Torna lo stakanovista Wild Steel, che, tra un progetto discografico e l’altro, ha trovato il tempo per tirare fuori un nuovo disco solista. Noto soprattutto per la sua militanza negli Shadows of Steel, nel 2006 rilasciava il suo primo solo album, “Wild Steel”. Se si eccettua il disco tributo ai Crimson Glory, “Transcending Glory: A Tribute to Crimson Glory”, del 2011, l’esperienza Wild Steel sembrava chiusa. Invece il logo Wild Steel torna a sorpresa sulla copertina di una nuova opera inedita, quel “Age of Steel” pubblicato lo scorso aprile dall’Elevate Records…
Benvenuto, con “Age of Steel” giungi al tuo terzo album da solista: nel 2006, ai tempi dell’esordio con il tuo progetto omonimo, avresti mai pensato che un giorno avresti raggiunto questo traguardo? Oppure ritenevi che che quel disco sarebbe rimasto un capitolo unico nella tua discografia?
Ciao a tutti i lettori e grazie a Il Raglio del Mulo per questa intervista! Rispondo subito alla tua domanda dicendoti che il progetto Wild Steel da solista nasce in un periodo in cui l’attività degli Shadows of Steel è stata latente, dal 2000 in poi, decisi quindi di pubblicare alcuni brani con il mio nome per colmare questa assenza, col tempo ho proseguito partecipando ad altri progetti come Athlantis o Soulblaze, bisognerà aspettare il 2013 per avere un nuovo album degli Shadows of Steel, “Crown of Steel”. Nel frattempo ho continuato a scrivere nuovo materiale ed ecco quindi questo “Age of Steel”, sicuramente nel futuro ci saranno altre release con il nome di Wild Steel.
Cosa ti permette di esprimere la tua carriera solista che invece negli Shadows of Steel rimane inespresso?
Sicuramente la possibilità di vedere realizzate alcune song che non troverebbero spazio negli album degli Shadow of Steel, visto che mi piace sperimentare soluzioni che non rientrano nel classico stile della mia band madre; in questo contesto l’ascoltare può cogliere sfumature insolite rispetto a ciò che sono solito proporre.
Dopo questo ennesimo album nella tua discografia, come ritieni la tua carriera: soddisfacente oppure hai dei rimpianti?
Mi considero decisamente soddisfatto, soprattutto dopo questa ultima uscita. Per esserlo completamente, però, dovrò lavorare ancora qualche anno, ci sono alcuni album in attesa di essere pubblicati ed altri a che sto ultimando in questo periodo. Insomma, le idee non mancano, ma è il tempo a comandare e i vari impegni, che tutti abbiamo nella vita quotidiana, spesso ci impediscono di essere proliferi come si vorrebbe.
A livello stilistico quali sono i punti di contatto tra “Wild Steel” e “Age of Steel”? E quali le principali differenze?
L’album omonimo del 2006 era molto più vicino al sound degli Shadows of Steel rispetto ad “Age of Steel” visto che fu scritto ad arrangiato totalmente da me. Diverso è per quest’ultimo, in quanto concepito dal chitarrista Andrea Rinaldi e dal tastierista Franz Ekurn, oltre che da me. Il risultato è un album molto più vario sotto diversi aspetti, ci sono momenti introspettivi e d’atmosfera dove ho potuto inserire arrangiamenti che esulano dai miei territori abituali.
Il disco è un concept, ti andrebbe di raccontarne velocemente la trama?
Certamente! Per questo album ho voluto rappresentare una metafora sui rapporti tra uomo e donna e, in generale, tra persone: la ricerca del bene personale, dell’amore, dove in questo percorso spesso si è disposti ad annullare la controparte, inconsciamente, perché ci si crede nel giusto. Ciò che ne scaturisce il più delle volte è un risultato disastroso, come alla fine di una lunga battaglia, e ci si rende conto che gli ideali perseguiti non sono giusti perché nuocciono al prossimo. Il tutto è raccontato in chiave futuristica dove la donna sopravvive ad un uomo che di umano ormai non ha più nulla. In un mondo dove le emozioni sono state messe all’angolo, solo una donna armata di una spada, che in realtà rappresenta l’amore, riuscirà a sconfiggere un esercito di cyber-uomini liberando i pochi superstiti.
Tra le righe del concept dobbiamo leggere qualche riferimento all’attualità o si tratta di un racconto completamente avulso dalla realtà?
In parte ho già risposto a questa domanda, nello specifico faccio riferimento alla violenza sulle donne, di ogni tipo, ed ai fatti di cronaca che sono tutt’ora tristemente attuali.
Quali musicisti ti hanno accompagnato, ospiti inclusi, in questa nuova avventura?
Come accennato in precedenza il disco il disco è stato scritto dal chitarrista Andrea Rinaldi e dal tastierista Franz Ekurn, a loro si aggiungono Fabio Gremo al basso e Francesco La Rosa alla batteria, una formazione di tutto rispetto in ambito genovese e non solo. Ognuno di loro vanta numerose collaborazioni in diversi contesti artistici. Chiaramente non poteva mancare l’amico di sempre, Roberto Tiranti, ai cori, che si è anche occupato della registrazione di tutte le mie parti vocali. Mentre, a chiudere la rosa dei musicisti che hanno partecipato a questo lavoro, c’è Lizzy Red, misteriosa cantante e corista nella ballad “Away with You”, astro nascente nel panorama italiano!
Facendo un passo indietro nella tua carriera solista, ricordo di aver letto anni fa che durante le riprese del video della cover dei Crimson Glory, “Dragon Lady”, la tua storica maschera è andata persa, se non addirittura rubata. Poi l’hai più ritrovata o ne stai usando una nuova?
Nel 2012, per supportare l’uscita del tributo ai Crimson Glory “Transcending Glory” girammo il video del brano da te citato; a riprese concluse alcune valigette contenenti attrezzature furono smarrite dagli addetti, una di queste conteneva appunto la mia maschera, un oggetto che ha una sua storia molto particolare. Fortunatamente riuscii a rientrarne in possesso non molto tempo dopo, risalendo a dove furono riposte per sbaglio queste valigie.
In conclusione, ti chiedo: ci dobbiamo aspettare prima un tuo nuovo disco con i Wild Steel oppure uno con gli Shadows of Steel?
Al momento stiamo lavorando su entrambi i fronti in modo da ottimizzare i tempi, rimbalzando da un progetto all’altro sfruttando i tempi morti e i momenti di pausa. Il prossimo album degli Shadows of Steel sarà un full length e probabilmente vedrà la luce già nel 2024, mentre il nuovo Wild Steel sarà liberamente ispirato al film “L’Armata Brancaleone” del 1966 e, probabilmente, sarà cantato in italiano.
