Per Massimiliano Aragona il passato è importante, sarà per questo che è tornato a rivisitarne una fetta importante del proprio, andando a rimetter mano al disco d’esordio dei suoi Aramas, chiamato profeticamente “I fasti del passato”. In collaborazione con Metal Underground Music Machine abbiamo contattato il visionario musicista laziale.
Ciao Massimiliano, come dobbiamo considerare la tua ultima uscita a nome Aramas, “I fasti del passato”, una nuova edizione dell’esordio del tuo progetto o un vera e propria nuova opera?
Ciao Giuseppe! Dunque, premetto che una delle varie particolarità di Aramas sta nel non esprimere mai un qualcosa a senso unico, bensì un qualcosa dalle molteplici interpretazioni. Tornando quindi alla domanda, potrei benissimo risponderti in entrambi i modi. L’idea di ripescare un qualcosa dal passato – direi anche abbastanza azzeccato il titolo – donandogli quindi nuova vita ed un nuovo contesto. Non può assolutamente cambiare, però, il fatto che i “Fasti del passato” sia a tutti gli effetti l’esordio di Aramas.
Come è stato rimettere mano ai quei brani?
Sicuramente c’è stato un grande spirito di rivalsa e di ottimizzazione di quanto creato. L’idea di trascurare fino ad obliare ciò che ritengo una mia estensione, non è delle più edificanti.
Come ti spieghi che, nonostante il suo evidente valore, “I fasti del passato” nel 2018 non ebbe i giusti riscontri?
Concorsero molti fattori: caso, fortuna/sfortuna per chi ci crede; circostanze, merito/demerito, conoscenze ecc. Come quando ci si chiede perché giri tanta musica discutibile con tanti musicisti e artisti talentuosi caduti nel dimenticatoio. Nel mio caso ero privo di mezzi per mettermi in mostra, salvo le sterili quanto futili auto promozioni. Se il tempo darà ragione a questa seconda versione del disco, non ci resta che aspettare.
Cosa credi che sia cambiato oggi che possa garantire a questo disco la giusta esposizione?
Collegandoci alla risposta precedente, direi che il grosso divario sia colmato dall’avere alle spalle un’ottima etichetta discografica, la Nova Era Records.
Cosa cambia avere un’etichetta alle spalle rispetto al dover fare tutto da solo?
Direi che loro abbiano possibilità e competenze infinitamente superiori alle mie, nonché più finalizzate ad obiettivi più grandi e concreti. Senza contare che essendo musicalmente solo, nel vero senso della parola, non ho la possibilità di esibire in giro la mia musica, né in concerti né in date di nessun tipo. La rete, il passaparola, le già citate promozioni, possono ben poco senza un aiuto concreto da parte di chi sa ciò che fa.
Come mai hai scelto “Realtà Industriale” per il video?
Lo trovavo più idoneo come concetto e musicalmente parlando. In più trattandosi del primo brano in assoluto di Aramas, ci sono particolarmente affezionato ed anche la mia etichetta l’ha trovata una buona scelta.
Ti definisci un cantautore estremo, mi spieghi cosa significa?
Prima di tutto la figura del cantautore si occupa a 360° delle sue creazioni. Concettualmente, non facendo parte di un genere e di conseguenza non dovendo rispondere ai corrispettivi canoni stilistici, vanta un’infinita gamma di sfaccettature personali espresse in contaminazioni, sperimentazioni e quant’altro. In quel caso nessuno può venirti a dire che quel pezzo sia un pezzo blues mancato, o quell’altro un pezzo punk mancato e così via, perché trattasi soltanto di estrapolazioni tecniche e stilistiche, inserite in un disegno personale completamente estraneo ai canoni dei generi citati. Tutto questo semplicemente inserito in un contesto più estremo.
Nel 2020 hai pubblicato “Barlume nel buio”, stai già lavorando al suo successore?
Sarebbe pronto il terzo album, ma visti “I Fasti del passato” 2.0, se ne riparlerà in futuro.
Credi che in qualche modo l’aver ripreso “I fasti del passato” possa condizionare il nuovo materiale o si riparte da “Barlume nel buio”?
Assolutamente no. Salvo per un brano tratto vagamente ispirato proprio a “Realtà Industriale”. Ma ribadisco che il nuovo materiale non ha nulla a che fare né con “I fasti”, né con “Barlume”, per quanto in termini cronologici, ne è la naturale evoluzione e in qualche modo una derivazione.
