Cadaveria – The woman who fell to earth 

Nuovamente ospite di Mirella Catena su Overthewall Cadaveria.

Per prima cosa ti ringrazio di essere, a distanza di un anno, ancora ospite nella mia trasmissione. Bentornata su Overthewall! La spiritualità e il misticismo sono delle componenti ben radicate in ogni tua produzione, che tipo di evoluzione hanno avuto nel corso della tua carriera e chi è quindi oggi Cadaveria?
Grazie a te, è davvero un piacere essere di nuovo in tua compagnia e grazie per l’interesse che dimostrate verso di me. Più che di misticismo parlerei di spiritualità. Negli ultimi anni mi sono avvicinata allo sciamanesimo, complice un viaggio che ho fatto in Brasile, durante il quale sono stata a contatto per quattro giorni e quattro notti con una tribù indigena. Ho imparato i loro canti, ho ballato con loro attorno al fuoco, ho partecipato alle loro sacre cerimonie. Cerco di applicare nella vita di tutti i giorni i grandi insegnamenti che ho avuto da quel meraviglioso popolo che mi ha accolta come una sorella. E’ stata un’esperienza profonda che inevitabilmente ha influenzato anche alcuni nuovi brani dei Cadaveria usciti recentemente come singoli e altri che usciranno successivamente. Anche la meditazione e lo yoga fanno ormai parte della mia quotidianità e mi sono state di aiuto nel superamento della malattia.

Della tua figura artistica ammiro, tra le altre cose, la volontà del perenne “mettersi in gioco” e sul modello serpentino, quello di mutare periodicamente pelle per acquisirne una più bella e potente! Credi che questo concetto sia magistralmente espresso in parallelo con il tuo percorso di donna e non solo di artista?
Eh, sai dicono che lo scrub faccia bene al rinnovamento cellulare e con l’avanzare dell’età mi sto prendendo cura della mia persona, ah ah ah! A parte gli scherzi, sono una persona eclettica e che si annoia facilmente e mi piace spingere l’asticella dei miei limiti sempre più in alto. Così sono sempre in movimento e pronta a sperimentare qualche novità. La vita mi ha messa di fronte a tante scelte e a grandi cambiamenti e io ho dovuto imparare a lasciare andare. Viviamo continuamente il ciclo della vita e della morte anche durante la vita stessa. La natura e le sue stagioni ce lo insegnano. Ora guardo con ottimismo il cambio di pelle perché so che sotto ciò che si esfolia ci può essere qualcosa di più bello, una nuova opportunità.

Circa 30 anni fa hai messo a disposizione la tua voce per la realizzazione di una delle più belle intro che il black metal abbia prodotto, mi riferisco a “My Soul” del seminale “All the Witches Dance” dei Mortuary Drape. Cosa ricordi di quel periodo magico, in cui un certo tipo di suono stava vedendo la luce, e quale emozioni ti trasmette ancora oggi nel ripensarvici?
Ah, di quella esperienza in particolare ricordo che la sera prima avevo ecceduto col bere e quindi in studio non ero per niente in forma. Era l’incoscienza della gioventù. Ora non me lo permetterei mai, sono troppo precisa e professionale per presentarmi in studio non in forma. Di quel periodo ricordo la spensieratezza e e il grande scambio epistolare con i fan, altre band e case discografiche. Non c’era internet, eravamo tutti agli inizi, non c’era uno più figo o più avanti dell’altro e c’era molta collaborazione anche tra i gruppi.

Nel tuo bellissimo ultimo video-clip “The Woman Who Fell to Earth” cosa vuoi trasmettere con questa misteriosa e quasi ancestrale visione femminile?
Ho raccontato la figura di una donna guerriera, così come mi hanno ribattezzata gli indigeni in Brasile, che scaglia la propria freccia lontano. Ho allargato il discorso a tutto il femminile, dunque questo brano è dedicato a tutte le donne della terra, alla nostra forza e alla nostra fragilità, di cui non ci dobbiamo vergognare, anzi. Abbiamo un sesto senso… e anche un settimo. Impariamo ad ascoltarci di più e a fidarci del nostro istinto.

