Cancervo – Doom mountaineers

Tornano a raccontare le leggende oscure delle proprie montagne i Cancervo, e lo fanno a breve distanza dalla pubblicazione del secondo album “II”. “III” (Electric Valley Records / Qabar PR) riprende proprio il discorso stilistico iniziato con il secondo capitolo discografico e lo porta avanti in modo convincente e dannatamente pesante…

Ben ritrovati, più o meno un anno fa discutevamo di “II”, all’epoca “III” era già in cantiere o è nato dopo?
Ciao, sicuramente dopo l’uscita di “II” ci siamo messi subito all’opera. Qualche idea c’era, anche se una buona parte dei brani è stata scritta dopo la tournée.

Al di là di ogni cosa, nonostante un sound pachidermico, mi pare di capire che siate dei tipi frenetici in studio. A cosa è dovuta questa prolificità?
Semplicemente la voglia di far conoscere il nostro territorio. Ogni volta che leggiamo o ci raccontano una leggenda, subito ci immaginiamo una canzone, un riff o un suono.

I primi due album, pur partendo da una matrice puramente doom, presentavano delle differenze. “III” invece mi pare che in un certo senso continui il percorso intrapreso con “II” . Siete d’accordo con me?
Hai pienamente ragione “III” è un lascito di “II”, anche se forse “III” ci rispecchia di più, essendo molto più vicino a come suoniamo in live.

A proposito di similitudini tra “II” e “III”, ancora una volta compare la voce, a differenza di quanto accadeva su “I”. Nella precedente intervista mi diceste che se non si ha nulla da dire, meglio non dire nulla. Quindi, ultimamente ne avete cose da dire?
In questo caso, sì, c’è molto da raccontare e molto da far scoprire.

Restiamo nel campo delle parole, la vostra casa discografica vi definisce “doom mountaineers”, vi piace come etichetta?
Assolutamente sì. Suoniamo una sorta di doom, veniamo dalle montagne, quindi l’etichetta è azzeccata anche se più che doom ci piace definirci heavy funeral psych.

Quattro tracce più una “Intro”. Quest’ultima è stata scritta da Fido, come è nata l’idea di utilizzarla sul disco?
Con Fido ci conosciamo da una vita, abbiamo suonato insieme in diversi gruppi. Quando stavamo pensando ad un papabile Intro di organo abbiamo pensato subito a lui.

Subito dopo troviamo “Sacrilegious Mass”, brano che avete utilizzato come singolo e che a me ricorda le cose degli Abysmal Grief. Che mi dite di questo pezzo?
“Sacrilegious Mass” è l’anello di congiunzione tra “II” e “III”. La leggenda in questione racconta di un pastore e della sua ribellione contro le convenzioni che imponevano di scendere in paese per la celebrazione della Santa Messa. L’uomo decise di creare un altare e celebrare una messa sacrilega ma fu interrotto da Dio. Tutti i presenti furono avvolti dalle fiamme e destinati per l’eternità agli inferi.

Il disco è uscito in più versioni: oltre la digitale, quattro in vinile. Vi andrebbe di descrivermi i dettagli di queste ultime?
Novità rispetto alle uscite scorse sono il vinile splatter viola e nero su fondo trasparente, la test press e la LTD “sacrilege edition” (fornite solo da ElectricValleyRecords).

In conclusione, ci diamo appuntamento fra un annetto per parlare di “IV”?
Vedremo cosa ci propone il futuro. Sicuramente aspettatevi tante novità alla porta (del diavolo).

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