I modenesi Tol Morwen, dopo la pubblicazione del primo EP, “Ancient North”, nel 2018, sono stati attanagliati dai soliti problemi di line-up, ma una volta trovata la giusta alchimia, hanno tirato fuori il nuovo nuovo EP autoprodotto “Rise Of The Fury”. Quest’ultimo lavoro – che contiene tre singoli già editi, anche se in versione diversa, e due brani nuovi di zecca – presenta non poche novità stilistiche, così come ci ha confermato Salvo “Dökk” Mulè, cantante della band…
Ciao Salvo, da poco è fuori il vostro nuovo EP “Rise of the Fury”, di primo acchito direi che si tratta di un’opera più cattiva, ruvida e, se mi passi il termine, più modernista rispetto ad “Ancient North”. In questo senso, anche la copertina, più scarna rispetto a quella del predecessore, mi sembra voglia mettere in evidenza quella furia citata nel titolo. E’ corretta la mai lettura?
Ciao e grazie per l’intervista, parto dal presupposto che in “Ancient North” vi era una formazione per 3/5 diversi da quella attuale, vi era dunque uno stile compositivo diverso anche se sono brani a noi molto cari e che sono spesso presenti nei nostri live. Parlando della copertina, il primo è un lavoro eseguito da un nostro caro amico, nonché un grande bassista, Simone “Spitz” Esperti, e rappresenta, a mio parere molto bene “Ancient North”. Per quanto riguarda quella di “Rise of the Fury”, il merito è di Erik, il nostro chitarrista, che se la cava molto bene in ambito di illustrazioni. Il berserker era in un primo momento stato scelto come artwork per le nostre magliette, abbiamo deciso successivamente di usarlo come copertina proprio perché, come dici tu, racchiude il significato dell’EP nel suo insieme. Poi siamo affezionati alle copertine minimal, che hanno riscontrato un grande successo, vedi Bathory (“Yellow Goat”), Venom (“Black Metal”) ecc.
Molte volte venite accostati agli Amon Amarth, dopo questa pubblicazione, secondo te, siete riusciti ad affrancarvi da certi paragoni?
Credo che sia per lo più dovuto al fatto di trattare temi vichinghi. Gli Amon Amarth sono sicuramente una band da cui abbiamo tratto ispirazione, soprattutto nel primo periodo, oggi, con la formazione attuale possiamo dire che sì, rimane la passione per la mitologia norrena, però le band da cui traiamo ispirazione sono diverse e non solo in ambito di melodic death metal. Ognuno di noi cerca di portare il proprio contributo a livello compositivo, seguendo le sonorità alle quali siamo più affini ed inclini in un dato periodo.
Il nucleo portante dell’EP è composta da tre singoli – “Berserkgang”, “Fate of Gods” e Terror of Rome” – ripresentati in una nuova versione. Come mai avete scelto di rimetter mano a questi brani?
Volevamo raggruppare questi tre singoli già usciti in precedenza in un unico EP, ma allo stesso modo volevamo offrire qualcosa che fosse leggermente diverso da quanto già ascoltato. Inoltre, ci siamo rivolti a studi di registrazione diversi per registrare “Ragnar” e “Unchained” rispetto ai primi tre, non avrebbe avuto senso mettere assieme dei brani che avrebbero avuto suoni differenti.
Hai appena citato le restanti due tracce, che sono inedite: come sono nate?
“Ragnar” e “Unchained” sono i due inediti, sono brani più recenti e che meglio rappresentano lo stile compositivo attuale della band. “Ragnar” è nata da dei riff scritti da Thorval, il nostro bassista e attualmente principale compositore, è nata già con questo nome, vi era la voglia di raccontare in un brano le gesta di Ragnarr Loðbrók, la sua storia ci affascinava. “Unchained” nasce invece da riff di chitarra che avevo proposto personalmente, ognuno poi ha fatto la sua aggiunta fino ad avere il brano che potete ascoltare oggi. Tratta di Fenrir, il lupo della mitologia scandinava, che si libera dal Gleipnir, la catena che lo imprigionava, durante il Ragnarök, causando un bel po’ di danni.
Contate di fare uscire anche questi due brani come singoli e quanto sono importanti i singoli nel mercato odierno?
“Ragnar” ha anticipato l’uscita dell’EP come singolo, per “Unchained” stiamo lavorando su qualcosa di molto bello che vedrà la luce prossimamente. Parlando dei singoli, bisogna dire che al giorno d’oggi per una band della scena underground rappresentano il modo più semplice e veloce per immettersi nel mercato della musica. Ho sentito però anche realtà decisamente più mainstream parlare del fatto che stanno valutando se continuare a fare degli album oppure lavorare solamente su dei singoli. Personalmente credo che un lavoro completo, come un full length renda meglio l’idea di ciò che la band abbia da esporre.
Dal punto di vista lirico non vi soffermate solo sulle leggende e i miti norreni, ma vi dedicate anche al folklore della vostra terra. In quale dei cinque brani è possibile trovare questi riferimenti?
In “Rise of the Fury” quattro dei testi dei brani si rifanno alla mitologia e storia norrena, uno soltanto tratta di temi diversi, e cioè della storia di Annibale Barca, condottiero e generale cartaginese che valicò i Pirenei e le Alpi sconfiggendo più volte le legioni romane sul suo cammino, diventando il terrore di Roma: “Terror of Rome”, appunto. Dei nostri brani che si rifanno al folklore emiliano vi è “Dragon Creek”, che fa parte di “Ancient North”, narra di soldati che si accampano lungo le rive del torrente Dragone, uno dei due affluenti che a valle formano il fiume Panaro, in quel di Modena, e che annegano sostanzialmente durante un’alluvione.
L’EP esce tra due vostre partecipazioni al Metal Days, ossia quella di questo anno e quella che si terrà la prossima estate. Quanto l’esperienza passata vi ha giovato, anche nella pubblicazione dell’EP, e con quale spirito vi ripresenterete sul palco sloveno?
Siamo stati scelti nel 2023 per suonare sul new forces stage del Metal Days! Carichissimi, siamo arrivati in Slovenia, purtroppo però il nostro giorno l’intera Slovenia era sommersa da una delle peggiori alluvioni mai viste, abbiamo fatto in tempo ad arrivare sul palco per vedere annullato il resto del Festival, siamo stati dunque riconfermati per il Metal Days 2024. Il Metal Days è un festival storico, vedi la vera essenza del metal, la rinomata fratellanza tra metallari ed è un qualcosa di unico, poi il nostro chitarrista Bjorn (o meglio noto come il Blond) vi partecipa come spettatore da undici anni. Dunque l’euforia è alle stelle.
E’ più facile trovare delle date in Italia oppure all’estero?
Direi che si riesce sia in Italia che all’estero, il difficile è far rientrare le spese con il cachet. Stiamo vivendo in un periodo in cui purtroppo viaggiare comporta una spesa decisamente importante.
Per il momento vi dedicherete ai live o siete già pronti per tornare in studio?
Al momento abbiamo deciso di concentrarci sulla registrazione per completare il nostro primo full length, anche se qualche data nel mezzo non mancherà di certo. Faremo anche un Release Party per “Rise of the Fury”, venerdì 8 Dicembre alla Centrale 66, a Modena. Insieme a noi saranno presenti Ignobleth, Divulgator e al termine Dj Set con la Revolver Staff. Stiamo preparando un po’ di sorprese per la serata, per renderla un evento imperdibile.