In questi giorni sono piacevolmente impegnata nella lettura di “Necrodeath. The Shining book” dello scrittore Massimo Villa, che contiene, oltre alla biografia della storica band, anche la tua bellissima prefazione. Cosa hai provato ripercorrendo quei ricordi e ci sarà una tua biografia, come hai appunto accennato nella prefazione?
Quando Massimo Villa mi ha chiesto di contribuire al libro ho pensato di dare un taglio molto personale al mio intervento. Visto e considerato che ho conosciuto Flegias oltre trenta anni fa e sono stata legata a lui affettivamente, ho raccontato proprio del nostro incontro e di come passavamo le giornate in mansarda ad ascoltare i tanti vinili della sua collezione Heavy Metal. I Necrodeath dunque io li ho prevalentemente vissuti attraverso di lui, che li conosceva dagli anni Ottanta, come amici e poi come band “cugina” dei Cadaveria con cui condivido due componenti. Mi piace molto scrivere e ho pensato più volte di cimentarmi nella mia autobiografia. Due cose al momento mi trattengono: ultimamente vivo molto nel presente e non amo più tanto scoperchiare i calderoni del passato. Tra le tante cose belle ci sono ce ne sono alcune meno piacevoli e non ho voglia di farmi del male. L’altro aspetto frenante è che mi sento completamente realizzata con ciò che faccio e già nei miei testi raccolto moltissimo di me. Se un domani smetterò di fare musica allora forse ci sarà spazio per un libro, ma dovrà essere una esigenza, un’urgenza mia, non una m ossa commerciale. Di quello non me ne frega niente.

I tuoi canali social ci informano che sono in arrivo importanti novità, tra cui un nuovo album. Puoi dare qualche anticipazione per i nostri ascoltatori?
Sì certo. Abbiamo trascorso la fine del 2020 e tutto il 2021 realizzando singoli in digitale e accompagnandoli con i relativi video. Ci siamo divertiti e abbiamo dato un assaggio della nostra nuova musica. A ottobre siamo tornati a comporre e abbiamo deciso che questi novi brani confluiranno in un album. Quindi per ora basta singoli. Siamo in studio e speriamo di far uscire il successore di “Silence” (nostro ultimo full length risalente ormai al lontano 2014) entro l’estate 2022. Seguiteci dunque su https://www.facebook.com/cadaveria e su https://www.instagram.com/cadaveriaofficial/ per non perdervi questa ed altre novità in arrivo.

Grazie di essere stata con noi.
Grazie a voi!

Ascolta qui l’audio completo dell’intervista andata in onda il giorno 13 Dicembre 2021

Cadaveria – Il cantico della Matriosca

Ospite a Overthewall Cadaveria. Dopo lo stop causato dalla lunga malattia, l’artista italiana è tornata a fare musica, pubblicando recentemente due singoli “Return” e “Matryoshcada”.

Ciao Cadaveria, come come stai?
Sto bene grazie, ho appena fatto i controlli oncologici e mi hanno promossa! Sono felicissima e posso dedicarmi alla musica con serenità.

Ho ammirato molto il modo in cui hai affrontato la malattia, non nascondendoti ma aggiornando amici e fan passo dopo passo. Credi che questo atteggiamento positivo abbia potuto avere una doppia valenza, rendendo meno impervio il tuo cammino e in qualche modo dando l’esempio a chi ti segue e che magari si trova in un analoga situazione?
Non credo esista un solo modo per affrontare le difficoltà e le malattie, ognuno fa come crede e come può. Personalmente ho sempre avuto un rapporto sincero coi fan e in generale con le persone che mi circondano e non mi sono mai sognata di nascondere a nessuno la malattia. Avrei dovuto mentire per chissà quanto tempo, una cosa per me impensabile e che poi mi sarebbe costata un sacco di fatica. No, no, le energie mi servivano tutte per guarire! Devo dire che questa apertura verso il prossimo mi ha fatto un gran bene, parlarne mi ha resa più leggera e soprattutto mi ha inondata di amore. Ho visto tante mani tese e questa volta le ho semplicemente afferrate, senza chiedermi se erano davvero tutte sincere. E’ stato uno switch non da poco, considerato che non ero abituata a chiedere aiuto e a manifestare apertamente i miei sentimenti. A chi si trova in una situazione simile, sì, consiglierei di fare altrettanto, ma solo se se la sente. Alla fine ognuno deve seguire la propria anima. Ad esempio per me mettere la parrucca era come mentire a me stessa allo specchio, poi era scomoda, una tortura d’estate con 35 gradi. No grazie! E così sono andata in giro pelata. Non è facile. Gli sguardi li hai addosso, sguardi di compassione, di curiosità, di paura. Il cancro è ancora un tabù, la gente ne è terrorizzata, lo chiama “quel brutto male”… Io posso dire che la verità rende liberi. Dopo che mi sono mostrata al mondo pelata non me ne frega proprio più niente del giudizio di nessuno.

