Dopo la parentesi live album, “Spreading the Pest”, i Deathcrush tornano con un disco di inediti, “Under Serpents Reign”, uscito per la Time To Kill Records lo scorso 26 aprile.
Ciao ragazzi, nel 2019, poco prima che la pandemia bloccasse tutto, in particolare i concerti, avete pubblicato in modo quasi “profetico” un live album, “Spreading the Pest”. Come è andato quel disco?
Ciao! Si, in effetti il titolo è stato davvero “profetico” perché come hai detto è uscito appena prima che il covid bloccasse tutte le attività live ed il mondo in generale. In realtà, la decisione di intitolare il nostro primo live in quel modo deriva dal fatto che è stato registrato in Polonia durante il nostro ultimo tour, chiamato appunto Spreading The Pest Over Europe. La performance è stata registrata al Rudeboy Club. In seguito abbiamo girato tutto alla nostra precedente label che assieme ad altre etichette italiane ha voluto produrre un live album in edizione speciale con alcuni inserti all’interno. Devo dire che, nonostante il culto del live album si sia un po’ perso negli anni, questa nostra release è andata abbastanza bene.
Ora, quando pare che le cose in ambito live stiano per tornare alla normalità, avete pubblicato il vostro nuovo full-length, “Under Serpents Reign”. In qualche modo la cattività causata dal Covid ne ha influenzato il contenuto?
Più che altro ci siamo dati da fare e abbiamo sfruttato la situazione a nostro vantaggio. Tendiamo sempre a vedere il lato positivo delle cose, di conseguenza abbiamo tramutato questa pausa forzata in più tempo per lavorare. Ci siamo dedicati con molta più cura a tutti gli accorgimenti e ai dettagli, in particolare siamo stati estremamente minuziosi sugli arrangiamenti di ogni singolo pezzo per produrre un album che ci rispecchiasse al 100%. Saremmo dovuti entrare in studio già dopo la prima fase della pandemia, ma poi ci ha bloccati la seconda ondata. Quindi, consapevoli e forti anche di tutto il lavoro fatto a priori, va da sé che appena è stato possibile siamo entrati in studio carichi e determinati come non mai.
Da un punto di vista stilistico, come si pone “Under Serpents Reign”? Dà in un certo senso continuità alla vostra produzione o rappresenta uno snodo verso nuove soluzioni?
“Under Serpents Reign” è senza ombra di dubbio il nostro miglior album sino ad ora. Come ti dicevo, abbiamo curato tutto nei minimi dettagli, artwork, liriche e produzione in senso lato. Non a caso abbiamo voluto e avuto l’onore di lavorare con professionisti che seguiamo e stimiamo da anni. In questo lavoro c’è tutta la nostra anima. L’album presenta alcune soluzioni innovative rispetto al passato e certamente ci saranno delle sorprese, ma siamo comunque rimasti fedeli al nostro trade-mark musicale e stilistico.
Avete già testato dal vivo i nuovi brani?
Ancora no, anche se abbiamo già ricevuto proposte per alcune date in Sardegna. Stiamo aspettando che il pubblico riceva e ascolti l’album, poi partiremo in tour per tutta l’Europa. Abbiamo già provato le nuove song varie volte e ti posso assicurare che sono davvero violente dal vivo.
In passato avete girato parecchio, soprattutto nell’Europa dell’Est, pensata che il conflitto Russo-Ucraino possa in qualche modo penalizzarvi?
Visitare l’Est Europa è stata un’esperienza davvero fantastica, sia a livello professionale, perché abbiamo suonato in posti davvero fighi, sia personale perché abbiamo girato città e luoghi in cui si respira storia in ogni angolo. Avevamo parecchie proposte di live in quelle zone oltre a un tour in Russia. Ci dispiace molto non poter suonare lì vista la situazione attuale. Speriamo
che in futuro si possa realizzare il tutto.
Quello che non mi pare mutato è l’approccio lirico, di cosa parlano i testi?
No, le liriche non sono mutate. Consideriamo l’ingerenza della religione nel nostro paese un’oppressione anacronistica che vincola le menti e ogni aspetto della società tutta a uno stato di strisciante regresso. I nostri testi sono vero e proprio veleno stracolmo di ribellione verso i falsi
profeti e ogni aspetto che riguarda la Chiesa così come qualsiasi autorità o istituzione religiosa.
Il serpente richiamato nel titolo chi o casa rappresenta?
Il serpente che si morde la coda è sempre stata una figura che ci ha attratto. Considerando il titolo e l’artwork dell’album non potevamo non inserirlo in prima linea. Rappresenta il ciclo del potere che si rigenera divorando se stesso, è l’energia universale che si consuma e si rinnova continuamente. Non c’è nascita senza morte, non c’è creazione senza distruzione, per parafrasare i Nile. Il serpente simboleggia l’unità, la totalità del mondo e l’eternità. E’ una figura
che rappresenta al meglio il modo in cui Deathcrush concepiscono il male.
La copertina è splendida, chi l’ha realizzata?
La copertina è stata dipinta a mano da Paolo Girardi che ha creato un vero e proprio capolavoro. E’ sempre stato un sogno avere una sua opera realizzata appositamente per un nostro album perché stimiamo e seguiamo Paolo da tanti anni, per cui non possiamo che essere onorati. Tra l’altro ha fatto davvero un lavoro maestoso che rappresenta fedelmente lo spirito dell’album
sia musicalmente sia a livello di tematiche trattate nei testi.
In conclusione, quali obbiettivi vorreste realizzare con “Under Serpents Reign”?
“Under Serpents Reign” è già partito bene, abbiamo firmato con la Time To Kill e siamo davvero soddisfatti del lavoro superbo che stanno facendo. I pre-orders dell’album stanno andando benissimo ed abbiamo tante belle news da annunciare a tempo debito, ma vi assicuro che sono davvero delle grandi cose. Volevamo chiudere l’intervista ringraziandovi per lo spazio e per l’interesse dimostratoci. Rimanete aggiornati. AVE SERPENTS!
