Udal Cuain – In balia delle forze del mare

Questa settimana ospite di Mirella Catena su Overthewall una band fiorentina di recente formazione, ma i cui componenti hanno già militato in band di spicco dell’underground italiano. Con noi Alessio Parretti, voce, tastiere e pianoforte degli Udal Cuain.

Benvenuto su Overthewall! La prima domanda che ti pongo è, immagino, la più ovvia. Udal Cuain,il vostro moniker è in gaelico scozzese e nemmeno il traduttore mi dava la pronuncia. Da dove è partita l’idea di un nome così insolito?
Inizialmente stavamo valutando diverse soluzioni in inglese, ma tutte sapevano di già sentito. Poi mi sono ricordato del gaelico, che avevo già avuto modo di apprezzare in Irlanda. Il gaelico è uno di quei linguaggi che con due parole descrive una intera scena, o un concetto, ed ecco che dopo una ricerca scopro Udal Cuain, che letteralmente significa “trovarsi in balia delle forze del mare”, l’ho trovato potente ed evocativo, simile a come descriverei l’heavy metal a chi non lo avesse mai ascoltato. Era il nome perfetto per il nostro progetto!

Quali sono state le vostre esperienze musicali antecedenti alla band e come nasce l’idea degli Udal Cuain?
L’idea degli Udal Cuain nasce a una cena tra i vecchi componenti dei Jaws Of Fate, band in cui ho militato per una decina d’anni. C’era la voglia di ritrovarsi per suonare le canzoni di allora, e dopo un paio di prove chi aveva esaurito lo slancio nostalgico se ne è andato, mentre a me e il chitarrista, Luciano Romano, è tornata la voglia di fare nuova musica. A noi si è aggiunto Matteo Meucci, che è stato bassista dei Coram Lethe. Siamo grandi appassionati di metal, e l’idea era di scrivere canzoni che abbracciassero tutte le sfumature del genere, dal prog al death, ma con le radici ben salde nel metal classico.

Quali sono le vostre principali fonti d’ispirazione? Quali sono le band che hanno fondamentalmente influito sul vostro modo di comporre?
Abbiamo dei dischi che consideriamo dei monumenti e ai quali torniamo quando vogliamo ricordarci cosa significhi fare metal, per me uno è “Trascendence” dei Crimson Glory, per Matteo è “Imagination From the Other Side”, dei Blind Guardian, ma tra le nostre influenze ci sono anche gruppo molto diversi, come i Cradle Of Filth e gli In Flames.

“Descent” è il vostro singolo e videoclip, è ispirato ad “Amleto” di Shakespeare. Come nasce un brano degli Udal Cuain?
Un brano degli Udal Cuain nasce quando un riff, una melodia, un arpeggio, incontrano un’idea, o una suggestione. Lì la canzone inizia ad avere un’identità, dei colori, la musica si apre per contenere uno stato d’animo, o una storia, come nel caso di “Descent”, che racconta l’incontro tra Amleto e lo spettro del padre, che chiede vendetta.

Il singolo è stato pubblicato per la Agoge Records, com’è nata la vostra collaborazione e ci sarà presto un album?
Avevo visto il buon lavoro che hanno fatto per altre band underground che seguivo e ho pensato che mi sarebbe piaciuto pubblicare un disco con loro. Quando li ho contattati ho capito che eravamo in sintonia. Ciò che cercavano era una band che non si limitasse a scimmiottare i soliti giganti del genere, ma che avesse una propria identità. Con loro abbiamo già pubblicato tre singoli e a breve uscirà il nostro primo disco: “No One Falls Like a God”, siamo davvero entusiasti e curiosi di scoprire le reazioni di stampa e pubblico!

I nostri ascoltatori dove possono seguirvi?
Siamo su Facebook, Instagram, YouTube e Spotify.

Grazie di essere stato con noi. Ti lascio concludere l’intervista…
Grazie a voi! Saluto tutti gli ascoltatori e li invito a seguirci sulle nostre pagine social.
Passate a trovarci. Ci piacerebbe moltissimo se veniste a dirci cosa ne pensate della nostra musica!

Ascolta qui l’audio completo dell’intervista andata in onda il giorno 23 Ottobre 2023.

Lascia un commento