Alla luce delle tue recenti vicissitudini, possiamo considerare questo un nuovo inizio e porre “Matryoshcada” sullo stesso piano emozionale del tuo esordio con gli Opera IX e con il tuo progetto solista?
No, quando sono entrata negli Opera IX ero giovanissima e vivevo nell’incoscienza di quegli anni. Quando con Marçelo Santos ho fondato i Cadaveria sì, quello è stato un nuovo inizio, all’insegna dell’indipendenza artistica e della voglia di fare. Questa volta sono fortunata a poter ricominciare di nuovo. Ci sono stati momenti in cui non ero certa che sarei tornata alla musica. La molla sono stati i fan. “Matryoshcada” è dedicata a tutti loro. L’emozione che sto provando ora non ha paragoni col passato. E’ l’emozione di chi sa quanto sia preziosa la vita.

Da un punto di vista simbolico cosa rappresenta la matriosca?
La matriosca sono io durante la chemioterapia, che mi esfolio, perdo capelli, ciglia sopracciglia, un pezzo del mio corpo con la chirurgia. Involucri di me cadono e se ne vanno per non tornare più e io ho dovuto accettarlo e lasciarli andare. E’ restato il nucleo, l’anima, e da lì sono ripartita. Ho attraversato una tempesta, sono stata sulle montagne russe per oltre un anno e mezzo senza mai poter scendere. Ho vissuto una trasformazione esteriore che è sotto gli occhi di tutti e un viaggio interiore profondo, un insegnamento per me rivoluzionario. Un po’ di autoironia non guasta mai così la canzone l’ho intitolata MatryoshCADA perché molti nell’ambiente musicale mi chiamano Cada.

Che ruolo ha avuto la musica in questo tuo percorso? Non mi riferisco specificatamente alla tua musica, ma in generale.
Nei primi mesi ho ascoltato musica come al solito, poi ho cercato solo il silenzio, la meditazione, il camminare, lo yoga. Mi sono disinteressata totalmente del metal.

Qual è l’elemento di novità in “Matryoshcada” e quale invece quello tipicamente Cadaveria che è sempre presente sin dal tuo primo album?
E’ sempre difficile analizzarsi, preferisco siano gli altri a trovare similitudini e differenze. Credo che il marchio Cadaveria sia inconfondibile, soprattutto nel growl. La scrittura musicale e certe tonalità del clean, più acute che in passato, sono probabilmente ciò che gli altri identificheranno come nuovo.

“Matryoshcada” esce in un periodo particolare, senza concerti e caratterizzato dall’impossibilità di avere un contatto fisico con i fan. Come cambia dal punto di vista tecnico la promozione di un brano in questa particolare fase?
Noi abbiamo scelto, a prescindere dal Covid, di far uscire una serie di singoli in digitale e di realizzare anche un videoclip per ciascun singolo. Un lavoro importante ed entusiasmante dal punto di vista creativo. Ci stiamo gestendo in maniera totalmente indipendente quindi decidiamo noi tempi e modi e ci divertiamo parecchio.

Chi ha collaborato con te nella realizzazione del pezzo?
Marçelo Santos in primis, praticamente un fratello che condivide con me ogni passo artistico. La formazione ufficiale al momento include noi due e Peter Dayton al basso. Alla chitarra hanno collaborato Frank Booth e Kris Laurent, chitarristi storici della band, e Pier Gonella, anche in veste di coproduttore.

“Matryoshcada” è il secondo singolo estratto dal prossimo album, quando potremo ascoltare il lavoro intero?
Sì, è il secondo singolo. Il primo, “Return”, cover dei Deine Lakaien, è uscito a ottobre e ha segnato il nostro ritorno alla musica. Per ora abbiamo altri brani pronti che stiamo registrando e che faremo uscire man mano che sono pronti sempre in forma di singoli. Ad oggi non stiamo programmando un album da far uscire in formato fisico. Vedremo più avanti come evolvono le cose e cosa ci inventeremo.

