Zolfo – Descending into inexorable absence

La caratteristica puzza di uova marce del solfuro di idrogeno è tornata da ammorbare l’underground italico, gli Zolfo finalmente hanno dato un successore a “Delusion Of Negation”. “Descending Into Inexorable Absence” ripropone una band monoliticamente uguale a sé stessa ma allo stesso tempo diversamente pachidermica…

Benvenuti ragazzi, come avete occupato il quadriennio che separa la pubblicazione del nuovo “Descending Into Inexorable Absence” da quella dell’esordio “Delusion Of Negation”?
Ciao Giuseppe! I quattro anni che hanno separato queste due release sono stati parecchio movimentati a dire il vero. Dopo aver dovuto affrontare le chiusure e l’immobilità causati dalla pandemia ed il conseguente lockdown, ci siamo dovuti concentrare contemporaneamente sulla promozione di “Delusion of Negation” (anche se con un lieve ritardo) e sulla composizione e realizzazione di “Descending into Inexorable Absence”. Ci siamo quindi impegnati il più possibile nell’attività live sul territorio Italiano ed estero, dedicando i momenti di maggiore calma allo studio.

L’impressione che ho ricavato ascoltando questo nuovo lavoro è che sia molto più vario e dinamico rispetto al suo predecessore. E’ corretta la mia idea e, se sì, queste novità sono state introdotte volutamente nel vostro sound oppure sono il risultato spontaneo del vostro percorso di crescita?
Diciamo che sono due facce della stessa medaglia, rispetto al precedente lavoro, ci siamo sicuramente impegnati per innovare e rinnovare il nostro sound, ricercando nuove sonorità. Dall’altro lato, l’esperienza maturata durante l’attività live, in studio, le nuove influenze musicali e i concerti ai quali abbiamo presenziato come spettatori, hanno contribuito inconsciamente a sviluppare gli aspetti da te citati.

L’album si conclude con due tracce, “Apoptosis” e “Silence of the Absolute Absence”, che forse rappresentano i due estremi stilistici degli Zolfo. L’una più controllata e tetragona, l’altra una sorta di infernale gorgo musicale. Credete che queste due song vi descrivano al meglio gli Zolfo di oggi?
Facendo una somma di tutti gli stili presenti all’interno di quelle due canzoni, potremmo dire assolutamente di sì. Crediamo siano rappresentative di tutte le influenze a noi più vicine, dalle sfuriate più violente e affini allo sludge classico, passando per le tonalità più melodiche del post-metal atmosferico fino ai cadenzoni lenti e dissonanti del doom moderno.

Guardandovi indietro, che cosa vi mancava quattro anni fa?
Sicuramente rispetto a quattro anni fa, eravamo meno consapevoli rispetto agli strumenti (sia tecnici che promozionali) a nostra disposizione durante la produzione di un album, e trattandosi di un disco di esordio, anche una fanbase più solida a contribuito alla diffusione del nostro nuovo lavoro.

Invece, c’è un qualcosa che avete perso rispetto ai vostri esordi e che in qualche maniera vi manca?
Sicuramente rispetto agli esordi, le difficoltà per conciliare le vite di tutti noi sono aumentate considerevolmente. Quindi si, se dovessimo pensare ad un qualcosa che ci manca, questo è il tempo!

Se non erro il disco è uscito in tre versioni – digitale, vinile, cassetta – ma non in CD, giusto?
Si, al momento ci siamo concentrati su altri formati, ma nel prossimo futuro, ci piacerebbe aggiungere anche una versione CD.

Siete passati da un’etichetta italiana, la Spikerot, a tre realtà straniere quali Violence In The Veins, Riff Merchant e Zann’s Records, che si dividono le dirvese versioni del disco. Come mai avete optato per per questa soluzione “condivisa”?
Da un lato possiamo dire che sia semplicemente capitato, non siamo mai partiti con l’idea di portare a termine una collaborazione tra diverse etichette. Dall’altro lato, durante le ricerche di una etichetta, abbiamo trovato delle realtà tutte altrettanto valide interessate al nostro progetto, non potendo e volendo effettuare una scelta, abbiamo deciso di coinvolgere tutte quelle interessate a portare avanti una collaborazione in puro stile underground.

Dal vivo quali sono le prossime mosse?
Stiamo lavorando ad un po’ di date per la promozione del nuovo materiale tra l’autunno e l’inverno, mentre nel 2025 ci piacerebbe tornare a girare un po’ fuori dai confini italiani, magari in alcuni festival di settore.

Proporrete anche “Silence of the Absolute Absence” oppure deciderete di volta in volta a seconda del minutaggio a disposizione per la vostra esibizione?
Sicuramente è difficile trovare un contesto in cui poter proporre un brano così lungo ed articolato. Dalla sua composizione è stato eseguito una sola volta in occasione del release party di “Descending into Inexorable Absence”. Comunque sia, lo porteremo dal vivo ogni volta che ci si presenterà l’occasione giusta per eseguirlo.

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