Quest’oggi tocca ai Warmblood, storica death metal band risiedente nel lodigiano che, un anno fa, diede alle stampe il quinto full dal titolo “Master Of The Dead”, prodotto dall’italiana Punishment 18 Records. Di questo e, ovviamente di altro, abbiamo parlato con il chitarrista/vocalist Giancarlo Capra per capire quali siano i piani attuali e futuri del trio…
Ciao Giancarlo, innanzitutto ti ringrazio per esser quì a prender parte a questa intervista! Partiamo subito facendo conoscere la band ai lettori del Raglio del Mulo la band, sin dai suoi “primi vagiti”…
Ciao, i Warmblood nascono nel lontano 2002 dalle ceneri di un’altra band: i Lato Oscuro, nella quale militavamo io ed Elena. All’inizio eravamo un trio composto da batteria, chitarra/voce e basso, ma dopo circa quattro anni con l’arrivo di Davide Mazzoletti alla seconda chitarra e l’abbandono del bassista, abbiamo deciso di cambiare il nostro modo di comporre, di dare molto spazio alle chitarre con riff più complessi, arpeggi e molti assoli e di fare a meno del basso, almeno per quanto riguarda i live. Nel corso di questi 21 anni abbiamo pubblicato cinque album e abbiamo da poco iniziato a comporre il materiale per il sesto. Abbiamo diviso il palco con tantissime band e cercato di suonare il più possibile!
Il vostro ultimo album (in ordine cronologico) “Master Of The Dead” è stato prodotto dalla Punishment 18 Records, puoi raccontarci come nacque la collaborazione con la label nostrana?
Conosciamo Corrado della Punishment 18 Records da molti anni. Appena finito di registrare il nostro secondo album “Timor Mortis” eravamo alla ricerca di un etichetta per la stampa e la distribuzione, facemmo sentire a Corrado alcune tracce, ne rimase favorevolmente colpito e decise di pubblicare l’album. Da allora la collaborazione con The Spew/Punishment 18 Records è andata sempre più consolidandosi, con Corrado c’è un ottimo rapporto, è una persona onesta che sa fare il proprio lavoro, ci troviamo davvero bene.
Sempre in riferimento a “Master Of The Dead” devo farvi i miei complimenti, la produzione risulta davvero compatta e potente facendo sentire ogni singolo strumento!
Abbiamo registrato “Master Of The Dead” agli Elefo Studio, come sempre. Questa volta ci siamo affidati completamente al fonico Daniele Mandelli anche per quanto riguarda il mixing e il mastering. Abbiamo optato per una produzione un po’ “Old school”, non abbiamo utilizzato trigger, plugins, re-amp o cose del genere, abbiamo registrato alla vecchia maniera, molto tradizionale, un po’ di editing e poi abbiamo lavorato molto sul missaggio. Il suono che ne è uscito, secondo me, è un perfetto compromesso tra le produzioni moderne e quelle degli anni ’90. Siamo soddisfatti del lavoro che abbiamo fatto in studio e ringraziamo Daniele per aver realizzato esattamente quello che avevamo in testa.
Ascoltando la vostra ultima release direi che il vostro sound abbia una chiara matrice di stampo old school death metal, ma che comunque ha forti richiami thrash; sono presenti inoltre numerosi inserimenti di parti melodiche e più “ariose” atte a variegare il tutto, sei d’accordo?
E’ molto difficile per me catalogare quello che facciamo, quando compongo non mi pongo mai il problema se quello che sto scrivendo esce dai canoni del death o meno, anzi forse la nostra forza è proprio quella di mischiare vari generi. Principalmente facciamo death metal “old school” ma come hai notato bene tu ci sono all’interno molti riff thrash, parti più prog e molti assoli, alcuni riff potrebbero essere inseriti in un brano di metal classico. Un musicista amico che è venuto a sentirci recentemente dal vivo mi ha detto: “sembrate la versione cattiva dei Sepultura, con la voce dei Dying Fetus e le armonizzazioni degli Iron Maiden!” Altri ci definiscono una via di mezzo tra i Death e i Cannibal Corpse, come vedi anche per chi ci ascolta non è facile catalogare quello che facciamo.
Secondo te quali sono le principali differenze stilistiche tra “Master Of The Dead” e le precedenti release?