Grazie per l’intervista, ricordiamo dove tenersi aggiornati sulle tue nuove uscite discografiche?
Vi rimando al sito http://www.cadaveria.com e vi consiglio di seguirci su Spotify https://bit.ly/cadaveriaonspotify e di iscrivervi al nostro canale Youtube https://www.youtube.com/cadaveriaofficial. Questi invece sono i link per seguirci sui social: https://www.facebook.com/cadaveria, https://www.instagram.com/cadaveriaofficial

Trascrizione dell’intervista rilasciata a Mirella Catena nel corso della puntata del 30 Novembre 2020 di Overthewall. Ascolta qui l’audio completo:

Cadaveria – Legami di sangue

Cadaveria è una persona determinata e sicura dei propri mezzi, non a caso la sua band è una delle creature più originali del panorama metal italiano. A margine dell’intervista promozionale del nuovo album “In Your Blood” , Cadaveria ci ha regalato in anteprima le foto del backstage del nuovo video “Anagram”. Se il buongiorno si vede dal mattino… non ci sono dubbi che si tratterà di una clip entusiasmante! Giudicate con i vostro occhi…

“In Your Blood” è nei negozi da qualche mese, ti va di fare un primo bilancio?
Siamo assolutamente soddisfatti sia del CD in sé e quindi della produzione, sia del lavoro svolto dall’etichetta. Il lavoro è distribuito in maniera capillare e davvero possiamo dire che si trovi “nei negozi”. Questo non ci fa sentire arrivati e certamente non cambia le sorti dei Cadaveria, che continuano ad essere un gruppo underground, ma sicuramente si aggiunge alla lista di soddisfazioni che ho avuto con questo gruppo, dal 2001, anno della sua fondazione, fino ad oggi. I buoni responsi giungono un po’ da tutto il mondo e riguardano non solo l’album “In Your Blood” ma anche il video “The Dream”, che risulta essere il più visto tra i video uploadati su YouTube da Season of Mist negli ultimi cinque mesi.

Ritieni che con questo disco ti sia allontanata di un’ulteriore passo dalla conformità?
A livello interiore sicuramente si, nel senso che l’album è stato concepito in assoluta libertà, senza preoccuparsi di rientrare o meno nel black metal o nel filone death. Anche l’immagine che ho proposto di me è anticonformista e va letta come una provocazione, volta a slegare la musica estrema dal solito look total black. Del resto ormai nel metal si è visto e ascoltato (quasi) di tutto, quindi dal mio punto di vista ben venga ogni tanto una controtendenza. Musicalmente credo che “In Your Blood” segni una ulteriore evoluzione del nostro stile, ma ritengo comunque che il marchio Cadaveria sia sempre ben riconoscibile. L’album è un alternarsi di aggressività e melodia e va ascoltato nelle sua interezza, perché ognuna delle dodici canzoni ha una sua individualità e personalità. Quindi a coloro che credono che ci siamo ammorbiditi, perché hanno ascoltato solo il singolo “The Dream”, dico di comprare il disco e ascoltare anche le altre undici.

Il prossimo passo in che direzione sarà?
Non posso deciderlo a tavolino. Ho già qualche nuovo riff pronto e qualche appunto per i nuovi testi, ma nessuno può dire come questi elementi verranno manipolati o stravolti quando ci ritroveremo in sala prove per comporre. Ogni giorno che passa, ogni giorno che vivo, lascia qualcosa su di me e in me. Io mi modifico continuamente e non posso dire in quale mood sarò quando mi accingerò a creare un nuovo album. Senza dubbio le nuove esperienze che avrò fatto fino ad allora influenzeranno la mia musica e convergeranno in una nuova miscela di sentimenti e violenza e saranno arricchite dall’apporto emotivo e artistico degli altri componenti del gruppo.

Ma come nasce un vostro disco?
I testi nascono dall’elaborazione di storie, frasi e pensieri che ho appuntato nei mesi precedenti alla realizzazione dell’album. In realtà io scrivo molto di ciò che mi colpisce, quindi ho un copioso bacino di risorse liriche cui attingere, come dei semilavorati che all’occasione posso trasformare in testi. Anche i film che vedo e i libri che leggo talvolta mi danno ispirazione. La musica nasce in parte da me, attraverso delle registrazioni su nastro che effettuo in autonomia e che poi propongo agli altri, in parte da Frank, Marcelo e Killer Bob. Le melodie che ho in testa si possono trasformare in riff di chitarra oppure possono svilupparsi in melodie vocali. Lo stesso dicasi per le idee degli altri membri della band. Così nasce l’ossatura dei brani, che man mano acquistano spessore attraverso la definizione dei giri, degli assoli, dei cori, degli arrangiamenti, ecc. Al disco si arriva attraverso una pre-produzione, diversi ascolti e diversi ritocchi. Abbiamo la fortuna di avere uno studio a disposizione, quindi ci prendiamo sempre il tempo necessario per aggiungere, togliere, perfezionare.

