Xenos A.D. – Reqviem for the oppressor

Abbiamo spalancato le porte della nostra stalla virtuale a Ignazio Nicastro degli Xenos A.D., che da qualche giorno hanno sparato il loro nuovo colpo di cannone, intitolato “Reqviem For The Oppressor” (My Kingdom Music). Un lavoro che affonda le sue radici nei terreni minati del thrash metal più feroce, senza rinunciare a sfumature melodiche e visioni progressive.

Benvenuto su Il Raglio del Mulo, Ignazio! È un piacere ospitarti per parlare del vostro nuovo album “Reqviem For The Oppressor”, uscito il 23 maggio su My Kingdom Music. Puoi introdurre ai nostri lettori il concept e l’attitudine che caratterizzano questo disco?
Grazie a voi per l’ospitalità, il piacere è nostro. “Reqviem For The Oppressor”, non è un concept album in senso stretto anche se, in linea di massima, i temi che caratterizzano i testi sono legati tra essi. Mi sono occupato io della stesura dei testi e, come di consueto, ho tratto ispirazione da ciò che mi circonda e che caratterizza il mondo in cui vivo. Per scrivere i testi scelgo un argomento principale per poi svilupparlo sotto diversi punti di vista in modo da poter toccare diversi temi pur mantenendo fermo un argomento di base. Per questo nuovo capitolo mi sono soffermato sulle violenze che nel corso dei secoli hanno oppresso i popoli, siano esse di natura religiosa, politica o etnica. L’oppressore di cui viene raccontato il “requiem” deve essere inteso come un qualcosa di astratto seppur capace di influenzare negativamente la vita di milioni di persone. Ovviamente uno spazio particolare, così come è sempre stato nella tradizione della band, è stato dato all’oppressore guerra.

Ti occupi del basso e della voce principale, mentre Giuseppe Taormina delle chitarre e della voce growl. Come si sviluppa il vostro processo creativo all’interno della band e come collaborate per definirne?
La struttura dei brani la compongo interamente io. Quando ho terminato la prima stesura, registro dei demo e li invio al resto della band per permettere a ciascuno di comporre la propria parte. Ogni arrangiamento strumentale è frutto del lavoro individuale, ma tutte le parti sono costruite sull’ossatura del brano che io compongo.

Il vostro sound omaggia i grandi del thrash metal come Slayer, Megadeth, Kreator, Exodus e Testament, ma si percepiscono anche influenze melodiche e progressive. In che modo avete lavorato per fondere queste diverse anime musicali nel nuovo album? E quanto sono distanti oggi tra loro Xenos e Xenos A.D.?
Uhm… Beh, all’interno della band abbiamo comunque diversi background musicali quindi è ovvio che il nostro sound presenti diverse sfaccettature. La diverse anime musicali che giustamente tu hai notato sono, appunto, frutto del lavoro del singolo musicista nell’arrangiare e nel far coesistere con il resto la propria creazione. Sotto questo punto di vista “Reqviem…” è un disco molto più complesso dei precedenti anche se magari, al primo ascolto, potrebbe sembrare più diretto e meno sofisticato di “The Dawn of Ares” che, di base, è un album technical thrash. Per quanto riguarda la seconda parte della domanda, non parlerei di distanza tra Xenos e Xenos A.D., bensì di evoluzione e maggiore presa di coscienza delle proprie capacità.

Negli ultimi anni avete calcato palchi importanti come Wacken Open Air, Agglutination, Into The Grave e Area 53. In che modo l’attività live ha influenzato la scrittura e la produzione di “Reqviem For The Oppressor”?
Non penso che la nostra attività live possa influire sulla composizione di un album. Può capitare che un brano, a seconda di come nasce e di come si sviluppa, possa essere arrangiato proiettandolo verso la dimensione live e venga quindi caratterizzato per essere più fruibile una volta suonato dal vivo. E’ successo, ad esempio, con il brano “Interceptors” del disco precedente.

Tra i brani suggeriti per la radio spiccano “Dogma Of War” e “The Bleeding Hands Of Faith”. Cosa rappresentano questi pezzi all’interno dell’album e perché li avete scelti come singoli?
Sia “Dogma of War” che “The Bleeding Hands Of Faith” racchiudono in poco più di quattro minuti lo spirito e l’essenza che caratterizzano l’intero album e riescono immediatamente a trasportare l’ascoltatore all’ interno del mood guerresco e distopico che viene narrato nei testi. Tutti i brani del disco hanno questa capacità ma, per le radio, abbiamo preferito scegliere dei brani con una durata contenuta.

“Reqviem For The Oppressor” è un concept album fortemente legato al tema della guerra e delle sue atrocità. Come nasce l’idea di sviluppare un intero lavoro attorno a questo argomento? Puoi raccontarci come hai strutturato il percorso dell’ascoltatore?
Come detto pocanzi, la guerra è l’oppressore per eccellenza, e, nel triste e malato mondo in cui viviamo, ha avuto e purtroppo ha tuttora un ruolo da protagonista. E’ un argomento che mi ha sempre affascinato sia come ascoltatore che come compositore perché racchiude in sé una varietà di emozioni e colori di cui potrei parlare all’infinito. L’ascoltatore viene istantaneamente catapultato all’interno del mood del disco già dal primo pezzo che altro non è che una breve intro strumentale ma che è capace di far fare un salto indietro nel tempo. Il nostro intento era quello di colpire ed annientare l’ascoltatore fin da subito e penso proprio che abbiamo colpito nel segno.

L’artwork di Ivan Stan e il mastering di Simone Mularoni contribuiscono a definire l’identità del disco. Quanto sono stati importanti questi collaboratori per il risultato finale e come avete lavorato insieme a loro?
Amo la copertina del disco, penso sia probabilmente la più bella che abbiamo fino ad oggi usato. Se la guardi e nel frattempo ascolti l’album ti sembrerà di trovartici dentro. Riuscire a dare un volto all’oppressore non era qualcosa di semplice ma penso che l’artista sia riuscito pienamente nell’intento. Per quanto riguarda Simone Mularoni, beh, non penso che abbia bisogno di presentazioni, lavorare con lui è sempre un piacere oltre che una garanzia di successo.

Avete in programma un tour promozionale per supportare l’uscita dell’album? Ci sono date o festival che potete già annunciare?
L’11 ed il 12 aprile abbiamo tenuto due date in qualità di headliner, la prima a Torino, la seconda a Rovellasca in occasione della prima edizione del Metal Morphosis Fest ed il 2 maggio siamo stati in Grecia, a Trikala per la precisione, per il decennale dell’Horns Up Festival. Il 15 agosto suoneremo al Frantic Fest in Abruzzo e ci sono altre date a cui stiamo incessantemente lavorando ma delle quali, al momento, non posso e non voglio parlare, sorry. Restate sintonizzati.

Guardando al futuro: quali sono le vostre aspettative per l’uscita di “Reqviem For The Oppressor” e quali saranno i prossimi passi della band dopo la pubblicazione dell’album?
Mi auguro che l’album venga apprezzato e che venda una valanga di copie, ahahahaha. Se volete ascoltare thrash metal violento, veloce, tecnico e ricercato allo stesso tempo allora “Reqviem For The Oppressor” è il disco che fa per voi. Prossimi passi? Vedremo, intanto ci godiamo il nuovo disco, il resto verrà a suo tempo. Grazie di cuore per l’intervista.

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