Gastuzie è il progetto di Beppe Scarangelli, classe 1996, giovanissimo ma che ha alle spalle già una decina di anni di esperienza nel campo musicale e sui palchi della musica suonata dal vivo. Afferma che “il contatto con la cultura underground di Los Angeles lo ha convinto a mettere nero su bianco la propria musica ed i propri testi”. È così che nasce il suo progetto solista: Gastuzie. Da poco ha pubblicato l’omonimo EP in formato digitale, lo abbiamo contattato per raccontarci del suo progetto musicale.
Beppe, il nome del tuo progetto è Gastuzie, cosa significa per te? E come nasce?
Gastuzie è una parola senza significato. Nasce da una partita a scarabeo che non volevo perdere. Ero rimasto solo con G e se avessi passato il turno avrei perso, quindi ho deciso di apporre la lettera prima della parola “astuzie”. Ho parlato ai miei amici e colleghi musicisti di questa storiella, e mi hanno consigliato di usarlo come nome d’arte per l’unicità e per il fatto che può camuffarsi tra inglese e italiano. Inoltre, la scelta del nome è più “tattica” che significativa, se cerchi Gastuzie in giro, ci sono solo io.
Il disco è “figlio del lockdown”, come molti dischi o libri usciti dopo il 2020, come è stato l’impatto di una tale chiusura per un ragazzo molto giovane come te?
Per quanto abbia visto i miei coetanei praticamente impazzire durante il lockdown, io invece l’ho apprezzato particolarmente. Sono iperattivo, sempre in movimento e sempre stanco, non ho mai tempo per rilassarmi o riposarmi. Quello che il lockdown mi ha donato, è stato proprio il tempo: ho avuto il tempo di approfondire i miei studi; ho potuto riflettere a tante cose che mi erano successe e metabolizzarle con le canzoni che ora potete sentire nel mio EP. Ho avuto anche il tempo di fare tanta sperimentazione sonora. Ho davvero apprezzato il lockdown, non ho neanche sofferto la mancanza della musica live perché con mio fratello Walter (che suona la batteria nell’EP), abbiamo fatto alcuni concerti sul balcone per il vicinato, che si è dimostrato un pubblico particolarmente caloroso e attento (diversamente da come a volte accade in giro). Credo che ogni tanto ognuno di noi abbia bisogno di un “lockdown” (se così vogliamo chiamarlo) per potersi fermare, dedicarsi del tempo e riorganizzare le idee.
A proposito di “periodi”, un brano si chiama “May – Nov 19 (wasting time)”, cosa è successo in quel periodo tanto da dedicarci un brano?
Così come suggerisce il titolo, la canzone racconta del periodo da maggio a novembre 2019. Il punto di vista è quello emotivo: “May – Nov 19 (wasting time)” è una breakup song in cui prendo coscienza, nel corso dei mesi, che presto la mia relazione finirà, come e con quali parole. Scrivere questa canzone è stato come prendere coscienza che stavo vivendo nell’illusione che tutto potesse andare per il meglio, quando invece mi rendevo sempre più conto che tutti gli sforzi sono effettivamente stati una perdita di tempo. Fortunatamente non tutto è perduto, prendere coscienza serve proprio ad evitare di buttarsi per l’ennesima volta giù, anzi, è rappresentazione della volontà di non perdersi e di andare avanti. Le parole del ritornello sono scelte anche perché si possa cantare tutti insieme: “May – Nov 19 (wasting time)” rappresenta non solo musicalmente Gastuzie. Condividere emozioni e cantare tutti insieme sono parte integrante dell’energia con cui nasce Gastuzie.
Di cosa parlano gli altri brani dell’EP e da cosa sono ispirati, sia a livello di testi che musicalmente?
I brani dell’EP prendono spunto principalmente da riflessioni derivate da alcune relazioni che ho avuto nell’arco di quattro anni circa, condito da diversi contesti e personaggi. “Long Bob” è una presa in considerazione di insicurezza riguardo la relazione a cui si riferisce, ed è inoltre una dichiarazione di scuse in anticipo per qualche “danno” che poi, (spoiler) ho fatto. “Cow Chew” è una riflessione riguardo i cambiamenti che possono avvenire in ognuno di noi durante una relazione. Sono sempre stato dell’opinione che dalle persone con cui decidiamo di instaurare una relazione abbiamo qualcosa da imparare e possono farci crescere; ma da una crescita personale allo snaturamento di sé stessi, c’è di mezzo il mare. “Loquats” si riferisce alla relazione disastrosa più recente alla quale da tutte e due le parti si è cercato più volte di ricucire ferite aperte. A livello musicale mi sono ispirato molto al suono vero di “In Utero” dei Nirvana per quanto riguarda soprattutto la batteria e la produzione generale. Il sound delle chitarre è invece ispirato alle band midwest-emo americane, con particolare attenzione a lasciare un suono aggressivo e con molto attacco, pur senza saturare eccessivamente le valvole, lasciandolo quasi clean.
Suoni molto a Bari e dintorni, com’è la situazione musicale live e non nella tua città?
La situazione secondo me ha ampissimi margini di miglioramento. Diciamo che prediligo crearmi situazioni live. Le poche situazioni che valorizzano adeguatamente i musicisti ed i loro progetti sono spesso inaccessibili e occupate dai soliti quattro nomi. Lasciando da parte l’aspetto meramente economico (cachet), ci sono varie situazioni come pub o simili, ma metà sono da scartare perché invasi dalle cover band e l’altra metà invece frequentate da un pubblico a cui di base interessa mangiarsi il panino con l’hamburger. A tal riguardo sono veramente poche le eccezioni. Ci sono molti musicisti che si lamentano tanto e che non sono in grado di lavorare insieme, prediligendo un approccio generalmente individualista ed egoista. Ho notato però che sono varie le iniziative dei giovani che riescono a mettere in pratica le loro idee di “unione attraverso la musica” attraverso le jam session a cui spesso partecipo con molto entusiasmo. È vero, a livello economico è solo un “investimento”, il tempo per esibirsi è poco e magari bisogna spostarsi per qualche decina di chilometri (o anche di più), ma è proprio in queste situazioni che si trova un pubblico attento, e posso assicurare che è un ottimo modo di creare rapporti positivi con altri musicisti, nonché una fanbase solida.
Ci sono concerti imminenti in cui presenterai dal vivo i brani?
Sì, per luglio è previsto un private party e qualche altro evento da confermare, mentre sicuramente posso dirvi che sarò il 20 agosto ad Alberobello, in piazza, nel cuore pulsante della città, in occasione del festival Trull ’n’ Beer; mentre il 10 settembre il centro storico di Bitritto mi accoglierà per il terzo anno di fila come ospite al BitArt Festival. Seguitemi su Instagram Gastuzie per scoprire tutte le altre date in arrivo e molto altro.

INTERVISTA ORIGINARIAMENTE PUBBLICATA SU “IL QUOTIDIANO DI BARI” IL 5 LUGLIO 2023