Le Scimmie – Il deserto delle scimmie

Le Scimmie ritrovata la forma originaria di duo, dopo sette anni ritornano con “Adriatic Desert” (Frekete! Records \ Metaversus PR), un album ricco di sabbia dell’Adriatico…

Ciao Angelo (Mirolli), siete da poco fuori con “Adriatic Desert”, un disco che riporta Le Scimmie alla versione originale, quella di duo. A cosa si deve questo ritorno al passato?
Ciao! In realtà è avvenuto tutto in modo molto naturale e spontaneo in quanto dopo circa tre anni dall’uscita di “Colostrum” ci siamo ritrovati in due in sala prove e ciò che ne veniva fuori era perfetto per essere suonato in due senza l’aggiunta di alcun componente, quindi abbiamo deciso di proseguire su questa strada che poi è da sempre la mia strada!

Passiamo ora ad “Adriatic Desert”, come è nato il disco?
“Adriatic Desert” è nato nella mia mente durante lunghe camminate quotidiane sulla costa adriatica. Negli anni surreali della pandemia ho stretto un rapporto viscerale con il mare: era l’unico compagno in quelle giornate e mi ha donato davvero molto. Non potevo fare altro che lasciare traccia di questo dono. Quando poi ci siamo ritrovati in sala prove io e Marco il progetto ha preso vita molto facilmente, in pochi mesi il disco era pronto.

Durante le registrazioni di “Adriatic Desert” ti è mai capitato di pensare qualcosa del tipo “ah, se fossimo stati ancora un trio, magari avrei potuto sperimentare questa cosa!”?
No, poiché credo che ogni capitolo abbia la sua strada da seguire. Quando entro in studio ho sempre un’idea ben chiara del disco. “Adriatic Desert” suona proprio come volevo che suonasse e per arrivare a ciò, quando avevo ultimato le chitarre, ho deciso di cancellarle tutte e registrarle nuovamente perché non ero soddisfatto del suono: per me ogni disco è come se fosse un figlio e se c’è solo qualcosa che non mi convince riparto da zero. Sono molto soddisfatto del risultato ottenuto. Con un terzo componente avrebbe preso sicuramente altre strade non in linea col progetto.

La formazione a due resisterà anche alla prova del palco oppure almeno in sede live allargherete la lineup?
Per il momento rimaniamo fedeli alla formazione duo anche dal vivo. Sono sempre stato affascinato dai duo soprattutto nell’aspetto live.

I brani dal vivo resteranno simili a quanto proposto in studio oppure hanno un arrangiamento diverso?
Preferiamo farvelo scoprire venendo a sentirci!

Stesso discorso vale anche per i brani di “Colostrum”?
Per quanto riguarda i brani di “Colostrum” ne abbiamo alcuni in scaletta ed altri no, in quanto essendo stati scritti con un’altra formazione ed altra strumentazione portarli dal vivo significherebbe snaturarli suonandoli in una veste completamente rivisitata.

A cosa fa riferimento il titolo dell’album?
Alle emozioni provate durante le lunghe camminate di cui ti parlavo. Io credo fortemente che ogni forma d’arte sia particolarmente influenzata dall’ambiente in cui vive l’artista, che lo circonda durante il suo quotidiano. Fondamentalmente la musica non è altro (o meglio, non dovrebbe essere altro) che emozioni riversate sulle tracce audio.

A proposito di deserto, possiamo definire “Adriatic Desert” il vostro disco più “puramente” stoner?
Probabilmente sì.

Nei tuoi progetti futuri Le Scimmie, dopo la fase di promozione di questo album, daranno a breve un successore ad “Adriatic Desert” oppure cadranno in un lungo letargo discografico?
Non saprei sinceramente, preferisco godermi il momento soprattutto per quella che è la situazione musicale di questi anni. In ogni caso tra l’uscita dei miei dischi è passato sempre molto tempo perché ho bisogno di assorbire le emozioni della vita, farle mie ed aspettare il momento giusto per liberarle sulla traccia. Non riesco a dare una collocazione temporale: il prossimo lavoro potrebbe uscire l’anno prossimo come fra dieci anni e fondamentalmente è giusto così per chi non ha “tempi discografici”!

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