La vita per i metallari in Italia è complicata? Provatelo a dire a Mahyar Dean, il leader degli iraniani Angband, autori del debutto “Rising from Apadana” (Pure Steel Records).
Ciao Mahyar, potresti presentare la tua band ai nostri lettori?
Ciao Giuseppe, Beh io alla chitarra, Ashkan Yazdani alla voce, Ramin Rahimi alla batteria e percussioni e, di recente, un giovane musicista di talento, chiamato Bass M. Halaji, si è unito al gruppo.
Quando ho letto il tuo Paese d’origine ho detto: “ok, un altro album con influenze folk…”, ma durante l’ascolto mi sono trovato di fronte a un CDdi fottuto Heavy Metal! Quali sono gli artisti che ti hanno influenzato?
Un sacco di grandi band come Death, Judas Priest, King Diamond, Iron Maiden, Blind Guardian, Iced Earth, Megadeth e molti altri. Ascolto anche musica classica e monodie folk persiane.
Allora, passiamo alla disamina di “Rising From Apadana”…
“Rising From Apadana” è un power metal/thrash album con alcuni spunti progressive ed epic. Abbiamo lavorato sodo per questo disco.
La voce di Ashkan Yazdani mi ha ricordato quella di King Diamond…
Sì, ci piace molto King Diamond. Ashkan ha un grande talento e alcuni dicono anche che la sua voce assomigli a quella di Matt Barlow degli Iced Earth .
Di cosa parlano i testi?
La maggior parte dei testi sono inerenti a fatti di vita e alla storia antica della Persia, come “The King’s Command”, che parla di Ciro il Grande.
Sei felice del risultato finale o, potendo, cambieresti qualcosa?
Sì Sono davvero felice, tenendo presente che abbiamo avuto un termine per il completamento, dato che Ashkan era in partenza per la Svizzera, e abbiamo dovuto finire l’intero album in 3-4 mesi. Certo se avessimo avuto migliori apparecchiature, avremmo potuto fare ancora meglio.
Della copertina cosa mi dici?
Mio fratello Maziar Dean ha fatto la foto e l’ha modificate ad opera d’arte; lui è un grafico professionista e fotografo.
Soddisfatti del lavoro svolto dalla Pure Steel Records?
Si, Andy e Markus Lorenz sono cool metal brothers che credono nel vero metallo, anche Rocco Stellmacher ha fatto un buon mastering.
Oggi, qual è lo stato di salute di metallo in Iran?
Buono: adesso ci sono un paio di formazioni che suonano cover strumentali in piccoli teatri, e si possono vedere all’opera giovani amanti del rock e del metal. Negli anni 70 c’erano un sacco di fan del prog rock nel nostro Paese e il metal ha radici profonde qui. Penso che se non vi fossero problemi con la legge la scena sarebbe grande come in Giappone!
Attività dal vivo?
Nulla per ora, ma speriamo che si possa fare qualcosa dal vivo dopo il nostro secondo album, che dovrebbe uscire nel 2009.
Le ultime parole famose…
Prima di tutto grazie a te e ai tuoi… E come diceva il mio borther of metal Cuck Schuldiner (Mahyar ha scritto la biografia ufficiale dei Death) (RIP): “Let the Metal Flow”.

Intervista originariamente pubblicata su www.rawandwild.com nel 2008 in occasione dell’uscita di “Rising from Apadana”.
http://www.rawandwild.com/interviews/2008/int_angband.php