Sacred Steel – Ritual supremacy

ENGLISH VERSION BELOW: PLEASE, SCROLL DOWN!

I Sacred Steel torneranno con il loro decimo album in studio, “Ritual Supremacy”, in uscita il 25 aprile 2025 (ROAR/Reigning Phoenix Music). Per celebrare questo traguardo, abbiamo parlato con il cantante Gerrit P. Mutz, che ci ha raccontato la sua incrollabile dedizione al true heavy metal.

Benvenuto Gerrit, “Ritual Supremacy” segna il vostro decimo album in studio. In che modo pensi che questa uscita rappresenti l’evoluzione dei Sacred Steel nel corso degli anni?
Ciao! Beh, secondo me questo nuovo album rappresenta un ottimo riassunto di ciò che sono i Sacred Steel. Abbiamo ampliato un po’ il nostro spettro come facciamo sempre, e per la prima volta abbiamo incluso una vera ballad con “Let The Blackness Come To Me”. Troverai l’apertura aggressiva in pieno stile in-your-face (la title track), l’inno al metal da pugno alzato “Leather, Spikes & Chains”, alcuni brani più intricati ed epici come “Entombed Within The Iron Walls Of Dios”, “The Watcher Infernal” e “Covenant Of Grace”, delle bombe speed/thrash come “Demon Witch Possession” e “A Shadow In The Bell Tower”, e persino un brano più doom come “Bedlam Eternal”. Senza dimenticare “Omen Rider”, ispirato agli Omen (riff furiosi, hook orecchiabili e una sezione centrale epica guidata dal basso). Insomma, tutto quello che ci si aspetta da noi nel decimo album… e qualcosa in più per non risultare prevedibili. Direi che rappresenta perfettamente dove siamo ora nella nostra evoluzione come band.

Dopo oltre 25 anni nella scena, cosa mantiene viva la motivazione e l’ispirazione dei Sacred Steel nel panorama metal odierno?
Continuiamo ad amare ciò che facciamo! È sicuramente la ragione principale. Personalmente, non c’è molto che mi piaccia di più dello scrivere nuovi testi e linee vocali. È quella sfida creativa che mi tiene in moto e motivato. Certo, oggi non è facile farsi ascoltare, ci sono migliaia di band là fuori e tutti vogliono pubblicare musica e suonare dal vivo, ma la cosa positiva è che siamo in questa scena con la nostra band dal 1996, quindi non dobbiamo ripartire da zero, anche se l’ultimo album è uscito nel 2016, che è parecchio tempo fa.

La vostra formazione è cambiata nel corso degli anni, più recentemente con l’arrivo di Jörn Langenfeld e Toni Ieva nel 2023. Come ha influito questo sulla chimica e sul sound della band?
Abbiamo avuto una formazione piuttosto stabile per lungo tempo, ma poi le cose sono andate male e abbiamo dovuto fare dei cambiamenti per poter andare avanti. L’ingresso di Toni e Jörn è stato una vera boccata d’aria fresca e ispirazione! La chimica è perfetta e suoniamo meglio e in modo più professionale rispetto a prima. Di solito non sono un fan dei cambiamenti, ma in questo caso era necessario e ci ha portato nuova speranza e nuova vita, per così dire.

Sono già stati pubblicati tre singoli da “Ritual Supremacy” — “The Watcher Infernal”, “Ritual Supremacy” e “Demon Witch Possession”. In che modo questi brani rappresentano il mood generale dell’album, e c’è un motivo specifico per cui li avete scelti come singoli?
Non è stata una scelta facile perché l’album è molto vario. Abbiamo scelto la title track come primo singolo perché è veloce e brutale e rappresenta una dichiarazione: “siamo tornati!”. Il secondo brano doveva essere diverso per mostrare che l’album non è tutto nello stesso stile. “The Watcher Infernal” mostra un lato più mid-tempo e Sabbathiano della band ed era il pezzo ideale per un lyric video. Per il terzo singolo volevamo tornare a mostrare il lato più diretto dell’album e abbiamo scelto “Demon Witch Possession”. Non direi che ci sia un mood generale dell’album, se non il fatto che ogni brano mostra aspetti e variazioni diverse del nostro sound, quindi chi ha apprezzato i primi singoli potrebbe essere sorpreso dal resto del disco! Non è un album da ascolto facile, tutto “dritto in faccia”, ma ha sicuramente quei momenti, soprattutto nei singoli che rappresentano il lato più accessibile.

