La pubblicazione del nuovo singolo, “Greedy Existence”, ci ha fornito lo spunto per una piacevole chiacchierata con Raff Sangiorgio, chitarrista dei ritrovati Gory Blister. Il focus della discussione si è spostato ovviamente sull’anteprima del nuovo album “Reborn from Hatred” (Eclipse Records) la cui pubblicazione è prevista per il prossimo settembre. Ma, come potrete leggere, il prossimo disco non è l’unica novità in casa Gory Blister…
Benvenuti Raff, da qualche ora è uscito il vostro nuovo singolo “Greedy Existence”, primo estratto dal prossimo disco in studio, “Reborn from Hatred”, in uscita a settembre. Direi di partire proprio con una tua mini-recensione del nuovo singolo…
Siamo lieti di essere ospiti su Il Raglio de Mulo. “Greedy Existence”, racconta di una società, la nostra, governata all’avidità, dove le menti sono oscure e le scelte sono manipolate, in tutti i modi possibili. In questo caos l’individuo lotta per cercare la verità che merita, sfidando l’ordine esistente. La musica di “Greedy Existence” è il racconto sonoro di questo scenario. Il drumming ed i riff di chitarra, scandiscono il tempo che scorre inesorabile, rappresentando l’avidità che scorre tra gli individui. La voce rappresenta la ribellione di chi prova a sfidare l’ordine esistente, e le melodie del ritornello, sono la speranza.
Quanto è rappresentativo questo brano di ciò che sarà contenuto in “Reborn from Hatred”?
Si tratta di un album molto solido, sia dalla prospettiva della produzione che dalla prospettiva del songwriting. Tuttavia ci sono delle sfumature sugli arrangiamenti delle canzoni dell’ album, che lo rendono dinamico e non ripetitivo. Vogliamo sempre dare a chi ascolta un nostro album, un esperienza di ascolto che sia compatta ma nel contempo varia, senza sconfinare dal genere che suoniamo; come ascoltare per esempio “Symbolic” dei Death o “Heartwork” dei Carcass, tanto per dare un idea. Pertanto, “Greedy Existence”, è molto rappresentativo dell’album, ma non rappresenta l’album al 100%. Ci sono canzoni mid-tempo arricchite da sprazzi di blast beat, e canzoni più tecniche e veloci. La stessa title-track, “Reborn From Hatred”, è una canzone molto tecnica e veloce in pieno stile Gory Blister ma con arrangiamenti più moderni.
“Reborn from Hatred” è il titolo del disco, mentre l’album inizia con l’intro “From Ashes…”. Due indizi che fanno pensare a un nuovo inizio per la band. Cosa è successo nei cinque anni che separano “1991.Bloodstained” da “Reborn from Hatred”?
Ti confido un terzo indizio, l’album finisce con un’outro dal titolo “…to Flames”. Si tratta di una rinascita sotto tutti gli aspetti. L’album è un racconto emotivo della volontà di andare avanti nonostante le persone, nonostante gli eventi. La musica è la nostra forza, ed abbiamo fatto in modo che venisse fuori più forte che mai. Ci sono stati degli eventi destabilizzanti nella band tra “1991.Bloodstained” uscito nel settembre del 2018 e tutto il periodo della pandemia Covid, che hanno seriamente messo alla prova l’esistenza della band. Joe (batteria) fondatore della band nel 1990, che da tempo dava segnali di insofferenza e perdita di motivazione, ha lasciato senza preavviso la band e Milano (dove risiedeva insieme alla band), per tornare a vivere in Puglia, e dopo poco tempo anche Fabiano (Basso), ha lasciato non solo la band, ma la musica in generale, per dedicarsi a tempo pieno al motorsport. Ci siamo guardati negli occhi io e John (Voce) e ci siamo detti, cosa vogliamo fare? Lasciamo che tutto vada in malora o alziamo la testa e combattiamo per rimettere tutto al posto giusto? Abbiamo scelto di andare avanti a testa alta per ritornare a far musica ad alto livello. “From Ashes to Flames”, dalle ceneri alla luce, questo è “Reborn from Hatred”.
Attualmente siete un trio (almeno questo riportano le note promozionali), è una situazione momentanea o pensate di andare avanti così?
Giangluca (Batteria) ha degnamente sostituito Joe, portando freschezza negli arrangiamenti di batteria, e contribuendo attivamente al sound di questo album. Visto come siamo arrivati a questo album, siamo decisamente un trio, uniti come se fossimo una cosa sola. Certo, siamo alla ricerca di un bassista, ma fin quando non avremo trovato la persona giusta, che sposi la nostra causa, andremo avanti come trio, e dal vivo utilizzeremo la click track di basso.
