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In occasione dei trent’anni de Il Segno del Comando, la band pubblica “Sublimazione- Live”. A rispondere alle nostre domande è Diego Banchero, membro storico del progetto, che ci ha raccontato dettagli, scelte artistiche e progetti futuri.
Diego, raccontaci un po’: cosa vi ha spinto a realizzare un disco live per celebrare il trent’anni de Il Segno del Comando?
Ciao Giuseppe. Intanto ti voglio ringraziare per questa intervista. Tornare sul Raglio del Mulo è sempre un grande piacere! Per rispondere alla tua domanda posso dirti che abbiamo deciso di promuovere un’iniziativa che ci permettesse di celebrare il nostro trentesimo anno di vita e, siccome avevamo un paio di registrazioni di buona qualità, abbiamo deciso di usarle per fare un disco che è anche un po’ una testimonianza dell’evoluzione che la band ha avuto in questi anni.
Inoltre, avevamo voglia di fare uscire prima possibile un disco nel quale fosse presente il nostro nuovo batterista: Paolo Serboli. Da quando Paolo è entrato nella band le cose si sono molto accelerate e stiamo vivendo un periodo intenso e ricco. Il prossimo 1 novembre, in occasione di una data a L’Angelo Azzurro di Genova assieme agli UTO, festeggeremo l’anniversario della fondazione de Il Segno del Comando, ma abbiamo pubblicato con un po’ di anticipo “Sublimazione – Live” perché avevamo bisogno di un’uscita discografica fresca per poter partecipare al Rock In Somma.
“Sublimazione” ha un significato sia esoterico sia scientifico. Come hai deciso di legare queste due idee al vostro live?
In entrambi i sensi, il termine indica il raggiungimento di una condizione di trasformazione. Tralasciando il fatto che mi occupo sia di studi legati alla spiritualità sia di studi scientifici, posso dire che, nel nostro caso, il titolo sia stato scelto per indicare prevalentemente un livello di elevazione che il nostro progetto ha raggiunto nel corso del tempo, grazie ad un lungo e tortuoso percorso. Pur senza negarci l’ambizione di cercare di migliorarci ulteriormente (questa pulsione non verrà mai meno), riteniamo che la condizione che siamo riusciti a raggiungere attualmente sia molto soddisfacente. Non vorrei che tali parole fossero scambiate con la volontà di auto incensarci. Siamo semplicemente coscienti di essere riusciti a crescere e a creare una squadra che lavora con efficacia e lucidità. Lasceremo a chi ci segue la valutazione effettiva dei risultati che stiamo producendo e che produrremo nel prossimo futuro.
Tra tutti i vostri lavori degli ultimi trent’anni, come hai scelto i brani da inserire in questo disco?
In realtà la scelta dei brani è stata piuttosto automatica. Il concerto allo Spazio Webo di Pesaro del gennaio 2025 è stato preso quasi in blocco. Le bonus track, che sono una testimonianza della data olandese del 2022, sono state scelte tra pezzi che non avevamo proposto nel live marchigiano. Si tratta di song presenti nelle tracklist dei repertori live che abbiamo proposto durante i concerti negli ultimi tempi.
Come suonano oggi questi brani rispetto alle versioni originali? C’è qualcosa che ti ha sorpreso nel riascoltarli in chiave live?
Le fondamenta del sound che si può ascoltare in questo album sono state messe dalla line up nata nel 2014 attorno a questo moniker (la stessa che ha iniziato ad esprimersi subito dopo l’uscita de “Il Volto Verde”). A far data da quell’anno è nata la “vera” band de Il Segno del Comando; da precedenti esperienze cariche di intuito, ma affidate a strutture troppo precarie per avere una qualunque continuità. Fondamentali, nel perfezionamento dell’amalgama che caratterizza il sound, sono stati anche i successivi assestamenti ed avvicendamenti nella formazione. Quelli appena descritti sono gli ingredienti che si possono apprezzare in questo live e per me non sono stati motivo di sorpresa perchè sono ormai pienamente radicati nella mia testa. L’ingresso di Paolo Serboli (avvenuto con la massima intenzione di rispettare l’approccio del precedente batterista; cosa che non era stata da noi richiesta) ha reso più evidente la nostra componente hard, ma in maniera organica. Voglio ringraziare tutti i ragazzi della squadra. Oltre ai musicisti: Davide Bruzzi, Roberto Lucanato, Riccardo Morello, Beppi Menozzi e Paolo Serboli, ci sono persone fondamentali lontano dai riflettori: Marina Montobbio (promoter e booking agent), Paolo Puppo (grafico creativo), Cristian Raimondi (coordinatore del gruppo di studi), Monia Degl’Innocenti (gestione P.R. e booking), Giorgio Allemanni (fotografo), Maria Teresa Pace (fotografo e logistica), Francesca Saglia (promoter esterno). Ultimo ringraziamento va alla Nadir Music per il supporto costante.
