Tystnaden – Black swan

Reduci da alcuni cambi di line-up e dal ritorno in formazione della cantante Laura De Luca, i Tystnaden con il nuovo album “Black Swan” (Elevate Records) ci insegnano che nella vita gli imprevisti sono sempre dietro l’angolo… Ne abbiamo parlato con la stessa Laura e con il chitarrista Cesare Codispoti.

Benvenuti, in ossequio al vostro moniker, vi siete rintanati nel silenzio (tystnaden, appunto, in svedese significa silenzio) per ben 12 anni, all’indomani della pubblicazione di “Anima”: cosa è accaduto in questo lungo lasso di tempo?
CC: Ciao e grazie per l’opportunità! Poco dopo la pubblicazione di “Anima”, nostro terzo LP, Laura ha dovuto lasciare la band per motivi familiari e professionali. La scelta è stata difficile e sofferta per tutti, avevamo un album in piena promozione e un calendario di live da rispettare. Ognuno di noi aveva poi degli impegni professionali importanti, e io personalmente una situazione familiare difficile in quegli anni, ma non è del tutto corretto dire che ci siamo rintanati nel silenzio. Nonostante l’assenza di Laura, e alcuni cambi di formazione importanti che hanno richiesto un adattamento e una riorganizzazione, la band non ha mai smesso di fare attività live e a cercare di ritrovare nuovi equilibri. La passione per la musica non si è mai spenta, e abbiamo continuato a lavorare dietro le quinte, cercando nuove idee e nuovi assetti. Nel 2017, dopo l’uscita di Marco Cardona prima e Giada Etro poi, con l’ingresso di Giulia Coletti e il ritorno di Laura nel 2018, la formazione ha riscoperto un entusiasmo unico, e ha iniziato a maturare quello che oggi è “The Black Swan”, di cui purtroppo solo il periodo Covid ha rallentato la realizzazione.

Il silenzio è stato rotto con due singoli, rispettivamente “Broken” e “Forsaken”, come mai avete scelto questi due pezzi per far risentire dopo anni la vostra voce?
LDL: Abbiamo scelto “Broken” e “Forsaken” come primi singoli perché rappresentano al meglio le due anime del nuovo album. “Broken” ha un sound più potente e aggressivo, con riff decisi e una melodia vocale incisiva, mentre “Forsaken” è più introspettivo, con atmosfere dark che richiamano le nostre radici gothic. Questi due brani mostrano la varietà e l’evoluzione del nostro sound, e ci sembrava il modo migliore per riavvicinare i fan dopo tanti anni di silenzio. Invitiamo tutti i lettori a guardare i due bellissimi video realizzati per questi due brani sul nostro canale YouTube.

I due singoli sono estratti dal nuovo album, “The Black Swan”. Quali sorprese stilistiche hanno trovato i vostri ascoltatori in questo disco?
CC: Con “The Black Swan” abbiamo voluto esplorare nuove sonorità, senza però abbandonare il nostro stile. I fan troveranno un sound più maturo, con arrangiamenti più curati e una maggiore varietà nelle strutture delle canzoni. Abbiamo inserito elementi di modern metal, ma anche influenze più classiche, mantenendo sempre quel tocco gothic che ci contraddistingue. L’album alterna momenti di grande potenza a passaggi più melodici e riflessivi, cercando di creare un’esperienza emotiva completa per l’ascoltatore. Ed è la prima volta che Laura è da sola in tutti i brani!

Siete passati da una formazione a sei a una a cinque, con due membri nuovi: vi andrebbe di presentarli?
LDL: Con immenso piacere! Al basso abbiamo Stefano Stiz Galioto, che è entrato in formazione circa 10 anni fa ormai portando tanta energia e una grande esperienza. La sua precisione e il suo groove hanno dato una marcia in più alla nostra sezione ritmica. Ed è anche il nostro nutrizionista preferito (che nessuno segue ovviamente perché siamo pessimi!) Alla chitarra solista abbiamo la mia meravigliosa Giulia Juliet Coletti, un vero talento, potrebbe non esserci altro d’aggiungere. Juliet ha saputo integrarsi subito nel nostro sound, portando però una ventata di freschezza, tecnica, e schiaffi in faccia… e il suo stile si è rivelato perfetto per le parti più estreme e melodiche delle nuove canzoni. Quando guardo ai miei Tystnaden mi commuovo sempre un po’…

Il titolo è un omaggio al saggio di Nassim Nicholas Taleb del 2007, intitolato “Black Swan”. Potreste spiegare questa teoria ai nostri lettori?
LDL: La teoria del “Cigno Nero” di Taleb si riferisce a quegli eventi imprevedibili e rari che hanno un impatto enorme sulla nostra vita e sul mondo. Sono eventi che sfuggono alle previsioni e che spesso vengono spiegati solo a posteriori, in modo retrospettivo. Il “Cigno Nero” rappresenta l’imprevedibilità della vita e il fatto che, nonostante i nostri tentativi di controllare e prevedere il futuro, ci saranno sempre elementi fuori dal nostro controllo.

L’omaggio è circoscritto al titolo oppure nei brani questa teoria torna, magari come un filo conduttore di tutta l’opera?
LDL: La teoria del “Cigno Nero” è di fatto il filo conduttore dell’intero album. Ogni brano racconta storie ed esperienze che riflettono l’imprevedibilità della vita, gli eventi che ci colgono di sorpresa e ci cambiano profondamente. Nei testi affrontiamo temi come la perdita, la rinascita, la lotta interiore e la resilienza, tutti concetti che possono essere visti come metafore di questi eventi improvvisi che ci costringono a cambiare prospettiva e ad adattarci.

C’è stato un evento imprevedibile nella vostra carriera musicale che poi col tempo avete spiegato in maniera semplicistica?
LDL: Sicuramente il lungo periodo di pausa che mi sono presa dopo “Anima” è stato un momento difficile ma di riflessione importante, ma inizialmente è stato visto e l’abbiamo vissuto come un brutto “break”. La realtà è che quel periodo è stato comunque importante per noi, soprattutto per me, per capire chi eravamo come persone e come band. Solo con il tempo ci siamo resi conto di quanto fosse necessario perderci per poter ritrovarci più forti e determinati, con una nuova visione e un sound rinnovato.

Torniamo all’attualità, state portando in giro i nuovi pezzi? E qual è la reazione dell’audience?
LDL: Assolutamente sì, stiamo suonando i nuovi pezzi dal vivo e la risposta del pubblico è stata ottima. Ogni concerto è un’esperienza emotiva intensa, sia per noi che per chi ci ascolta, e siamo felici di vedere che i nuovi brani riescono a creare una forte connessione con il pubblico. I fan e gli addetti ai lavori (magazine, fanzine, siti metal, recensori…) sono rimasti soddisfatti dell’evoluzione sonora ma hanno apprezzato il fatto che non abbiamo perso la nostra identità.”The Black Swan” è uno di quegli album che arriva un po’ alla volta ma rimane a lungo.

Progetti futuri?
CC: In questo momento ci stiamo concentrando sulla promozione di “The Black Swan” con una serie di concerti in Italia e all’estero. Stiamo anche lavorando a nuovi brani e idee per il futuro, con l’obiettivo di non far passare altri 12 anni prima di un nuovo album! Inoltre, stiamo pensando a ulteriori collaborazioni e a nuovi video musicali per continuare a raccontare la nostra storia e mantenere viva l’energia del progetto.

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