“1991.Bloodstained” sin dal titolo era un album auto-celebrativo, metteva in chiaro che voi siete qui dal 1991 e che di cose da dire ne avete ancora tante. “Reborn from Hatred”, invece, che segnale vuole mandare all’esterno?
In ogni album cerchiamo di rimarcare un concetto o un concept. Nell’odierna società, dove si vive solo nel presente, i valori sono quelli dei social, l’attenzione non dura più di 60 secondi, e non si da valore alla memoria storica, abbiamo voluto con il nostro sesto album “1991.Bloodstained”, rimarcare anche, che esistiamo dal 1991, e che con determinazione, costanza, passione, ed onestà artistica ed intellettuale, portiamo avanti la nostra musica. “Reborn from Hatred”, è la resilienza, la nostra resilienza.
Quando avete iniziato a scrivere i nuovi pezzi avete fissato un punto di partenza, magari “1991.Bloodstained” o un disco precedente, oppure vi siete messi là a comporre senza un canovaccio da seguire?
In passato abbiamo cercato di mantenere il nostro trademark, lavorando su elementi che facessero percepire all’ascoltatore, un evoluzione rispetto all’ album precedente. Questa volta invece, essendo di fatto siamo nuova band, con un nuovo batterista, ruolo determinante nel death metal per gli arrangiamenti, e quindi lo stile delle canzoni; abbiamo iniziato a comporre senza un canovaccio da seguire, ma seguendo solo istinto, passione e divertimento. L’aspetto del divertimento è stato fondamentale, se un riff o un arrangiamento non ci divertiva, non ci lavoravamo e basta, senza farci lucubrazioni mentali e/o filosofiche, non ci diverte, vuol dire che non funziona, e si passa alla parte successiva, senza problemi. Ascoltando il risultato finale, personalmente credo che sia stata la scelta migliore.
La copertina del disco che significato ha? La guardo e mi manda messaggi differenti, non ho ancora un’idea definitiva su di essa…
Di solito non si dovrebbe giudicare un libro dalla copertina, ma nella musica è diverso. La copertina di un album crea aspettative nei confronti dell’ascoltatore, racconta qualcosa dell’album sotto l’aspetto visivo. Per queste ragioni, scegliere una copertina per un album, è davvero difficile, lasciamo questa parte al termine dei lavori, dopo aver ascoltato l’album diverse volte. La copertina di “Reborn From Hatred” si intitola “Ignis Desidero” l’autore è Augusto Peixoto, un artista portoghese. Il titolo “Ignis Desidero” è latino e parla della fiamma, una fiamma metaforica, fatta di passione, tenuta viva dal desiderio. C’è molta attinenza con la storia di “Reborn From Hatred”, il nostro desiderio di continuare a fare musica, nonostante tutto e tutti… e non a caso intro “From Ashes” ed outro “…to Flame” sono l’inizio, e la fine vittoriosa, che vede la nascita di quest’album, celebrata dalla fiamma “Ignis Desidero”, appunto.
Cambiate spesso etichetta, se si esclude il periodo Mascot, poi per ogni disco avete avuto una casa discografica differente, sino all’approdo all’attuale Eclipse Records. Come mai? E quanto questo ha influito sulla vostra carriera?
Oggi esistono tante etichette, ma nessuna è veramente disposta ad investire su una band, anzi, chiedono soldi alle band per pubblicare i dischi e fare promozione. In pratica fanno i froci, con il culo degli altri. Spesso si tratta di piccole realtà, massimo tre persone in staff, e non sono strutturate per lavorare seriamente con una o più band. Credono che basti un po’ di nome della band per vendere i dischi, ma non è cosi. In alcuni casi mancano anche le competenze per promuovere nel modo corretto una band sul web, per esempio. La Mascot Records, ci aveva pagato la produzione di due album “Skymorphosys” (2006) e “Graveyard of Angels” (2009), ed un tour in Europa con i Sadus durato 22 giorni. Pensavamo che tutte le etichette lavorassero più o meno in questo modo; ci siamo sbagliati. Ogni etichetta dopo la Mascot si è rivelata un flop per noi, col senno di poi, sarebbe stato meglio far uscire qualche album in meno, ma farlo uscire con un etichetta all’altezza della Mascot Records.
Il disco, come detto, uscirà a settembre: quali sono i vostri programmi sino alla data della sua pubblicazione?
Sarà pubblicato un nuovo singolo ad Agosto, prima della release date di “Reborn From Hatred”, e dopo la pubblicazione dell’album, speriamo di suonare dal vivo il più possibile, ma anche sotto questo aspetto, tutto è cambiato ed in negativo. I club pagano poco o non pagano, le agenzie che una volta guadagnavano in percentuale sul cachet della band, oggi chiedono soldi alle band per farle suonare dal vivo, a prescindere dal cachet. E’ tutto assurdo.
