Vision Divine – Blood and angels’ tears

A uno snodo importante della propria carriera, quello del venticinquennale, i Vision Divine arrivano con la determinazione e l’ambizione di un gruppo agli esordi. Olaf Thorsen e compagni si lanciano nella produzione di un disco doppio, suddiviso in due opere distinte, la cui prima parte, “Blood And Angels’ Tears” (Scarlet Records), uscirà il prossimo 20 settembre.

Benvenuto Olaf, dal 20 settembre sarà fuori “Blood And Angels’ Tears” la prima parte di un lavoro che si dipanerà su due album: possiamo parlare dell’opera più ambiziosa dei Vision Divine?
Ciao a te e grazie per questa intervista. Sì, hai assolutamente ragione: questo è per noi, ad oggi, il lavoro più ambizioso mai realizzato, in termini sia di storia, che di musica, che deve ovviamene seguire ed ambientare quanto raccontato. Perché? Beh, dopo 25 anni un gruppo non sempre riesce a mantenere alto il livello delle proprie uscite e per noi, questa è il modo migliore di tenere alta la concentrazione e le aspettative che ci poniamo, in modo da cercare sempre di realizzare il nostro “miglior lavoro”. Ci approcciamo ogni volta alla scrittura come se volessimo/dovessimo realizzare un lavoro mai fatto prima, in modo da sentirci ancora motivati, come una sorta di sfida, insomma.

In questo particolare periodo storico in cui la musica si regge quasi completamente sul singolo, quanto è rischioso far uscire non uno ma ben due dischi?
Hai ragione, sono decisamente cambiati sia i tempi che i mezzi con cui raggiungiamo il pubblico, ma questo può essere visto sia come un limite, che come un ventaglio enorme di possibilità. Noi, semplicemente, cerchiamo di trovare un equilibrio tra quello che è il nostro modus operandi e quelli che sono i media, oggi. Siamo un gruppo con 25 anni di storia ed uno stile che credo di poter considerare ben definito: i nostri concept, il nostro modo di comporre, sono ben delineati e sarebbe stupido voler cambiare completamente, andando a stravolgere quello che siamo. Non ci vedrai mai realizzare uscite singole, per poi inondare i vari social con “reel” e “stories”, dove magari si mostra la colazione o la nuova inutilissima maglietta appena stampata. Certo, fa parte del gioco dei tempi d’oggi, ma quello che possiamo fare è continuare a scrivere le nostre storie, cercando di adattarle ai tempi, in termini di formato. Infatti, anche se questo è un concept suddiviso in due dischi, ogni brano può essere estrapolato e presentato come un singolo, poi chi ci conosce, o magari ci scopre adesso, se incuriosito, può sempre andare ad ascoltare il tutto in ordine cronologico e seguendo la storia che stiamo narrando.

Ci puoi raccontare la trama di questo concept?
Prende spunto da due argomenti diversi: il passo dell’Inferno di Dante in cui si narra degli Ignavi e la battaglia, narrata nell’Apocalisse, tra le orde di angeli dell’Arcangelo Michele e quelle di Lucifero. In questo scontro, vi furono tre angeli che non seppero scegliere da quale parte stare (in quanto anche Lucifero era un Serafino, quindi loro “fratello”). Al termine della battaglia, vinta da Michele, questi tre angeli vengono puniti, venendo ripudiati dal Paradiso e fatti cadere su una Terra antichissima, precedente ad ogni civiltà. Qua, i tre protagonisti, sopraffatti dal senso di vergogna per la punizione subita e ormai incapaci di sopportare anche solo la luce del sole, decidono di separarsi: il protagonista principale rimarrà in quella che oggi potrebbe essere l’area dell’Europa centrale, uno se ne va nell’estremo oriente e l’ultimo nell’estremo Ovest, giurando di non incontrarsi mai più. Nel corso dei millenni, sempre più incupiti e corrotti, arriveranno anche a far bere a qualche uomo prescelto il loro sangue, in modo da avere una compagnia perpetua (visto che gli uomini durano per loro, immortali, poco più di un battito di ciglia). Tutto procede nel tedio più totale per millenni, finché, un giorno, iniziano ad arrivare notizie che molti dei loro umani stanno scomparendo, inspiegabilmente. Alla fine, Asar (il protagonista principale, interpretato da Ivan), capisce che da qualche parte, la fuori, c’è un qualcosa di oscuro che sta arrivando e che loro, i tre angeli, sono il vero obbiettivo dell’imminente minaccia. Decide così di cercare gli altri due fratelli, per metterli al corrente, in un cammino che li riporterà a doversi nuovamente riunire e, questa volta, a prendere definitamente una decisione attiva, che riguarderà il loro futuro e la sopravvivenza stessa, non soltanto loro, ma anche di tutta la Terra.

