Un Haruspex, particolarmente orgoglioso del nuovo EP dei Voltumna, ci ha presentato “For Death Is Fate”, un lavoro che nelle sue quattro tracce pone le basi per una nuova era stilistica della band di Viterbo.
Benvenuto Haruspex, da qualche giorno è fuori il nuovo singolo, e relativo video, di “Black Science”, brano contenuto in “For Death Is Fate” EP la cui pubblicazione è prevista per il 19 gennaio 2024. Quanto è rappresentativa questa canzone dell’intero lavoro e perché avete scelto proprio questo singolo?
Grazie mille, è un piacere essere qui. Credo che sia la canzone perfetta che fa da ponte tra ciò che abbiamo espresso nei precedenti lavori e il nuovo cammino che stiamo intraprendendo. Stiamo raggiungendo il giusto mix tra black e death, caratteristica che ci ha sempre contraddistinto, ma in una nuova chiave di lettura compositiva e come scelta di sound nel momento di mix e master. “Black Science” inoltre farà da apertura anche all’EP e racchiude tutte le caratteristiche del nuovo lavoro, era perfetta come singolo d’uscita dopo ben quattro anni.
Hai dichiarato che questo brano contiene al proprio interno elementi nuovi ed elementi che contraddistinguono da sempre il vostro sound. Mi soffermerei un attimo sui primi, quali sono le novità introdotte?
A mio parere le novità sono soprattutto a livello compositivo. In questo disco ci siamo spinti veramente oltre, con mesi e mesi di lavoro relativi alla composizione e agli arrangiamenti che hanno dato i loro frutti, non solo per l’EP ma anche per ciò che verrà dopo. L’equilibrio raggiunto tra la componente black, contraddistinta dal cantato di Phersu, e la componente death, contraddistinta dal mio cantato, è ora ai suoi massimi livelli per quanto riguarda la nostra ricerca. Anche l’alternanza tra riff/groove che richiamano maggiormente la scena death metal con parti più melodiche che rimandano ad un black più sinfonico ha trovato finalmente la sua giusta amalgama. Direi che “For Death Is Fate” è un lavoro apprezzabile a 360 gradi che non si limita ad essere etichettato in un solo sottogenere.
Se posso dire la mia, avendo già avuto la possibilità di ascoltare in anteprima l’EP, questo è il vostro lavoro più “italiano”. Vedo dei chiari rimandi a quella che è la nostra tradizione metal, in particole al darksound…
Mi piace questa definizione, la colgo e la apprezzo in pieno. È sicuramente un altro dei punti nodali dell’EP, caratteristica impressa nella composizione dall’egregio lavoro di Phersu, soprattutto per quanto riguarda le orchestrazioni e l’atmosfera generale che è stata conferita ai quattro brani.
Mentre quali sono gli elementi che non potranno mai mancare in un lavoro dei Voltumna?
Per quanto mi riguarda i riff tirati con blast beat e doppia cassa tipici della scena death metal, che sono sempre stati presenti nel nostro sound. In particolare l’ispirazione al death metal di scuola Svedese e al death/black polacco è sempre stata una nostra caratteristica, non credo riusciremo mai a farne a meno. La possibilità inoltre di avere a disposizione due stili vocali così diversi ci permette di continuare a spaziare anche nel mondo black a cui non mancano riferimenti fissi per noi come Dissection, Dimmu Borgir e Emperor.
Del video, invece, cosa mi puoi dire? Io lo trovo molto bello e curato.
Il video nasce da una nostra idea iniziale legata al concept della canzone e del disco. In seguito è stata egregiamente sviluppata dal videomaker Eros Cario a cui vanno i nostri ringraziamenti. “Black Science” pone un diretto parallelo tra alcune delle manipolazioni religiose che ci sono state in passato con la dilagante corruzione del mondo attuale che non esclude alcun aspetto delle nostre vite inclusa la “scienza”. La protagonista del video è l’incarnazione di questa corruzione che non ha tempo ma è ciclica e porta il protagonista maschile in un circolo senza apparente via di scampo.
Ora mi soffermerei su “For Death Is Fate”, come mai avete optato per un EP e non per un album intero?
In realtà anche il lavoro che seguirà “For Death Is Fate” è già pronto. In questo periodo di silenzio abbiamo composto decine di canzoni e per questo abbiamo deciso di pubblicarle man mano partendo dalle quattro che in questo momento ci rappresentavano di più. Come concept, inoltre, erano racchiudibili in questo primo EP con un filo conduttore anche compositivo che lega i brani. L’album che seguirà ha già avviato il suo cammino…
Abbiamo parlato già di “Black Science”, ti andrebbe di fare una breve recensione degli altri tre pezzi?
“Vanth” è la musa ispiratrice dell’EP, presente anche sulla cover, è colei che accompagna i defunti con Caronte nell’ultimo viaggio. La sua fiaccola illumina l’oscurità e indica il cammino nell’Ade. “Sette Contro Tebe” e “All’Infinito” traggono ispirazione dalla omonima tragedia greca dove la tracotanza e la hybris prendono il sopravvento sugli eroi protagonisti tanto da inorridire gli dei stessi, i quali saranno costretti all’intervento nel mondo umano per porre fine all’orrendo spettacolo. Per noi rappresenta una metafora del mondo moderno e un suo possibile futuro epilogo.
Andrete in tour o aspetterete di pubblicare un album intero prima di rimettervi on the road?
Assolutamente andremo in tour al più presto e a seguito dell’uscita dell’EP annunceremo alcune date che faranno parte del tour Europeo. Quest’ultimo ci vedrà solcare i palchi anche di nuovi stati in cui non avevamo mai suonato. Inizieremo da un release party in Italia di cui a breve vedrete tutti i dettagli. Il nostro augurio comunque è quello di poter tornare a suonare molto anche in Italia, da Nord a Sud.
Propositi per il 2024?
Tornare sul palco più forti che mai, abbiamo ormai una lunga esperienza live e questo stop di circa tre anni ci ha tenuti come leoni in gabbia. Parallelamente poi al ritorno live sarà nostro obiettivo primario portare a conclusione l’album previsto, che si ricollegherà direttamente a “For Death Is Fate”…
