Elvenking – Luna

Con “Luna”, gli Elvenking portano a compimento la trilogia di Reader Of The Runes, viaggio musicale e narrativo iniziato nel 2019. Questo capitolo finale, pubblicato da Reaper Entertainment, fonde sonorità folk e atmosfere epiche con una vena più sognante e romantica, e chiude una storia sviluppata nell’arco di sei anni. Damna (voce) e Aydan (chitarra) ci hanno raccontano le difficoltà affrontate e le soddisfazioni provate in questa battaglia conclusiva…

Benvenuti, “Luna” segna la conclusione della trilogia “Reader Of The Runes”. Com’è stato per voi chiudere questa saga? Sentite più sollievo o nostalgia?
Damna: Assolutamente entrambe le cose. Sentiamo sicuramente un gran sollievo perché siamo arrivati alla fine di un lavoro davvero molto complesso durato la bellezza di sei anni e sentiamo la necessità di confrontarci nuovamente con un disco che non sia legato così tanto ai testi – o almeno non nel senso della realizzazione di un concept. D’altra parte, questo è stato un lunghissimo viaggio e come ogni cosa a cui ci si lega e per la quale ci si emoziona così tanto, quando si arriva al termine arriva un profondo senso di tristezza e malinconia. Saranno questi due stati d’animo ad accompagnarci durante la prossima sessione di scrittura.

Il concept della trilogia ha richiesto anni di scrittura. Guardando indietro, c’è qualcosa che cambiereste o che avreste voluto sviluppare diversamente?
Aydan: Alla fine di un lavoro artistico c’è sempre qualcosa che a ritroso avresti fatto in modo diverso o che avresti voluto cambiare. Credo che la ricerca ossessiva della perfezione non porti comunque a nulla. Noi preferiamo considerare i nostri lavori uno specchio del periodo in cui sono stati fatti e concepiti, con tutte le loro imperfezioni. Se devo tuttavia guardare a questa trilogia – che, come dici tu, è stato un lavoro immenso durato sei anni – non trovo molte cose che avrei fatto diversamente. Sono personalmente assolutamente soddisfatto per come sono stati realizzati i tre capitoli, con le loro tipicità che li rendono parzialmente diversi tra loro: “Divination” più diretto e mistico, “Rapture” più oscuro e dark, “Luna” più sognante e romantico.

Quali sono stati i momenti più difficili e quelli più entusiasmanti durante la lavorazione di questo capitolo finale?
Damna: Con questi album abbiamo affrontato una storia stratificata, che si sviluppa attraverso diverse linee temporali, con legami sottili e intrecci complessi tra i personaggi. La sfida più grande è stata mantenere la coerenza e tradurre in musica le atmosfere e i toni della storia lungo tutta la sua durata. Un’altra difficoltà è stata suddividere le canzoni nei tre dischi in modo che ogni tracklist risultasse equilibrata: da un lato, dovevamo rendere ogni album fruibile anche se ascoltato singolarmente, senza inutili pesantezze; dall’altro, era fondamentale che il tutto scorresse in armonia con la narrazione che stavamo costruendo.

Musicalmente, “Luna” sembra fondere elementi medievali con atmosfere più oscure ed epiche. Quali influenze hanno giocato un ruolo chiave nella sua realizzazione? C’è qualche strumento o elemento musicale particolare che spicca rispetto ai lavori precedenti?
Aydan: Sicuramente “Luna” è l’album più legato alle sonorità folk della trilogia e quello che forse rimanda più ai nostri primi lavori. Le atmosfere sono magiche e sognanti, ma anche più malinconiche e romantiche. Ovviamente il tutto è legato allo svolgersi della storia e l’ultimo capitolo necessitava determinate atmosfere proprio perché si sposta tra il passato dei protagonisti e il presente della narrazione. Per creare e sottolineare certe sonorità abbiamo anche in questo caso utilizzato quanto più possibile veri strumenti tradizionali, come la ghironda, le cornamuse o i tin whsitles, suonati da membri della paganfolk band Daridel e dal nostro amico irlandese Dave Briggs.