I tuoi testi affrontano spesso temi come guerra, misticismo e ribellione. Quali sono le principali ispirazioni liriche di “Ritual Supremacy”? Ci sono brani particolarmente significativi per te?
Cerco sempre di rendere i testi vari e interessanti tanto quanto la musica che li accompagna. La ribellione è uno stereotipo tipico del metal, e mi piace anche esprimere il mio disprezzo per la società non-metal nei testi, come nella title track. Anche il mio disprezzo per la religione sarà sempre un tema ricorrente, in diverse forme. Il messaggio principale dell’album sarebbe qualcosa tipo: “se non sei un metalhead, tanto vale che tu sia morto”, haha. Tutti noi abbiamo scelto di entrare a far parte del culto underground del metal fino alla morte, e questa dedizione si riflette nella nostra musica, nell’artwork e nelle magliette che amiamo indossare. I miei testi preferiti di questo album sono “Covenant Of Grace”, che parla dell’iniziazione al culto del metal, e “Let The Blackness Come To Me”, che è una sorta di lettera d’addio o necrologio.

I Sacred Steel sono sempre stati noti per il loro approccio intransigente al metal. Ci sono state sfide o sorprese particolari nel mantenere questo spirito in “Ritual Supremacy”?
Siamo intransigenti, sì. Perché prendiamo il nostro metal sul serio. So che ci sono persone là fuori che ancora pensano che i Sacred Steel siano uno scherzo o non possano essere presi sul serio. Anche a noi piace farci una risata, ma non siamo qui per essere il bersaglio dei poser! Come dicevo, prendiamo la nostra musica sul serio e non ci scherziamo sopra! Non inizierò mai a scusarmi per mantenere il METAL nell’Heavy Metal! Tutti quei poser che non hanno idea di cosa sia il vero metal dovrebbero smettere di cercare di dirmi cosa pensano che il metal dovrebbe essere. Lo so già bene, dannazione. Sono un metalhead dal 1980 e non ho bisogno di lezioni da gente nata molto dopo. Quindi no, non è stato affatto un problema mantenere il nostro spirito. Sappiamo benissimo cosa facciamo e come lo facciamo.

L’album uscirà per Reigning Phoenix Music. Cosa ha portato a questa nuova collaborazione, e come si confronta con le vostre esperienze passate con altre etichette?
Sapevamo di dover tornare con il botto, affinché più metalhead possibili si accorgessero che avevamo un nuovo album in uscita. E per questa missione ci serviva un partner competente con una distribuzione a livello mondiale. Abbiamo valutato con attenzione tutte le opzioni e abbiamo deciso di firmare con Reigning Phoenix/ROAR! Sarebbe stato facile firmare con un’etichetta più piccola, perché abbiamo ricevuto molte offerte gentili, ma come detto prima: stavolta volevamo provare qualcosa di più grande e vedere dove ci avrebbe portato e cosa avremmo potuto ottenere con un’etichetta come questa alle spalle. Finora siamo stati su etichette molto diverse tra loro ed è emozionante vedere con i nostri occhi che differenza potrà fare la RPM/ROAR! Chiedimelo di nuovo al prossimo album e ti dirò se siamo soddisfatti o meno, haha.

