Corpsefucking Art – Satanic barbecue

Il conto alla rovescia è partito, manca ormai poco alla pubblicazione del sesto album dei Corpsefucking Art. Sfruttando anche gli annunci delle imminenti date in programma, abbiamo contattato Andrea “Corpse” Cipolla per fare il punto sui primi 30 anni di vita della band capitolina…

Ciao Andrea, avete chiuso l’anno con un annuncio sui vostri social “We are coming back”, il tutto accompagnato da una immagine su cui campeggia la scritta “NEW ALBUM COMING IN 2024”. A che punto siete? Dobbiamo aspettare molto per il vostro sesto lavoro?
Ciao, il nostro sesto album è bello e pronto, abbiamo terminato la fase finale di mastering da qualche settimana, sembra tutto vero quindi eheh. Posso solo anticiparti che uscirà per la statunitense Comatose Music, e che a breve annunceremo tutte le informazioni e presenteremo la copertina di questa nostra sesta fatica. In questi mesi stiamo preparando il set live, quindi torneremo sui palchi con pezzi da tutti i precedenti lavori e anche qualche sorpresa.

Mi puoi anticipare qualcosa? Il disco riprenderà le sonorità di “Splatterphobia”, sarà un ritorno ai vostri primi giorni, oppure proporrà qualcosa di nuovo?
Qualcuno già in passato parlò di noi usando l’espressione “stile CFA”, credo che il nostro nuovo lavoro sia un naturale proseguimento del discordo affrontato su “Splatterphobia”, abbiamo portato avanti il nostro linguaggio, cercando di esprimere al meglio il nostro modo di vedere la musica e l’arte in generale. Quindi credo che I nostri album siano collegati fra di loro per via dello stile che in 30 anni si è andato affinandosi, senza dimenticare l’evoluzione dei testi, che parlano come al solito del nostro amato personaggio, Mr. Daisy, che puoi vedere in ogni nostra copertina. Tutto è cucito insieme, guardando il mondo con i suoi occhi, gli occhi di una persona psicologicamente malata e folle.

Visto che ci siamo, come mai ci è voluto tutto ‘sto tempo per dare un successore a “Splatterphobia”?
Come dicevamo prima, la nostra musica, come tutta l’arte, è un linguaggio, un’espressione, e soprattutto un bisogno personale. Quando si capisce che il disco sta per arrivare nella tua testa, allora puoi iniziare a costruire lo scheletro di questo nuovo mostro. Cresce e ti consuma, ma il parametro non è mai il tempo che ci metti, ma a come compi questo gesto, con quanta passione ti ci immergi per renderlo un proseguimento di te stesso.

Lo scorso giugno avete pubblicato un video celebrativo per i vostri 30 anni di carriera sfruttando le dolci note di “Blood Knife Mirror”, ti va di fare un bilancio, sei contento di come sono andate le cose o hai dei rimpianti?
Quel video celebrativo ha dato inizio ad una nuova collaborazione con l’artista Pierre de Palmas, e la Headbanging Production, che cura da sempre i nostri video, ha animato il tutto. E’ stato un lungo percorso, abbiamo maturato un nostro stile e il nostro sound è riconoscibile fra lo stuolo di band che ci sono attualmente. Il bilancio è assolutamente positivo, la band è andata avanti, riuscendo a registrare tutte le idee. Si sono susseguiti molti musicisti, e ognuno, o quasi, ha apportato qualche mattoncino utile. Molte etichette si sono interessate a noi e continuano a farlo, dandoci sempre molte opportunità per esprimerci. Abbiamo un bel po’ di seguaci, che puntualmente ci supportano. Posso dire con certezza che è, e continua ad essere, una grande compagna di vita la musica.

Tra le altre cose, “A Puzzle of Flesh” è stato ripubblicato dalla Giapponese Obliteration Records, una bella soddisfazione, no?
Ho sempre amato la cultura del paese del Sol Levante, e molto volte ho pensato ad una versione giapponese di qualche nostro lavoro. Già collaboro da anni con la Obliteration Records, con la mia etichetta discografica Despise The Sun Records ho fatto innumerevoli scambi di CD e cassette con Naru, è una delle mie etichette preferite e ha sempre stampato le sue produzioni in formati particolari e sempre ben curati. Per questo ho proposto la cosa, e il progetto è andato avanti, aggiungendo anche la traduzione dei titoli nel loro idioma. Quindi sì, è una soddisfazione sapere che la nostra musica è amata un po’ ovunque.

La Comatose, invece, nel 2021 ha ripubblicato “Splatter Deluxe”, uscito nello stesso anno anche in formato musicassetta su Stump Grinder Records. Che mi dici di queste nuove edizioni del vostro esordio?
Era da tanto tempo che volevo aggiornare un po’ il sound del nostro primissimo album, e vista la richiesta abbiamo fatto ristampare in questi due formati “Splatter Deluxe”, con un nuovo mastering e qualche bonus presa dello split con i Goretrade. Stiamo ristampando un po’ tutto il materiale e ci sarà presto un’edizione speciale per il nostro terzo album. Fa sempre molto effetto riascoltare la musica scritta in passato, ti fa capire a che punto sei e quanto tu sia maturato stilisticamente.

Basta parlare del passato, fiondiamoci sul futuro, tra un po’ tornerete a suonare dal vivo, quali date avete in programma?
Dopo l’annuncio del nostro ritorno, in veste live, per la presentazione del nostro sesto album alla seconda edizione del Rome Death Carnage, sono iniziate ad arrivare parecchie richieste. Per ora, oltre a questa data, abbiamo un festival a Foggia, il Kraepus Fest. Presto confermeremo altri concerto per portare in giro il nostro nuovo lavoro.

Mi soffermerei un attimo su il Kræmpus Fest, evento che commemorativo no profit dedicato a Eric Ivone, venuto, purtroppo, a mancare qualche mese fa. Cosa deve aspettarsi il pubblico foggiano?
Proprio in questi mesi stiamo preparando un set che ripercorrerà tutta la nostra discografia, in scaletta ci saranno pezzi anche dal sopracitato “A Puzzle Of Flesh”, il resto sarà una sorpresa. Come al solito daremo il massimo, per movimentare una città che mi pare aver fame di musica estrema.

Andrea, ti ringrazio per la disponibilità e lascio a te la chiusura…
Grazie a te per lo spazio, gloria e vita alla nuova carne.

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