Il brano “Throes of Atonement” richiama il power metal degli anni ‘90 e i vostri primi lavori. Quanto è stato naturale per voi tornare a quelle sonorità?
Damna: Assolutamente naturale. Quelle sonorità fanno parte di noi e rappresentano le nostre fondamenta, sia come fan del metal che come musicisti. Ovviamente, il power metal di quegli anni non è stata la nostra unica influenza, ma solo una delle tante. Dal metal classico ed epico di Maiden, Metallica al folk degli Skyclad, dal doom dei Candlemass al sound oscuro e teatrale di Mercyful Fate e King Diamond, fino al death svedese e al black metal delle origini, il nostro stile ha sempre abbracciato un’ampia gamma di sfumature. Quando vogliamo scrivere una canzone più melodica ed epica, è naturale ritrovarsi in quelle sonorità: band come Blind Guardian, Helloween e Manowar sono state tra le nostre più grandi influenze all’epoca.

La traccia finale, “Reader Of The Runes – Book II”, dura 11 minuti. Cosa potete dirci su questa composizione? È stata una sfida strutturarla?
Aydan: “Reader of the Runes – Book II” non solo conclude l’album ma l’intera trilogia, quindi volevamo scrivere il finale più epico possibile per un lavoro lungo sei anni. Credo che il risultato finale del pezzo sia andato anche oltre le aspettative. Siamo estremamente contenti di come una canzone di 11 minuti possa scorrere senza risultare noiosa e pesante. Sicuramente scrivere un pezzo del genere è una sfida, proprio per quanto detto. Ci abbiamo lavorato duramente e a lungo per ottenere il risultato e crediamo che concluda la trilogia di “Reader of the Runes” nel migliore dei modi.

Il passaggio da AFM Records a Reaper Entertainment ha comportato cambiamenti a livello produttivo o artistico? Quali aspetti positivi e difficoltà avete riscontrato in questo cambiamento?
Damna: Nessun cambiamento, anzi questa transizione ci ha permesso di sfogare ancora di più la nostra creatività e le nostre idee. Questo doveva essere il nostro ultimo album con AFM, l’unica etichetta con cui abbiamo lavorato fin dall’inizio nel 2000. Tuttavia, negli ultimi tempi le cose sono cambiate profondamente per loro, al punto che non si occuperanno più di nuove uscite. Inoltre, i continui cambiamenti all’interno del loro team negli ultimi mesi hanno reso più complicata anche la pubblicazione del nostro album precedente. Alla luce di questa situazione, abbiamo sentito che era il momento giusto per separarci e cercare un’etichetta in grado di supportarci con lo spirito giusto. Abbiamo valutato diverse opzioni e ricevuto varie offerte, ma è stato solo dopo aver parlato con Flori e Greg di Reaper che abbiamo capito di aver trovato il team giusto. Pur essendo un’etichetta giovane, Reaper può contare sull’esperienza maturata in anni di lavoro con Nuclear Blast, unita a una grande passione e dedizione nel collaborare con le band. Per questo abbiamo subito capito che erano la scelta perfetta per noi.

Avete pensato alla possibilità di realizzare un cofanetto che raccolga le opere della trilogia? Quanto pensate che il cambio di etichetta possa rendere più complessa l’organizzazione di un’iniziativa del genere?
Aydan: Si lo abbiamo pensato e già discusso, anche con la nuova etichetta. La cosa diventa un po’ più complessa perché AFM ha i diritti degli album precedenti, ma le due etichette hanno già dialogato amichevolmente, e il fatto che AFM da qui in avanti rimarrà soltanto una back catalogue label facilita sicuramente le cose. Faremo sicuramente un altro progetto che in parte darà un atto finale a “Reader of the Runes” ma non vogliamo spoilerare ora informazioni. La storia comunque è da ritenersi chiuso e completata con l’uscita di “Luna”.

Ora che la trilogia è conclusa, quali saranno i prossimi passi per gli Elvenking? Avete già idee per il futuro della band?
Damna: Come ha accennato Aydan stiamo lavorando a un progetto molto interessante e presto ne parleremo. Per il resto ci saranno i festival estivi e suppongo delle date di supporto al disco a partire dall’Autunno. Dopodiché passeremo sicuramente al nuovo materiale, non vediamo l’ora di lavorare a un nuovo disco considerando che le ultime canzoni scritte per questa trilogia risalgono al 2021-2022.

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