questo è il pensiero del transumanesimo portato avanti dalla comunità scientifica che preme sull’evoluzione dell’umanità. I filosofi , però, si pongono un dubbio: e se qualcuno decide di riportare indietro una personalità moralmente scorretta e pericolosa? Le copie dovranno avere una propria coscienza e autonomia da sviluppare o si potrà intervenire sul codice ed eliminare problematiche della personalità e quindi minare l’autenticità della copia stessa? E se uno lo facesse illegalmente quali sarebbero le conseguenze?

Direi che lo spirito delle due pubblicazioni è differente, sicuramente “SID” ha un approccio molto più pessimista, mentre “Blacky” uno spirito più ironico. La tua visione della vita a quale delle due opere è più affine?
Sicuramente sono i due volti del mio carattere che va dal silenzioso e malinconico all’euforico e sarcastico
Tecnicamente quali differenze ci sono nella narrazione dal punto di vista grafico?
Le talpe si ispirano alle mitiche Sturmtruppen del leggendario Bonvi mentre SID è il modo grafico che più mi rappresenta ovvero l’iperrealismo unito ad una smodata ricerca di reference come immagini che solitamente sono lavori dei miei artisti preferiti
Il filo rosso che unisce le due pubblicazioni è la musica, quanto è complicato trasformare in disegni le immagini mentali prodotte dalle canzoni che più ami?
È un lavoro molto complesso perché fare dell’ironia su testi di canzoni dove la morte, la distruzione e l’oscurità regnano sovrani non è facile. Far sorridere con delle semplici figure antropomorfe molti metalhead che prendono sul serio questi argomenti è dura. Come è difficoltoso convincere un editore che le vignette delle talpe non sono blasfeme, specialmente quando non si è addentro alla musica estrema e considerando che il lavoro può essere letto da ragazzini. Spesso le cose si complicano e raggiungere dei compromessi è complicato.