Un caprone motorizzato si staglia minaccioso all’orizzonte! I King Potenaz sono giunti sino a noi al termine della propria prima scorribanda musicale, a base di stoner e doom, intitolata “Goat Rider”. L’album, pubblicato recentemente da Argonauta Records, gira da parecchio sul nostro “giradischi virtuale”, per questo abbiamo contattato i pugliesi per saperne di più su questo interessante terzetto…
Benvenuti ragazzi, da poco è uscito il vostro disco di esordio, “Goat Rider”, vi andrebbe di presentare la band ai nostri lettori?
Ciao a tutti e grazie mille per questa opportunità. I King Potenaz nascono alla fine del 2019 durante alcune jam session nel garage del precedente batterista… abbiamo subito iniziato a comporre brani originali in stile doom/stoner fortemente ispirati da band come Sleep, Electric Wizard, Kyuss, Monster Magnet e, non ultimi, i Black Sabbath. Dopo un cambio alla batteria la lineup si è stabilizzata nel power trio formato da me, Giuseppe (chitarra e voce), Francesco (basso) e Piero (batteria/effetti).
Formazione a tre scelta voluta oppure frutto degli eventi?
La scelta della formazione a tre elementi è stata molto naturale e assolutamente non studiata a tavolino e in effetti si è subito rivelata vincente… non nascondo che al momento stiamo pensando di introdurre un eventuale quarto elemento che ci dia una mano, soprattutto in fase live, con gli effetti e i synths.
Come siete entrati in contatto con Argonauta Records e quanto è importante per voi avere un’etichetta alle spalle per la diffusione del vostro nome in una fase delicata come quella del lancio del disco d’esordio?
Subito dopo aver registrato i due brani che sono finiti nella nostra prima demo, li abbiamo inviati a diverse etichette più o meno conosciute… la prima che ha apprezzato il nostro materiale e ci ha proposto subito un contratto è stata Argonauta che, tra l’altro, era tra quelle a cui aspiravamo di più conoscendone sia la serietà e che il roster di assoluto livello. Il supporto dell’etichetta è stato fondamentale sin dall’inizio ed è stato davvero ottimo in tutta la fase di promozione, dall’uscita del primo singolo all’uscita dell’album… siamo d’avvero felici di far parte del loro gruppo… poi Gero (il boss) è una persona fantastica e disponibilissima.
Non nascondete la vostra ammirazione per Black Sabbath, Electric Wizard e Monster Magnet, ma rispetto a quando dettato da questi mostri sacri, secondo voi c’è nel vostro sound un elemento che se ne distacca e rende particolare la vostra proposta?
Quello che proponiamo è una miscela di occult doom e stoner metal arricchita da inserti psichedelici che fanno da collante tra due generi in effetti abbastanza diversi tra loro… il risultato è un sound che, a nostro parere, è del tutto unico in una scena, quella doom/stoner, in cui è difficile proporre qualcosa di veramente originale.
La butto là, copertina dell’album contiene un tributo a “Anywhere” dei giapponesi Flower Travellin’ Band?
Faccio mea culpa e ammetto di non conoscere la band giapponese che hai citato… in ogni caso, da buon metal nerd, mi sono documentato ed in effetti qualche rimando c’è ma ovviamente assolutamente non voluto… l’artwork è opera di un artista norvegese molto conosciuto nel settore, HypnotistDesign, e dal primo momento che l’abbiamo visto ci siamo resi conto che calzava a pennello con il nostro stile ma soprattutto con il concept sul quale volevamo costruire l’intero album.
Dal punto di vista lirico traspare una certa passione per l’occulto, interesse reale oppure questi temi sono stati scelti perché ben si sposano con le vostre sonorità?
Sin da giovani siamo stati sempre appassionati e incuriositi dal mondo dell’occulto in tutte le sue forme, dalla musica di band come Death SS, Mercyful Fate, Venom e Black Sabbath (per non parlare poi di tutta la scena black scandinava degli anni 90) alla letteratura di autori come Lovecraft o Poe e via dicendo ma anche al cinema horror degli anni 70/80… con i King Potenaz ci siamo finalmente resi conto che potevamo sfruttare anni e anni di ascolti, letture e visioni “occulte” a nostro favore in quanto tali tematiche si amalgamavano perfettamente col tipo di sound che volevamo sviluppare.
Nella tracklist troviamo “Moriendoom (La Ballata Di Ippolita Oderisi)”, brano che cita nel nome uno dei protagonisti del film “L’anticristo”: vi piacerebbe un giorno comporre una colonna sonora?
Ecco appunto, parlando di film horror anni 70, infatti, sia “Moriendoom” che “Pazuzu” sono brani ispirati rispettivamente a “L’Anticristo”, che hai citato, e a” L’Esorcista”… per quanto riguarda il comporre una colonna sonora devo ammettere che non ci avevamo mai pensato però potrebbe essere una sfida davvero divertente e stimolante da affrontare: grazie per lo spunto, iniziamo a farci un pensierino…
Avete scelto come primo singolo “Pazuzu”, brano che vede la partecipazione di Sibilla, come è nata questa collaborazione?
Il primo singolo in realtà è stato “Monolithic”… “Pazuzu” invece è uscito poco prima dell’album… il brano ha avuto una gestazione alquanto travagliata, infatti è stato quello che ha subito più cambiamenti nel corso del suo sviluppo ma sin dall’inizio è stato pensato per essere cantato da una donna e il primo nome che ci è venuto in mente è stato quello della nostra amica cantante indie Mara Sibilio in arte Sibilla… la sua voce eterea e potente allo stesso tempo si prestava benissimo all’atmosfera e alla direzione che volevamo dare al brano in questione.
Avete delle date in programma nei prossimi mesi?
Abbiamo alle spalle già un bel po’ di esibizioni dal vivo e ci stiamo organizzando per alcune date estive. Purtroppo non è facilissimo trovare locali o situazioni adatte per suonare dal vivo qui da noi senza un’agenzia di booking alle spalle e trovarne una seria è un’impresa non da poco. Noi comunque stiamo allargando la nostra rete di contatti con altre band, organizzatori di eventi e gestori di locali. Abbiamo già in programma una serie di date da ottobre in poi con altre band locali e non.