Prima di mettermi all’ascolto di “Blood And Angels’ Tears”, ho sentito nuovamente il precedente “When All the Heroes Are Dead”, mi pare di poter dire che il nuovo sia decisamente un disco più arioso e meno oscuro. La pensi come me?
“WATHAD” era un album incentrato sulla fine degli eroi e, come dissi all’epoca della sua promozione, l’album più nichilista che avevamo mai realizzato (infatti nei suoi brani ci sono molti riferimenti letterari ad opere di autori che direttamente o meno, vennero accostati a questa corrente di pensiero). L’album, quindi, era necessariamente più cupo, direi che hai ragione. Questo album racconta una storia diversa e lo stile è necessariamente differente.

Sulla copertina è tornato a troneggiare l’angelo, come decidete se inserirlo o meno nelle vostre cover? Alla fine, è pur sempre un vostro simbolo distintivo…
Abbiamo sempre inserito un angelo, in qualche modo, in tutte le nostre copertine (tranne in “Destination Set to Nowhere”, per scelta dell’allora etichetta, che voleva provare a presentare un’immagine diversa della band, logo incluso). È la nostra mascotte, cerchiamo sempre un modo per averlo presente nelle nostre cover, a volte è un angelo diverso, a volte lo richiama, oppure come in questo caso, è proprio lo stesso angelo del nostro primo album, che qua – grazie al concept – ha finalmente una sua narrazione ed una spiegazione della sua storia, oltre che un nome (Asar).

Disco nuovo a parte, quest’anno celebrerete i 25 del vostro album d’esordio con una nuova edizione dell’omonimo?
L’abbiamo appena fatto, assieme a Scarlet: è infatti presente a catalogo il primo album, chiamato “Vision Divine XXV”, che ripresenta il nostro lavoro d’esordio, rimasterizzato e con grafiche leggermente rinnovate e modificate.

Quando hai fondato i Vision Divine avresti scommesso qualcosa sul fatto che saresti stato dopo un quarto di secolo a programmare addirittura un doppio album?
Ah no, chi potrebbe essere cosi pazzo o presuntuoso, da immaginare che il suo gruppo sarebbe ancora in piedi e molto attivo 25 anni dopo? È una vera sorpresa, oltre che una grande soddisfazione, alla quale, onestamente, non so nemmeno dare una spiegazione concreta. Abbiamo appena suonato al Metal for Emergency e vedere migliaia di persone incitarci, applaudire e cantare i nostri brani anche più vecchi mi ha dato sensazioni indescrivibili, anche perché è vero che ormai abbiamo 25 anni di storia, ma non siamo ancora cosi vecchi, hahaha! Diciamo che siamo nel pieno della nostra maturità!

Torniamo “Blood And Angels’ Tears”, il primo singolo pubblicato è “The Broken Past”, che vede la partecipazione di Ray Alder e Alle Conti, ci saranno altri ospiti sul disco?
Assolutamente sì. A parte i numerosi amici che hanno partecipato ai cori (tutti elencati nel booklet, sono troppi per nominarli qua), vorrei sottolineare l’intervento di AC Wild, degli storici Bulldozer, che ha condiviso con Ivan il brano “Drink Our Blood”. AC aveva voce e presenza perfette per il tema di questo pezzo e la sua prestazione è andata veramente oltre le righe, che oltre a rappresentare un accostamento inedito per la nostra musica, conferisce un’atmosfera completamente nuova al tutto.

Quanto dovremo aspettare per la seconda parte?
Abbiamo già realizzato mezzo album e, ovviamente, la storia è già completa, quindi stiamo lavorando per essere pronti ad un anno esatto di distanza da questo, nel 2025.

Quando pensi all’opera completa, ti immagini anche di portare dal vivo per intero i due dischi, magari in uno show speciale?
Ci abbiamo pensato, ovviamente, e magari lo faremo per un’occasione speciale. È anche vero che abbiamo 25 anni di storia e – fortunatamente – molte persone sono affezionate anche a molti altri brani dai nostri dischi precedenti, quindi per un concerto “standard” non sarebbe giusto eliminare completamente quanto fatto fino ad oggi.

Restando in ambito live, sono previste delle date a ridosso della pubblicazione?
Essendo nel periodo estivo, attualmente stiamo partecipando ad alcuni festival dove già suoniamo i nuovi brani che via via vengono pubblicati in anteprima, ma ovviamente dal prossimo autunno abbiamo intenzione di suonare più attivamente nei vari club, anche all’estero (stiamo programmando i prossimi tour in Asia e Sud America, ma ci sono trattative anche per poter suonare in Europa, speriamo bene!).

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