L’arrivo di Paolo Serboli alla batteria nel 2024 ha dato una nuova energia alla band. Com’è stato lavorare con lui su questo live?
Io conosco Paolo da tanti anni. È entrato in formazione la sera stessa in cui il precedente drummer ha manifestato la volontà di essere sostituito. È bastata una telefonata e lui ha subito aderito con entusiasmo. Da anni portiamo avanti assieme una band che propone un repertorio di brani famosi di musica da colonna sonora horror (Horror Bach). Eravamo quindi già affiatati. La preparazione del repertorio live è stata semplice e Paolo si è integrato perfettamente, sia a livello artistico sia umano. Il suo ingresso ha portato cambiamenti anche nella gestione del gruppo. Per anni lui è stato leader dei Desecrate e tutta l’esperienza maturata è stata convogliata ne Il Segno del Comando, ampliando prospettive e migliorando ogni aspetto del funzionamento.
Le bonus track registrate in Olanda nel 2022 hanno un’atmosfera diversa dal resto del live. Come avete deciso di inserirle in questo contesto?
La data in Olanda è stata molto importante e registrata in multitraccia. È stata fatta anche un’ottima ripresa video dai giornalisti di Background Magazine. Ci tenevamo a utilizzare quel materiale. Circa la differenza di suono tra le due parti del live, abbiamo voluto mantenere l’atmosfera dei locali per come l’avevamo vissuta.
Hai seguito mix e mastering personalmente, con il montaggio finale di Tommy Talamanca. Com’è stata l’esperienza di lavorare così a stretto contatto con il vostro materiale storico?
Tutto ciò che riguarda Il Segno del Comando ha per me grande familiarità. Sento un continuum temporale con le varie fasi storiche del progetto. Le emozioni sono sempre tante, ma non sono necessariamente maggiori quando devo rimettere le mani su brani dei primi due album, perché molti pezzi li ho già suonati molte volte dal vivo.
Alla luce di questi 30 anni e di questo album celebrativo, oggi cosa pesa di più per voi: l’aspetto dal vivo o quello da studio?
Entrambe le attività hanno molta importanza. C’è entusiasmo nel vivere i due diversi impegni. Io sono un po’ più propenso a suonare live e meno affamato di composizione rispetto al passato, ma negli ultimi anni il contributo compositivo degli altri membri sulle musiche è aumentato, garantendo comunque un ottimo equilibrio generale.
Guardando avanti, ci puoi anticipare se ci saranno nuovi progetti speciali che i fan possono aspettarsi?
Stiamo per pubblicare due split album. Uno è vicinissimo all’uscita, realizzato con gli amici Expiatoria, dedicato allo sceneggiato di Pupi Avanti “Voci Notturne”. Il secondo sarà realizzato con Il Ballo delle Castagne, completamente scritto e registrato nei prossimi mesi, dedicato al romanzo “Sine Macula” di Cristian Raimondi. Stiamo anche lavorando ad un nuovo album, ma per ora procede a rilento per troppe altre cose in cantiere. Ci sono altre sorprese nel futuro, alcune saranno accolte con entusiasmo da chi ci segue, ma è troppo presto per parlarne.
On the occasion of the thirtieth anniversary of Il Segno del Comando, the band is releasing “Sublimazione – Live”. Answering our questions is Diego Banchero, a long-time member of the project, who shared details, artistic choices, and future plans.
Diego, tell us a bit: what pushed you to make a live album to celebrate thirty years of Il Segno del Comando?
Hi Giuseppe. First of all, I want to thank you for this interview. Coming back to Il Raglio del Mulo is always a pleasure! To answer your question, I’d say we decided to launch something that would let us celebrate our thirtieth year, and since we had a couple of high-quality recordings, we thought we could use them for an album that’s also kind of a testimony to the evolution the band has gone through over the years. Also, we wanted to release a record as soon as possible featuring our new drummer: Paolo Serboli. Since Paolo joined, things have really accelerated, and we’re living an intense and rich period. On November 1st, during a show at L’Angelo Azzurro in Genoa with UTO, we’ll celebrate the anniversary of Il Segno del Comando, but we released “Sublimazione – Live” a bit earlier because we needed a fresh release to be able to take part in Rock In Somma.
