Apocalypse – Si vis pacem, para bellum

Per festeggiare il quinquennale della pubblicazione del disco d’esordio dei bathoryani Apocalypse, dal 22 marzo sarà disponibile per la prima volta in formato vinile “Si Vis Pacem, Para Bellum” (Earth e Sky Productions su licenza di MiMo Sound Records). Abbiamo contattato la mente dietro il progetto, Erymanthon, per parlarne in modo più approfondito.

Benvenuto Erymanthon, dal 22 marzo 2024 sarà fuori la versione in vinile del debutto del tuo progetto Apocalypse, “Si Vis Pacem, Para Bellum”. Come è nata l’idea questa nuova edizione del disco?
Il disco è stato originariamente pubblicato a Dicembre del 2018, poco più di cinque anni fa. L’idea di ripubblicarlo in vinile è semplicemente venuta fuori per celebrare i cinque anni dalla sua uscita, proponendolo in una versione che gli renda giustizia.

Sei un integralista del vinile oppure preferisci altri formati?
No, non sono un integralista del vinile. Non ho nemmeno un giradischi. Per quanto mi riguarda, il formato più comodo è il CD. Tuttavia, il vinile è un formato speciale, potremmo dire praticamente un oggetto da collezione, quindi lo abbiamo ritenuto il migliore per celebrare l’occasione.

Micke Moberg (ingegnere degli ultimi album dei Bathory) si è occupato della rimasterizzazione delle tracce, come sei entrato in contatto con lui?
Conosco Micke da qualche anno, ero entrato in contatto con lui tramite un gruppo Facebook a tema Bathory. Quando abbiamo pubblicato “Pedemontium” glie ne ho inviata una copia, ed in quel modo ha conosciuto la mia musica. Nel 2022 sono stato a Stoccolma e mi ha invitato a visitare il suo studio, proponendomi poi di iniziare una collaborazione con la sua etichetta discografica. Micke è una grande persona e siamo ottimi amici, ci sentiamo regolarmente e ci siamo incontrati di persona tre volte.

Qual è il tuo primo ricordo legato a “Si Vis Pacem, Para Bellum” e che sensazioni ti dà riascoltare quei brani?
Ho diversi ricordi legati a quel disco… ricordo alcuni momenti in cui stavo componendo le canzoni o scrivendo i testi, così come alcuni momenti in studio durante le registrazioni, e le condizioni molto primitive dello studio, visto che era la prima volta che stavo registrando un disco. I primi ricordi legati a quell’album riguardano proprio il periodo in cui l’idea iniziava a nascere, prima ancora di avere in mente un titolo o delle canzoni registrate. Ricordo più che altro l’atmosfera e le sensazioni di quel periodo. L’anno scorso mi sono occupato del remixing di tutti i brani prima di affidarli a Micke per il remastering, e riascoltare tutti quei brani mi dà una specie di nostalgia. Sono brani per nulla originali, e per la maggior parte suonati e cantati molto peggio di quanto potrei fare ora, tuttavia sono pieni di vera passione, e mi ricordano un periodo della mia vita molto felice e spensierato.

Secondo te, dopo sei album quanto degli Apocalypse di “Si Vis Pacem, Para Bellum” c’è negli Apocalypse del 2024?
Il sound è cambiato di disco in disco e abbiamo esplorato terreni diversi, ma la mente dietro al progetto è sempre la stessa. La passione che ci guida è sempre la stessa. Quindi credo che lo spirito dietro al progetto non sia cambiato poi molto, seppur evolvendosi nel tempo.

Apocalypse nasce apertamente come tributo ai Bathory, ma in questi anni hai mai provato la tentazione di uscire dalla strada maestra tracciata da Quorthon?
Assolutamente, anzi, credo che ascoltando alcuni lavori come “Odes” e “Collapse” già si percepiscano alcuni elementi di maggiore originalità. Abbiamo anche registrato nel tardo 2021 un disco in uno stile completamente diverso, molto più vicino all’atmospheric black metal. Alla fine non lo abbiamo pubblicato perché mi sono reso conto che è uno stile ultimamente veramente inflazionato e “trendy”, e non mi andava di diventare semplicemente parte di un trend. Però in fondo, anche evitare di proposito un certo sound solo perché “di moda” significa farsi influenzare dall’esterno… Quel disco è ora negli archivi, personalmente mi piace molto, magari un giorno vedrà la luce. In ogni caso, il nuovo materiale su cui stiamo lavorando presenta diversi aspetti secondo noi diversi e innovativi. Non è semplice creare qualcosa che sia al 100% originale, anche perché di musica ne è stata fatta veramente tanta, e chiunque si è ispirato a qualcuno o qualcosa che è venuto prima di lui, nessuno escluso. L’importante, secondo me, è essere veramente soddisfatti di quello che si fa, scrivere per sè stessi innanzi tutto.

Nel 2023 la band ha avuto il proprio battesimo live, credi che ripeterai in futuro quell’esperienza?
Il live è andato molto bene ed è stata una bella esperienza. Ci piacerebbe organizzare un concerto per festeggiare l’uscita del vinile di “Si Vis Pacem…”, ma stiamo facendo veramente molta fatica a trovare un locale, quindi non so se riusciremo a farlo per tempo. Inoltre è probabile che io mi trasferisca all’estero questa estate quindi non sappiamo ancora come gestire la situazione. In ogni caso, per me la soddisfazione maggiore è comporre e registrare la mia musica.

Sei già a lavoro sul successore di “Retaliation”?
Sì, come accennavo prima, anzi abbiamo già ultimato le sessioni di registrazione in studio. Non abbiamo ancora deciso una data di pubblicazione, adesso abbiamo l’uscita del vinile in programma e ci stiamo concentrando su quello, oltretutto vogliamo mantenere un minimo di distanza temporale tra le uscite. Quindi penso vedrà la luce a fine 2024 oppure nel 2025.

Quorthon a un certo punto ha pubblicato alcuni album a proprio nome, ti piacerebbe tentare una operazione del genere, magari riproponendo il sound “controverso” di quei dischi?
Curioso che tu me lo chieda. Micke stesso mi ha fatto una proposta simile, pubblicare un disco a mio nome con uno stile diverso da quello degli Apocalypse, più pop/rock o simili. Ma non è qualcosa che ho in programma al momento, sinceramente. Io non sono Quorthon, e non mi interessa seguire passo-passo tutto quello che ha fatto. Mi piace la sua musica e ne traggo ispirazione, tutto qui. Ti dirò anche che ascolto, scrivo e suono davvero tanta musica in stili molto diversi tra loro, e molta della roba che faccio non viene pubblicata, ma va bene così. Non credo che sia necessario pubblicare tutto quello che scrivo.

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