Sei soddisfatta degli album precedenti?
Certamente. Di solito quando finisco un album lo ascolto per qualche settimana poi passo ad altro. Quando riprendo in mano uno dei precedenti CD mi ritrovo sempre piacevolmente in quello che abbiamo fatto. Del resto cerchiamo di curare sempre tutti i dettagli, dal suono all’artwork, con il massimo scrupolo, per cui tutto ciò che di nostro è uscito meglio non poteva essere fatto. Va da sé che ogni volta che risenti un tuo prodotto col senno di poi magari cambieresti qualcosina, ma questo non modifica il giudizio positivo che ho sugli album che abbiamo realizzato.

Ti va di fare una disamina album per album?
E’ difficile riassumere mesi e anni di lavoro in poche righe… lascio ai giornalisti le descrizioni puntuali delle nostre produzioni e agli ascoltatori il piacere di trarre dalla nostra musica le sensazioni che desiderano. Ogni album è lo specchio di ciò che sono i Cadaveria, musicalmente e concettualmente. La musica va ascoltata più che descritta e i testi sono a disposizione di tutti sul nostro sito per chi vuole approfondire… Album dopo album le liriche si sono fatte più intimistiche a livello di tematiche, ma forse meno ermetiche nella forma e un po’ più schiette. Io sono ciò che scrivo e sono come canto, quindi ascoltate e leggete. A breve il nostro sito sarà arricchito di un’apposita sezione che racconterà le varie contaminazioni, influenze, referenze, non solo musicali, presenti in “In Your Blood”. Un tassello in più per decifrare il nostro mondo delle ombre… rimando i più curiosi a www.cadaveria.com e al nostro myspace ufficiale www.myspace.com/cadaveriaband

Come va con la Season Of Mist?
Bene. Come dicevo all’inizio è una label professionale e presente. Questo semplifica la nostra collaborazione con loro.

Tra un po’ partirete per un tour in Romania, come ti appresti a vivere questa nuova avventura?
Pare che all’estero ci sia molta aspettativa sui Cadaveria, quindi ci stiamo preparando al meglio per offrire uno spettacolo impeccabile. Saremo headliner in tutte le serate, quindi lo show durerà un’ora e mezza e sarà bello spesso. Spero che le distanze tra una venue e l’altra non siano eccessive, giusto per riuscire a dormire qualche ora… La prendo come se avessi vent’anni: rock’n’roll!

Avete in programma un tour nella Penisola?
Ci sono delle date fissate ma non ancora divulgate per marzo e altre per febbraio sono in via di definizione. Non si tratterà di un vero e proprio tour ma di un tot di date sparse nell’arco di 2-3 mesi. A parte questo speriamo di tornare all’estero per dei live prima dell’estate.

Con quali band vi piacerebbe dividere il palco?
Diciamo King Diamond/Mercyful Fate, ma non mi spiacerebbero nemmeno i Tool.

Qual è la più bella soddisfazione professionale che ti sei tolta in questi anni?
Continuare a divertirmi nel fare musica. Faccio quello che faccio prima di tutto per me stessa, ma posso condividere il mio mondo con migliaia di persone, che scopro essere sulla mia stessa lunghezza d’onda. Questa è una bella cosa.

C’è qualche cosa che non riferiresti?
No.

Ma quanto è rimasto della Cadaveria che muoveva i primi passi negli Opera IX?
Sono la stessa, ma un po’ cresciuta. Il cuore è sempre quello, ma la mente ha ricevuto nuovi stimoli e non pensa più in una sola direzione.

Quanti dei sogni che avevi in quel periodo sei riuscita a realizzare?
Non saprei. In realtà credo che i grandi sogni avremmo potuto realizzarli più avanti, ma non c’è più stata da entrambe le parti la volontà di perseguirli insieme.

Grazie di tutto. A te il compito di chiudere l’intervista…
Ok, ne approfitto per annunciare che la settimana prossima uscirà il video di “Anagram”, altro singolo tratto da “In Your Blood”. Tengo particolarmente a questo video perché ci abbiamo lavorato per mesi, dallo storyboard, alle locations, fino alle riprese e al montaggio. E’ un video “made in Cadaveria” pensato da me e Marcelo Santos, ma che ha visto il coinvolgimento di attori, performers e tante altre menti in movimento, che ringrazio per la splendida collaborazione. E’ il miglior video che abbiamo mai realizzato, quindi non perdetevelo! A presto e un saluto a tutti i lettori di Raw & Wild!

g.f.cassatella

Intervista originariamente pubblicata su www.rawandwild.com nel 2007 in occasione dell’uscita di “In Your Blood”.
http://www.rawandwild.com/interviews/2007/int_cadaveria.php