“Sublimazione” has both an esoteric and a scientific meaning. How did you decide to connect these two ideas to your live album?
In both senses, the term indicates reaching a state of transformation. Leaving aside the fact that I work in both spiritual and scientific studies, I can say that, in our case, the title was mainly chosen to indicate a level of elevation our project has achieved over time, thanks to a long and tortuous journey. Without denying our ambition to keep improving (that drive will never go away), we feel the level we’ve reached now is very satisfying. I wouldn’t want these words to be mistaken for self-praise. We’re just aware that we’ve managed to grow and create a team that works effectively and clearly. We’ll leave it to those who follow us to judge the real results we’re producing and will produce in the near future.
Among all your works over the last thirty years, how did you choose which tracks to include on this album?
Actually, the track selection was pretty automatic. The concert at Spazio Webo in Pesaro in January 2025 was taken almost entirely. The bonus tracks, which are from the Dutch show in 2022, were chosen among songs we hadn’t performed in the Marche live date. They are songs that are part of the live setlists we’ve been playing at recent shows.
How do these songs sound today compared to the original versions? Was there anything that surprised you when listening to them live?
The foundations of the sound you hear on this album were laid by the lineup formed in 2014 around this moniker (the same one that started expressing itself right after the release of “Il Volto Verde”). From that year, the “real” band of Il Segno del Comando was born; before that, we had intuitive experiences, but with structures too fragile to ensure continuity. The subsequent lineup adjustments and rotations were also fundamental in perfecting the blend that characterizes the sound. These are the elements you can hear in this live album, and for me, they weren’t surprising because they’re fully rooted in my mind by now. Paolo Serboli’s entry (done with full intent to respect the previous drummer’s approach, which wasn’t even asked of us) made our hard component more evident, but organically. I want to thank everyone in the team. Beyond the musicians—Davide Bruzzi, Roberto Lucanato, Riccardo Morello, Beppi Menozzi, and Paolo Serboli—there are essential people behind the scenes: Marina Montobbio (promoter and booking agent), Paolo Puppo (creative designer), Cristian Raimondi (study group coordinator), Monia Degl’Innocenti (PR and booking management), Giorgio Allemanni (photographer), Maria Teresa Pace (photography and logistics), Francesca Saglia (external promoter). Finally, thanks to Nadir Music for their constant support.
Paolo Serboli joined on drums in 2024, giving new energy to the band. How was it working with him on this live album?
I’ve known Paolo for many years. He joined the lineup the very evening the previous drummer said he wanted to be replaced. One phone call was enough, and he enthusiastically agreed. We’ve been running a band together for years playing famous horror soundtrack songs (Horror Bach). So we were already in sync. Preparing the live repertoire was easy, and Paolo integrated perfectly, both artistically and personally. His entry also changed how the group is managed. For years, he led Desecrate, and all the experience he gained has flowed into Il Segno del Comando, expanding perspectives and improving every aspect of how we operate.
The bonus tracks recorded in the Netherlands in 2022 have a different vibe from the rest of the live album. How did you decide to include them?
The Dutch date was very important and recorded in multitrack. There was also excellent video coverage by Background Magazine journalists. We wanted to use that material. About the sound difference between the two parts of the live set, we wanted to preserve the atmosphere of the venues as we experienced it.
You personally followed the mix and mastering, with the final editing by Tommy Talamanca. What was it like working so closely with your historical material?
Everything about Il Segno del Comando feels very familiar to me. I feel a temporal continuum with the project’s different historical phases. The emotions are always many, but they’re not necessarily stronger when I revisit songs from the first two albums, because I’ve played many of those tracks live countless times.
Looking back on 30 years and this celebratory album, what matters more today: the live aspect or studio work?
Both are very important. There’s excitement in both kinds of work. I tend to prefer playing live a bit more and feel less hungry for composition than in the past, but in recent years the compositional contribution from the other members has increased, ensuring a great overall balance.
Looking ahead, can you give us a hint about special projects fans can expect?
We’re about to release two split albums. One is almost ready, made with our friends Expiatoria, dedicated to Pupi Avanti’s series Voci Notturne. The second will be with Il Ballo delle Castagne, entirely written and recorded in the coming months, dedicated to Cristian Raimondi’s novel Sine Macula. We’re also working on a new album, but for now it’s slow due to too many other things in the works. There are other surprises in the future, some that fans will be excited about, but it’s too early to talk about them.
Il Raglio del Mulo 