Blog Thrower – Io sto con i cinghiali

Blog Thrower per il sottoscritto è stata una guida. Distratto dai nomi mainstream che popolavano per ovvie ragioni le colonne del sito con cui collaboravo in precedenza (Metal Hammer Italia), avevo trovato tra le colonne cinghialose un approdo sicuro quando avevo voglia di scoprire quelle “bandcheascoltanoigiovani”. Il buon Frank non mi hai tradito, per questo la sua decisione di sospendere l’attività mi ha sorpreso. Non che non la comprenda, anche io in questi venti anni di (dis)onorata carriera ho più volte desiderato mollare, salvo poi ritrovarmi alle prese con nuove avventure (che oggi si chiamano Il Raglio del Mulo e Rockerilla). Ho contattato Frank per salutarlo e, magari, rubargli qualche segreto…

Ciao Frank, il 2 giugno scorso con un post sui social network annunciavi la sospensione delle pubblicazioni su Blog Thrower: ti andrebbe di tornare sulle ragioni che hanno portato a questo gesto “estremo”?
L’hai davvero percepito come gesto estremo? Oddio, non era mia intenzione. Volevo anzi comunicare l’esatto opposto, ossia che stavo benone e che banalmente mi andava di fare altro. Ho pensato fosse corretto avvertire chi seguiva il blog che non ci sarebbero stati aggiornamenti per un bel po’, essere insomma il più trasparente possibile (nei limiti in cui può esserlo un soggetto che utilizza profili Facebook e Twitter sotto il nome fittizio di Frank Blogthrower/Francesco Del Porco, ecco). Non so se abbia più influito sulla mia scelta la mole di cose da fare nei prossimi mesi o il sovraccarico di ascolti fatti da marzo a maggio. Pensa che sto ordinando dischi appena usciti senza aver assimilato che pochi minuti di musica (ad esempio i nuovi Bedsore, Thecodontion, Cosmic  Putrefaction) o addirittura a scatola chiusa (tutto ciò che esce per le mie label preferite, Everlasting Spew e Unholy Domain). Ciò nella speranza di poterne prima o poi godere pienamente, senza sentirmi distratto da pensieri collaterali.

De mulo a cinghiale: in qualche modo ti sei pentito?
No, caro compare ragliante, il mondo ha continuato a girare esattamente come prima. Odio lasciare le cose in sospeso e ho cercato di posticipare finché ho potuto questo periodo di pausa per un solo motivo: ero fiducioso che i musicisti con interviste ancora appese mi avrebbero mandato finalmente le desiderate risposte. È stato tutto vano. In definitiva un pochino mi pento, ma non di aver abbassato la saracinesca, bensì di aver speso le mie energie su interviste che forse non vedranno mai la luce.

Facciamo un salto nel passato, quando e perché hai deciso di aprire un tuo blog?
Era il 2017, stavo da qualche anno su Hardsounds.it, e già lì – invece delle solite recensioni – avevo cominciato a scrivere di robaccia tipo speciali sul metal sudamericano non proprio calzanti col tipo di contenuti che pullulavano sul sito. Nella primavera di quell’anno, in redazione, successe una cosa che ritengo tutt’ora vergognosa. Mi sono subito allontanato da quella “scelta editoriale”, rimanendo comunque in buoni rapporti con alcuni dei soggetti coinvolti e che non c’entravano nulla col fattaccio. Ero letteralmente elettrizzato e, per dimostrare che avevo ancora voglia di scrivere, ho aperto il mio blog. I due siti che mi hanno ispirato maggiormente in ogni aspetto, soprattutto all’inizio, sono Sdangher e Metalskunk. Entrambi hanno un animale totemico nel loro immaginario (il cavallo e la puzzola, rispettivamente), quindi ne ho cercato uno che potesse fare al caso mio. E il cinghiale è uscito fuori scrivendo la celeberrima bestemmia suina su un motore di ricerca di immagini senza copyright. Ero affamatissimo, proprio come un porco selvaggio nel sottobosco che pullula di tenere prede, e mi sono subito iscritto alle mailing list delle label e dei distributori di promo online (grazie Nathan Birk, sei sempre il migliore) e il resto è venuto da sé.

Cosa ti da e cosa ti toglie un blog autogestito rispetto al collaborare con una webzine vera e propria?
Non vedo lati negativi così lampanti. Voglio dire, fare quel cazzo che si vuole è davvero il massimo della vita. Zero compromessi con i “colleghi” (termine che odio, soprattutto nel mondo delle webzine), zero compromessi con te stesso: puoi andare di recensioni come se non ci fosse un domani, oppure se ti senti un’iradiddio puoi produrre approfondimenti o interviste torrenziali che magari interessano più a te che ai musicisti trattati/intervistati, ma almeno sei consapevole di essere un gran rompicoglioni e di aver lasciato una traccia. Solo se il tuo unico fine è la visibilità, essere soli e senza contatti può essere un grosso handicap nei primi tempi, perché nessuno ti conosce e Google non ti ha ancora ben indicizzato, mentre sulle webzine, specialmente quelle più spammose e portatrici di clickbait, con una manciata di condivisioni sui social raggiungi facilmente migliaia di utenti.

