L’Ira del Baccano – Cosmic evoked potentials

Oscuri rituali cosmici hanno risvegliato L’Ira del Baccano, dopo qualche anno di silenzio discografico. Le forze astrali, frutto di scatenate jam, sono state imprigionate nelle cinque tracce che compongono il nuovo album “Cosmic Evoked Potentials”, uscito qualche mese fa per la Subsound Records. Un sempre disponibile Sandro Santori ha risposto alle nostre domande….

Ciao Sandro, è da un bel po’ che non chiacchieriamo. Innanzitutto, come stai e come sta andando il vostro quarto album, “Cosmic Evoked Potentials”?
Ciao Giuseppe! Eh sì, è passato un bel po’ di tempo ma a quanto pare siamo ancora qui a suonare e tu a divulgare sulla nostra musica preferita. Il nuovo disco “Cosmic Evoked Potentials” sta andando molto bene sia dal punto di vista di recezione da parte della critica che risposta degli ascoltatori. Il disco è uscito a Marzo 2023 e contemporaneamente siamo partiti per una serie di concerti in Germania per la promozione. Anche live è stato subito chiaro che la gente
gradiva i nuovi brani e le vendite sono andate molto bene

“Cosmic Evoked Potentials” segue, dopo ben sei anni, “Paradox Hourglass”. Su entrambi i dischi in copertina appare lo stesso personaggio, ma sul disco precedente mi sembrava molto più rilassato. E’ solo una mia impressione o dalla nuova traspare forse maggiore rabbia. Anche i colori predominanti sono molto più oscuri rispetto al passato…
Domanda legittima, che lascerò un po’ sul vago, ahah. Diciamo di sì, i colori della copertina sono più drammatici, per così dire, rispetto a quelli delle precedenti opere. Avevo chiesto a Fabio Listrani, artista con cui collaboriamo dal primo album, di avere qualcosa di potente ma semplice. Per quanto riguarda il personaggio, beh, ci potrebbero essere diverse interpretazioni. Potrebbe essere un evoluzione dal precedente album. Ma potrebbero anche essere due personaggi differenti in diverse realtà o magari, chi lo sa, gli “eventi” di “Cosmic” potrebbero svolgersi in un tempo antecedente a quelli di “Paradox Hourglass”. Insoma, ho la mia idea ma è solo mia!

Nelle note che accompagnano il disco leggo che ““Cosmic Evoked Potentials” è un rito di passaggio, un’epoca si chiude e ne inizia una nuova”. Cosa vi lasciate alle spalle e a cosa andate incontro?
Un passaggio per vari motivi. E’ stato arrangiato e registrato durante la pandemia, tra i vari lockdown etc. Chiaramente, tutti sentivamo già che tante cose stavano cambiando e che sarebbero probabilmente continuate a cambiare nelle nostre vite. In più questo disco ha visto anche un cambio di line up importante, con l’uscita del nostro batterista storico e l’entrata di Gianluca Giannasso. Nel nostro modo di comporre, che si basa essenzialmente sulla
registrazione di lunghe improvvisazioni, che poi io riascolto e incomincio ad elaborare, il cambio anche di un solo musicista significa veramente molto

Questa volontà di chiudere un’epoca vi era già bene chiara prima di iniziare il dico e ve ne siete resi conto solo ad album ultimato?
Come dicevo dato il cambio di line up la chiusura era un dato di fatto, anche piuttosto destabilizzante in principio. Per fortuna, Gianluca non solo è entrato molto velocemente nel meccanismo del gruppo imparando il vecchio repertorio, ma ha anche da subito portato nuove prospettive e idee che ci hanno fatto subito ripartire con una voglia di creare che forse non sentivamo da qualche tempo per vari motivi

In termini di aspettative iniziali, quanto vi soddisfa oggi, a qualche mese di distanza dalla sua uscita, “Cosmic Evoked Potentials”?
Non ti nascondo che la paura del “cambiamento” ci stava. Ma passo dopo passo mi rendevo conto che i brani stavano raggiungendo una qualità che per me era indubbia. Dalla fase di arrangiamento, alla registrazione, al mixaggio etc. Una volta finito non ho avuto dubbi. Non solo ero e sono molto soddisfatto, ma devo dire che ad oggi è l’unico album per cui non ho sviluppato un sorta di “rifiuto” finito il processo di produzione e uscita. Ogni volta che ascolto uno dei brani, sento la soddisfazione di aver creato qualcosa in qualche modo importante.

Il disco è stato inciso in un antico casolare del ‘700 alle porte di Roma, come avete scovato questa location e come vi siete attrezzati per le registrazioni?
Abbiamo registrato in un casale di proprietà di una nostra amica che si trova a Velletri. Io uso quella location spesso per la mia ditta di registrazioni/ produzioni audio, Roaming Sounds Recordings, con cui appunto offriamo servizi di registrazione più che altro “mobile”. Il casale è uno dei posti che propongo ai miei clienti per le loro registrazioni, dato che ha diversi ambienti con acustica fantastica e l’atmosfera in generale è incredibile. Tutte le registrazioni sono state effettuate con la strumentazione mia e del mio socio in Roaming Sounds, Raimondo Mosci, fonico storico della scena romana. Ci siamo poi occupati anche del mixaggio ovviamente. Per le registrazioni ci siamo “chiusi” quattro giorni nel casale e fatto tutte le parti live, poi abbiamo aggiunto alcune sovraincisioni

Siete essenzialmente una live band, lo siete anche in studio, quanto è stato duro stare fermi durante il lockdown? Quanto ha cambiato la scena live, nazionale e internazionale, quel lungo stop?
Beh, il lockdown è stato, come ho detto prima, una fase particolare sotto cosi tanti aspetti. Per quanto sia stato frustrante fermarsi visto che venivamo da un periodo anche molto attivo in termini di tour all’estero. Per noi, visto il problema del cambio di batterista, in qualche maniera ci ha anche dato modo di far ripartire, come si deve il processo creativo con l’aggiunta di Gianluca. Questo, appunto, è stato fondamentale perché non solo ha permesso a lui di far “suoi” i vecchi brani, ma di arrivare alle registrazioni essendo in tutto e per tutto il batterista de L’Ira del Baccano. Per quanto riguarda la scena live, beh, la ripartenza è stata traumatica e ancora oggi è tutto molto complicato. Tanti locali sono spariti ed è sempre più complicato organizzare. Detto questo, comunque come dicevo all’inizio noi a Marzo siamo partiti per 9 date in Germania e una in Italia. Riguardo la parte italiana della tua domanda, diciamo che non è stata una nostra scelta non fare più date in Italia.

Rimanendo in tema, avete delle date in programma?
Al momento abbiamo un paio di date “in forse” nel Bel Paese, mentre io sto già lavorando al nuovo tour Oltralpe del 2024.

In conclusione, vorrei fare un lungo passo indietro nel tempo, qualche giorno fa ascoltavo “Regeneration” dei Loosin ‘O’ Frequencies: quanto è rimasto di quella esperienza ne L’Ira del Baccano di oggi?
Siamo rimasti io e l’altro chitarrista, Roberto, e questo significa anche che in un certo senso è rimasto tutto. L’Ira Del Baccano sono i Loosin ‘O’ Frequencies che hanno cambiato nome e corso… è il nostro viaggio musicale che dura dal 1994 quando ancora prima ci chiamavamo Dark Awake. I Loosin non si sono mai sciolti… sono diventati L’Ira del Baccano…

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