Last in Time – Too late

I Last in Time sono il progetto del chitarrista Massimo Marchetti, che ha raccolto attorno a sé un gruppo di musicisti per dar vita a un disco d’esordio, “Too Late” (Rockshots Records), che pur muovendosi su coordinate AOR/melodic rock, presenta un’ampia varietà di sonorità.

Benvenuto su Il Raglio del Mulo Massimo,  da poco è fuori il debutto dei Last in Time, dobbiamo pensare a una vera e propria band o si tratta di un tuo progetto da portare avanti in solitaria con l’apporto di diversi musicisti?
Ciao Giuseppe! È un vero piacere essere qui con voi e vi ringrazio. La band è nata come un progetto in solitaria per la registrazione in studio delle canzoni. Strada facendo si è consolidato il rapporto di amicizia e collaborazione con i vari musicisti e ci sta portando ad essere qualcosa di più di un progetto da studio.

Ti andrebbe di elencare velocemente chi ha collaborato con te per la realizzazione di questo album?
Certamente: Igor e Caterina i cantanti principali e Mirko come special guest nell’ultima canzone. Igor Piattesi, ha influenze derivanti dal grunge, ma con radici forti nel classic Rock ed AOR. Caterina Minguzzi dall’anima Soul , ma rockettara per DNA. Mirko Marchetti, mio fratello, che ha radici più di stampo metal. Jack Calabria (Batteria) e Luca Nicolasi (Basso) sono la base ritmica pulsante in tutte le canzoni. Entrambi hanno innumerevoli collaborazioni musicali a livello nazionale ed internazionale. Amanti del rock in ogni sua forma, come anche le tastiere che ho coinvolto: Alessio Mosconi, amico di vecchia data con il quale ho iniziato a lavorare sull’arrangiamento di alcuni pezzi. Successivamente ho coinvolto anche Emanuele ed Andrea Lo Verde in quanto anche loro in sintonia con lo spirito del progetto. Samuele Benini esegue il solo di piano in “Moonlight”, in quanto la prima versione di pre produzione conteneva le sue registrazioni, ed ho voluto inserirlo nel disco in onore della sua precedente partecipazione alla prima forma embrionale della canzone. Una citazione di merito la dedico anche ad Alberto Zimino, creatore della copertina e del logo del gruppo.

Lavorando con musicisti diversi, probabilmente con background differenti, come hai fatto a mantenere  dritta la rotta stilistica che ti eri imposto?
Da parte di tutti i musicisti vi è stato sempre il rispetto per la canzone e la composizione, l’approccio principale è sempre stato da parte di tutti di fare qualcosa per impreziosire il brano a prescindere dalle proprie vedute personali. In fase di pre produzione e di registrazione ho incentivato i musicisti a mettere del loro nelle parti, per fare in modo che la peculiarità del singolo fosse risaltata al meglio.

In fase di registrazione i pezzi hanno subito delle variazioni, magari su consiglio dei musicisti coinvolti, oppure sono rimasti fedeli alle partiture iniziali scritte da te?
Durante il processo di pre-produzione avevo già curato molti aspetti e definito le linee vocali con i cantanti e la struttura dei cori. Durante il processo di registrazione il 99% è rimasto fedele a quanto già previsto in precedenza. Certo, durante la registrazione qualsiasi piccola casuale modifica che ha fatto risaltare la registrazione è stata mantenuta. Ma sono cose che era impossibile programmare. Abbiamo colto il momento magico. Molti dei musicisti coinvolti hanno dato spunti per la loro rispettiva parte suonata ed ho inserito dove ritenevo opportuno ogni suggerimento. Mi piaceva l’idea che ognuno si potesse sentire partecipe alla forma definitiva dell’arrangiamento.

Il progetto non è nato molto tempo fa, stando alle note biografiche incluse nel promo-kit, nel 2021. Mi spieghi, allora, il titolo “Too Late”, che lascia presagire quasi che il disco sia uscito “troppo tardi”?
Beh, in effetti ho 44 anni… potevo farlo uscire almeno 15 anni prima questo disco… Ho scelto di chiamare il disco “Too Late” in quanto è la traccia del disco che secondo me rappresentava di più lo stile del gruppo nel momento della uscita. L’album contiene 9 canzoni, ognuna con una sua caratteristica che la differenzia dalle altre. Ho visto in “Too Late” il biglietto da visita più in sintonia allo spirito della band ed ho deciso di chiamare così l’album.

Il riferimento al tempo è contenuto sia nel nome del gruppo che nel titolo e nella copertina, come mai questo pensiero ricorrente allo scorrere delle del tempo?
Last in Time è inteso come qualcosa che dura e rimane nel tempo. Indica per me la tenacia nel perseguire la realizzazione di questo progetto, nonostante alcune di queste canzoni (tre) le ho scritte/ abbozzate 20 anni fa. Indica quindi per me anche la passione per la musica e per quello che faccio. Alcune canzoni sono mie compagne di viaggio da molto tempo. “Too Late” come dicevo prima è stata scelta più per la sua struttura e caratteristica. Il concetto ridondante del tempo non era voluto ed è casuale.

I due singoli estratti dal disco, “The Way To Rock” e “Moonlight Dreamers”, presentano aspetti diversi della tua musica, credi che, però, siano sufficienti a mostrare tutte le sfaccettature del disco?
Ho scelto “The Way” come primo singolo, essendo la prima traccia scritta in ordine cronologico. Aveva un significato personale per me. “Moonlight” è stata scelta per dare importanza alla voce femminile, che è parte importante del progetto e aveva senso di essere messo in primo piano. Entrambe hanno una durata più consona ad un concetto di singolo. Le canzoni del disco sono tutte abbastanza lunghe sopra i 5 minuti. No, non penso che i due singoli possano dare un’idea completa del progetto, in quanto tutte le nove canzoni si differenziano tra loro per carattere ed approccio musicale, nonostante abbiano un filo conduttore artistico/compositivo comune.

Porterai fuori dallo studio i Last in Time e se sì coinvolgerai più musicisti o di ti affiderai a un numero ristretto di artisti?
Stiamo lavorando per una data zero a fine estate. Dove coinvolgerò tutti i musicisti che hanno fatto parte della registrazione. Stiamo lavorando per impostare un vero e proprio spettacolo live da suonare a fine 2024/2025. Purtroppo la situazione musicale italiana e lo spazio alla musica indipendente lo conosciamo tutti. Sono poche le opportunità di poter suonare in giro e sono occasioni molto selettive. Nonostante ciò, ci stiamo organizzando per l’attività live con una line-up ottimizzata con una tastiera ed i due cantanti principali.

Infine, sei già a lavoro su altri brani  per i Last in Time oppure o per il momento ti concedi una pausa?
Il primo disco non contiene tre canzoni che andranno nel secondo album. Inoltre ho già le bozze per altre sette canzoni. Non ho molto tempo tra lavoro e famiglia ma mi sto organizzando per la finalizzazione delle canzoni del secondo album, che prevedo possa uscire nel 2026.

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