Ritengo che un grosso passo in avanti sia avvenuto con il terzo album “God of Zombies” dove le composizioni si sono fatte più mature e abbiamo cominciato ad avere un nostro stile riconoscibile. “Putrefaction Emphasis”, il nostro quarto album è il proseguimento naturale di “God of Zombies”, è un buon album ma sinceramente non va ad aggiungere molto a quello fatto in precedenza. Credo che un ulteriore passo in avanti sia stato fatto invece con “Master Of The Dead”: i brani sono ben studiati, c’è la giusta dose di melodia, una buona alternanza tra parti più aggressive e altre di atmosfera, credo sia il nostro miglior album.
Come nasce un vostro brano? Di quali fasi si compone il vostro processo di composizione?
Sono io il compositore principale, di norma compongo prima la parte strumentale, il tutto nasce da un riff o da una linea melodica sulla quale poi costruisco il resto del brano, cerco di bilanciare bene le parti, i diversi riff devono suonare armoniosi tra loro e si devono incastrare in maniera naturale, il tutto non deve mai suonare troppo forzato. Una volta che il brano mi convince lo propongo ad Elena e Davide e cominciamo a vedere come suona in sala prove, Elena aggiunge la parte ritmica e Davide ha ovviamente carta bianca sui soli e le varie armonizzazioni. Quando il pezzo suona bene inizio a pensare alla parte vocale, faccio prima una metrica di base alla quale poi aggiungo il testo.
Il 2022 è stato un anno nel quale, oltre ad aver realizzato il già citato “Master Of The Dead”, avete anche “festeggiato” il vostro ventennale come band, dico bene?
Esatto, per l’occasione abbiamo creato un piccolo festival underground diviso in due serate e in due diverse location: il Bloodfeast. E’ stata una bella festa, un bellissimo modo per festeggiare i vent’anni di attività, tutte le band hanno partecipato con grande entusiasmo e questo ci ha fatto davvero piacere! L’esperienza è stata così positiva cha abbiamo deciso di riproporre il Bloodfeast anche quest’anno, ovviamente non sarà più celebrativo nei nostri confronti ma un piccolo festival a se stante che vedrà anche quest’anno 12 band suddivise in due diverse serate e in due differenti location. Ne approfitto per ricordarvi le date: 9 Settembre a Lodi al KM 298 e il 30 Settembre al Centrale Rock Pub di Erba. Non mancate!
Adesso una curiosità: nelle vostre esibizioni live si denota il fatto che vi esibite senza un bassista, come mai questa scelta?
E’ nata per caso, l’uscita dalla band del nostro bassista e l’arrivo di Davide come secondo chitarrista avvennero quasi contemporaneamente. In quel periodo eravamo molto concentrati su come arrangiare tutti i brani per la seconda chitarra senza preoccuparci troppo dell’assenza del basso anzi, proprio questa cosa ci ha indotti a comporre in maniera differente facendo molte armonizzazioni. Il suono che ne è nato ci convinceva a tal punto che abbiamo provato questa soluzione anche dal vivo. Fin da subito non abbiamo avuto una sensazione di ” manca qualcosa…”. Anzi quel leggero distacco che si era creato tra la batteria e le chitarre ci è sembrato interessante, abbiamo proseguito su questa strada ed ora è quasi un nostro marchio di fabbrica! Ovviamente su disco invece il basso c’è, questo perché l’ascolto di un album è completamente diverso dal discorso live e la mancanza di certe frequenze potrebbe risultare strano o fastidioso.
Avete già in mente di lavorare a del nuovo materiale oppure prenderete un po di tempo dedicandovi alla fase live? Cosa bolle in pentola?
Dopo le registrazioni di “Master..” ho avuto un periodo di calo a livello compositivo, avevo dato molto per quell’album ed ero come prosciugato. Sono stato quasi un anno senza comporre nuovo materiale, non mi era mai capitato un periodo così lungo di inattività. Ora fortunatamente ho ripreso a comporre, sono come rinato, ho un sacco di idee per il nuovo album e ho già scritto diversi brani, vi stupiranno: suonano Warmblood al 100% ma in maniera differente con grandi novità.
Grazie per aver preso parte a questa intervista Giancarlo, colgo l’occasione per fare i miei più sinceri auguri a voi della band… Concludi come vuoi!
Grazie a te, lo spazio e il tempo che ci hai dedicato sono molto importanti per noi! Colgo l’occasione anche per ringraziare tutti i nostri sostenitori, nell’ultimo anno abbiamo suonato molto dal vivo e devo dire che abbiamo sempre trovato un pubblico attento e che ci ha supportati alla grande. Per chi non l’avesse ancora fatto, consiglio di ascoltare il nostro ultimo album e se vi va lasciateci le vostre impressioni sui nostri canali social.
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See you in hell!
