Luca Ciffo ci ha presentato il nuovo progetto Traum, che vede coinvolti – oltre che lo stesso Luca (Fuzz Orchestra, Il Lungo Addio) – Lorenzo Stecconi (Lento), Luca T. Mai (Zu) e Paolo Mongardi (Fuzz Orchestra). L’esordio omonimo, pubblicato ai principi di marzo dalla SubSound Records, è una lunga jam cosmica incisa in un antico casale…
“Traum è la condivisione dello stesso orizzonte di interpretazione dell’esistenza e della musica da parte di quattro musicisti”, qual è questo orizzonte di interpretazione dell’esistenza e della musica che condividete?
Diciamo che ci accomuna il fatto di essere delle persone che stanno percorrendo un cammino verso la conoscenza di sé, e quindi dell’Esistente, ognuno di noi con le proprie modalità e la propria specificità. Rispetto alla musica c’è la volontà, con questo gruppo, di proporre una musica che accolga l’ascoltatore e lo trasporti verso dimensioni sonore da esplorare e con cui sintonizzarsi.
Che nesso c’è tra questa visione comune e la copertina dell’album?
Penso che la copertina esprima bene la tensione all’elevazione, sia in termini esistenziali che musicali.
Il nome della band viene dal tedesco, è un caso o è una sorta di tributo alla kosmische musik? Perché io nella vostra musica ho trovato più di una influenza kraut rock…
Non è un tributo, ma un termine che ci piace molto, visto la sua molteplicità di possibili significati. Poi è innegabile che la grande libertà, non solo stilistica, di quell’ondata di band tedesche attive nella prima metà degli anni ’70 sia un elemento per cui abbiamo una grande ammirazione.
Anche l’aver condiviso un mese di vita all’interno di un casale, sa molto di “comune cosmica”. Ma vi ci siete rinchiusi con l’intenzione di comporre qualcosa oppure avete iniziato a comporre proprio perché eravate rinchiusi?
Ci siamo recati in campagna con l’idea di fare musica insieme, da zero, per la prima volta, visto che in precedenza avevamo fatto qualche prova a partire da materiale pre-esistente. Il fatto che ne venisse fuori un disco era ovviamente una possibilità, ma non avevamo alcuna certezza a riguardo.
Entrando nei dettagli, come sono nati i brani?
I brani sono tutti nati da improvvisazioni totali; alcuni sono finiti sul disco così come sono stati suonati la prima, e unica, volta, ad altri abbiamo dato una forma attraverso qualche ulteriore jam.
Le registrazioni, invece, come sono avvenute?
Abbiamo registrato tutto in presa diretta, soltanto le parti di sax sono state aggiunte successivamente.
Cosa avete provato quando avete ascoltato per la prima volta l’album completo?
Più che l’album di per sé, è stato un bel momento quando, riascoltando le improvvisazioni, ci siamo resi conto che avevamo in mano del materiale che ci piaceva molto.
Lo proporrete dal vivo e, in caso affermativo, quanto resterete fedeli al disco?
Certo, anzi, abbiamo già fatto diversi concerti già l’estate scorsa: alcuni brani sono abbastanza fedeli al disco nella riproposizione live, altri hanno più margine per essere modificati da ciò che accade nel momento.
Venite tutti da realtà affermate – Fuzz Orchestra, Il Lungo Addio, Lento e Zu – all’interno di questo scenario, quanto spazio darete ai Traum in futuro?
Posso rispondere a livello personale: la Fuzz Orchestra ha terminato il suo ciclo, quindi mi auguro che Traum possa essere una band che si prenderà parecchio spazio.