Non so se possa essere considerato un blog di successo, perché alla fine mi rendo conto che agivi in ambiente puramente underground, però sicuramente Blog Thrower era diventato un sito di riferimento per gli amanti dell’estremo. Come si raggiunge un risultato del genere? Grazie! Credo che la costanza nel proporre il proprio ideale di metal estremo e il rispetto per tutti coloro che interagiscono con te siano gli elementi basilari per poter creare una community e poter aver avere “successo”. Per me successo voleva dire convincere qualcuno ad ascoltare qualcosa che a me era piaciuta tanto. La difficoltà stava nel fatto che non pubblicavo “The Trooper” per avere le cornine e le condivisioni da LadyLilith99 o dal cinquantenne che magari ha Ozzy nel nickname, ma qualcosa di meno banale e che fosse a suo modo unico, quantomeno in Italia. Da questo semplice meccanismo sono nate varie amicizie virtuali e /o reali. Che poi si tratti di musicisti con gruppi bellissimi, è quasi secondario.

Come sceglievi gruppi o i personaggi da intervistare?
Ai gruppi bastava aver fatto un disco (anche un demo) che reputassi figo e non aver risposto da lumaconi lobotomizzati in precedenti interviste. A me invece, dal punto di vista della preparazione, bastava avere sufficiente materiale, tra il serio e il faceto, su cui indagare. Se già c’erano in giro interviste esaustive, lasciavo perdere: non c’è bisogno di riempire il web con le solite domandine da webzinari col dito grasso e il culo pesante.

Immagino che tu ti sia tolto delle soddisfazioni, cosa ricordi con particolare piacere?
Oltre alle amicizie sbocciate sotto il segno del raw black metal portoghese, oltre alla scoperta di persone stupende tanto quanto la loro musica, mi sono emozionato nel ricevere apprezzamenti da parte di soggetti che hanno ispirato, negli anni, il mio modo di approcciarmi alla musica “scritta”, con richieste anche esplicite di unirmi ai loro siti. E poi, lasciami dire questa cosa col petto gonfio di orgoglio: come Blog Thrower ho co-prodotto, assieme a validissime etichette DIY, il primo LP degli Skulld, “Reinventing Darkness”, venti minuti circa di death metal tostissimo che ho ascoltato decine e decine di volte senza stancarmi mai. E nella scelta di questa co-produzione ci sono la bella musica, le belle persone e le belle idee (leggetevi i testi del disco).

Credo che anche le rotture di cazzo non siano mancate, se vuoi puoi fare anche nomi e cognomi!
Fortunatamente poche. L’ultima è stata la storia con Facebook, che ha bannato il mio wordpress ritenendo fosse spam. Da allora sono scomparsi tutti i link al sito condivisi  su quel social. Qualche episodio preciso di rotture di cazzo? Sono cose simpatiche queste. Sui social ho perso un follower della pagina che mi ha inspiegabilmente insultato per aver definito ottimo un disco degli Acephalix. Inoltre ho scoperto che la moda di creare profili femminili falsi, che con modi gentili ti spammano della musica, è più diffusa di quanto pensavo. Sul sito, poi, ho avuto un’intervista non proprio cordiale con Antonio degli In Tormentata Quiete, ma sono cose che capitano quando si fa tutto per iscritto e non ci si prepara bene sull’interlocutore (io avrei dovuto capire meglio che tipo era il musicista, mentre lui avrebbe magari potuto accorgersi senza grossa difficoltà che il blog ha sempre avuto un taglio ironico, infatti da allora ho fatto sempre un avviso ai miei intervistati su come sarebbero state le domande).

Lasciamo la parte strettamente contenutistica, sei uno smanettone o hai dovuto iniziare da zero per creare il tuo blog?
L’inserimento dei contenuti sulla mia vecchia webzine era un discreto grattacapo, quindi WordPress.com è stato quasi da subito un gioco da ragazzi. Alcuni dettagli mi sono ancora oscuri, ma non ho mai avuto lamentele dei lettori su impaginazione, leggibilità, caratteri o simili. Se vedete siti di merda con pagine follemente incasinate, avete tutto il diritto di far notare a chi ci scrive che la vita è troppo breve per rovinarsi gli occhi dietro a sfondi di colori improbabili e font strampalati.

Che consigli ti sentiresti di dare a chi oggi volesse aprire oggi il proprio blog?
Premesso che sono solo un appassionato che si rivolge ad appassionati, dal punto di vista contenutistico c’è bisogno di personalità e di una direzione precisa che emerga in modo netto. Nessuno si appassiona alla pallida copia della copia sbiadita della copia malriuscita della webzine, benché i membri delle band di cui riportate la notizia vi mettano il like. In tutto ciò che leggo, vorrei che ogni parola, ogni frase, ogni testo sia orientato verso qualcosa. Vorrei non leggere più le solite parole da recensione metal italiana: platter, terremotante, fulmicotone, ballad, rasoiate, tellurico, granitico, cavalcata, oppure le odiosissime traduzioni dei nomi di band straniere! Non serve nulla di tutto ciò e non serve copiare notizie e comunicati stampa vari. Mettete voi stessi nei contenuti che pubblicate e trattate la grammatica con dignità, che non guasta mai.

Come occupi il tempo recuperato dalla gestione di Blog Thrower?
Da un lato ascolto più attentamente tutta la roba che ho, dall’altro mi dedico al lavoro con più concentrazione e questo dovrebbe portare, nel medio periodo, a guadagni maggiori che – indovina un po’ – investirò in musica. Insomma, faccio le cose di prima, ma con un gusto e una lentezza inediti. Fammi prendere un appunto: il prossimo blog avrà come animale totemico un bel bradipo ciccione e strabico.

E’ tutto, grazie…
Grazie a te per avermi fatto capire come sia difficile rispondere a un’intervista cercando di comunicare qualcosa. Colgo l’occasione per scusarmi con tutti i gruppi che ho letteralmente torturato in questi anni e che mi hanno assecondato, tendenzialmente con tanto amore. Keep on braying in the free world!

4 pensieri riguardo “Blog Thrower – Io sto con i cinghiali

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