L’artwork di Andy Pilkington, ha un’estetica molto oscura e potente. In che modo riflette i temi dell’album?
L’artwork mostra una persona che voleva entrare a far parte di un culto, ma gli è stato negato l’accesso ed è stato annientato. Quel culto può essere una chiesa, la famiglia metal o altro, è aperto all’interpretazione. Per me era importante mostrare una prospettiva oscura e sinistra. Una curiosità è che, se la si guarda da un’altra angolazione, sarei felice di essere annientato se il culto fosse, ad esempio, una chiesa, haha. Quindi forse il tipo sulla copertina voleva solo uccidere l’angelo sopra di lui ed è stato ucciso a sua volta? Ci sono sempre due facce della medaglia. O anche di più.

Il vostro ritorno al Keep It True Festival nel 2025 è molto atteso. Cosa possono aspettarsi i fan dalla vostra esibizione? Suonerete “Ritual Supremacy” per intero?
Sicuramente non potremo suonare l’intero album, non avremo così tanto tempo a disposizione sul palco e l’album uscirà proprio quel giorno, quindi la maggior parte delle persone non conoscerà ancora tutti i brani, solo i singoli. Suoneremo più brani nuovi nei concerti dopo il KIT, quando la gente avrà avuto il tempo di immergersi nell’album per intero. Al KIT suoneremo il maggior numero di pezzi possibile e lo faremo con tutta la furia e l’intransigenza possibile! L’ultima volta che abbiamo suonato a quel festival è stato 21 anni fa, quindi è ora di tornare con un impatto forte e ultra-metallico!

Sacred Steel will return with their tenth studio album, “Ritual Supremacy”, to be released on April 25, 2025 through ROAR/Reigning Phoenix Music. To mark this milestone, we’ve spoken with vocalist Gerrit P. Mutz, who has shared his unwavering dedication to true heavy metal.

Welcome Gerrit, “Ritual Supremacy” marks your 10th studio album. How do you feel this release represents the evolution of Sacred Steel over the years?
Hi! Well, in my opinion this new album shows a good summary of what Sacred Steel is all about. We have broadened our spectrum a little bit like we always do and for the first time ever included a real ballad with “Let The Blackness Come To Me”. You will find the in-your-face aggressive opener (the title track), the fist-raising-metal anthem (“Leather, Spikes & Chains”), some more intricate and longer epic tracks like “Entombed Within The Iron Walls Of Dios”, “The Watcher Infernal” and “Covenant Of Grace”, some speed/thrash grenades like “Demon Witch Possession” and “A Shadow In The Bell Tower” and even a doomier track like “Bedlam Eternal”. Not to forget our Omen-inspired “Omen Rider” (furious riffing with catchy hooks and an epic bass driven middle section). All in all, everything that people would expect from us on our 10th album and a little more to not get too predictable. I guess that it’s a perfect statement of where we are now in our evolution as a band.

After 25 years in the scene, what keeps Sacred Steel motivated and inspired to create new music in today’s metal landscape?
We still love doing what we do! That sure is the main reason. Personally, there is not much that I enjoy more than writing new lyrics and vocal lines. It’s that creative challenge that keeps me going and motivated. Sure, it’s not easier to get heard nowadays, there are thousands of bands out there and everybody wants to put out music and play live but the good thing is that we are in this scene with our band now since 1996 so we don’t have to start from scratch anymore, even though the last album was released in 2016, which is quite a long time.

Your lineup has changed over the years, most recently with the addition of Jörn Langenfeld and Toni Ieva in 2023. How has this influenced the band’s chemistry and sound?
We had a quite stable line-up for a long time but then things went south, and we had to make some changes to be able to keep going. Bringing in Toni and Jörn was like a much-needed breath of fresh air and inspiration! The chemistry is perfect and we sound better and more professional than we did before. Usually I am no friend of changes but in this case it was just necessary and it brought us new hope and a new life, so to speak.

Three singles have already been released from “Ritual Supremacy” — “The Watcher Infernal”, “Ritual Supremacy”, and “Demon Witch Possession”. How do these tracks represent the overall vibe of the album, and were there any particular reasons for choosing them as singles?
It was not an easy choice because the album is so varied. We agreed on the title track for being the first single because it is fast and brutal and a statement saying “we’re back!”. The second track had to be different to the first choice so that people would not get the impression that all the songs on the album are in the same vein, which they surely are not anyway. “The Watcher Infernal” shows a more mid-tempo and “Sabbathy” side of the band and was the ideal template for a lyric video. For the third song we intended to showcase the straighter side of the album again and chose “Demon Witch Possession”. I would not say that there is an overall vibe of the album, apart from the fact that all songs show different aspects and variations of our sound, so whoever likes the first singles might be surprised by the rest of the album! It’s not an easy listening go-for-the-throat album in total, but it has those moments for sure, especially the singles show that “easier listening” side.

Your lyrics often explore themes of war, mysticism, and rebellion. What are the main lyrical inspirations behind “Ritual Supremacy”, and do any tracks stand out as particularly meaningful to you?
I always try to keep the lyrics as varied and interesting as the music that they accompany. Rebellion is a typical metal stereotype, and I also love to show my disdain for the non-metal-society in my lyrics, like in the title track. Also, my despisal for religion will always be a recurring theme, in different variations. The main message of that album would be something like “if you’re not a metalhead, you might as well be dead” haha. We all have once chosen to become a part of the metal underground cult until we die and that dedication is shown in our music, in our artwork and in the shirts we like to sport. My favorite lyrics on this album are “Covenant Of Grace” which is about the initiation into the metal cult and “Let The Blackness Come To Me” which is a kind of farewell letter or obituary.

Sacred Steel has always been known for an uncompromising approach to metal. Were there any particular challenges or surprises in maintaining this spirit on “Ritual Supremacy”?
We are uncompromising, yes. Because we take our metal serious. I know that there are people out there that still think that Sacred Steel is a kind of joke or can’t be taken too serious. We also like a good laugh, but we are not here to be the laughing stock for posers! As I said, we take our music serious and we won’t fuck around with it! I will never start to apologize for keeping the METAL in Heavy Metal! All those posers out there who have no clue about what real metal is about should stop trying to tell me what they think metal should be about and look like. I know all that already damn well. I have been a metalhead since 1980 and I don’t need any lessons about metal from people who were born much too late. So, no, it was not a problem to maintain our spirit at all. We are fully aware of what we do and how we do it.

The album will be released through Reigning Phoenix Music. What led to this new partnership, and how does it compare to your previous label experiences?
We knew that we had to come back with a bang so that as many metalheads as possible would notice that we had a new album out. And for that mission we needed a competent partner with a worldwide distribution deal. We checked our options very carefully and decided to go with Reigning Phoenix/ROAR! It would have been easy to sign a deal with a smaller label, because we had lots of offers that were all very kind, but, as said before: this time we wanted to try something bigger and see where it would lead us and what we could achieve with a label like that backing us up. We’ve been on several very diverse labels so far and it’s exciting to now witness ourselves what the difference will be like with RPM/ROAR! Ask me again with the next album then I can tell you if we are satisfied or not, haha.

Looking at the artwork by Andy Pilkington, it has a very dark and powerful aesthetic. How does it reflect the themes of the album?
The artwork shows one person who wanted to become a part of a cult and was denied access and was annihilated instead. That cult can be a church or the metal family or whatever, that is open to interpretation. For me it was important to show a dark and sinister perspective. A fun fact is though that, if you see it the other way round, I would gladly be annihilated if the cult were a church for example, haha. So, maybe the guy who is killed on the cover just wanted to kill the angel above him and was therefore killed himself? There are always two sides to a coin. Or more.

Your return to the Keep It True Festival in 2025 is highly anticipated. What can fans expect from your performance, and will you be playing “Ritual Supremacy” in its entirety?
We sure can’t play the album in its entirety, we don’t have that much time on stage and that album will be released exactly on that day so most people will not yet be familiar with all of the songs and know only the singles. But we will play some more new songs on the shows after KIT when the album is out, and people had the chance to dig into the album in full. We will play as many songs as possible at KIT and we will play as furious and uncompromising as humanly possible! Last time we played at that festival was 21 years ago so it’s time to make an impressive and ultra-metallic return!