Umberto Porcaro – Vita blue

A dieci anni dal suo precedente album, ma con in mezzo tanti concerti in tutto il mondo e la vittoria del Blues Music Award 2019 come ambasciatore del blues made in Italy, Umberto Porcaro ha pubblicato “Take Me Home” (Epops, 2022). L’album ha ricevuto apprezzamenti dalle riviste specializzate e sta riscuotendo grande successo in entrambe le versioni LP e CD. Ne abbiamo parlato nella nostra intervista tutta blue.

I versi finali di “Run Into My World, canzone di apertura dell’album, decretano “Blues Is My Companion Everywhere I Go”. Tu e il blues siete inseparabili da una trentina d’anni ormai. C’è stato un punto di svolta in cui hai capito che il blues non era più soltanto una passione, ma la tua professione?
La musica ha sempre fatto parte della mia vita da quando ho ricordi. Il blues ha scandito la mia vita. Ho sofferto per amore sin da molto piccolo, il blues mi ha salvato. È stata la mia salvezza, il mondo dove sempre mi sono rifugiato da ogni sofferenza, si è tradotto nel mio modo di comunicare. Un legame ancestrale.

Nelle 12 battute del giro di blues, più lungo di 4 misure rispetto ad altri generi musicali, c’è un dialogo di domanda-risposta-conclusione. Quando componi di solito tu scrivi testi e musica contemporaneamente, oppure è la musica che poi ispira i versi da cantare?
Ti riferisci al concetto di call and response. Improvvisare. Mi piace usare tanto delle metafore, ma la bellezza di questo concetto è proprio come la vita. Diventa come parlare, suonare per me è come parlare. Non c’è un prima o un dopo, diventa tutto molto naturale.

L’album “Take Me Home” ospita due vere leggende del blues contemporaneo, Lurrie Bell di Chicago e il texano Anson Funderburgh. Tu stesso hai dichiarato che averli nel tuo disco è un sogno che si realizza. Avete registrato insieme fisicamente o avete lavorato a distanza?
Abbiamo lavorato a distanza ma, credimi, poter condividere tutto questo con dei miti è una storia incredibile. Sono cresciuto con la musica di Lurrie Bell e Anson Funderburgh, un’emozione unica che mi porto addosso.

Nella tua carriera trentennale hai suonato con i miti del blues mondiale, spesso viaggiando e condividendo esperienze con loro. Tante avventure, ce n’è qualcuna in particolare che vuoi raccontarci?
È vero, negli anni ho collezionato tante collaborazioni, tantissime, mi reputo davvero fortunato. Da ragazzino sognavo di poter fare quello che ho fatto. Quando poi mi sono trovato a fianco di molti dei miei idoli, puoi capire che emozione! I racconti di Jerry Portnoy (armonicista di Muddy Waters, e poi anche di Eric Clapton) sugli anni trascorsi in giro con Muddy Waters… BB. King mi disse all’orecchio: “ragazzo, il blues è la cosa più bella del mondo, mi raccomando”… Cosa dire, puoi immaginare…

Hai definito “Take Me Home” un concept album. Io l’ho ascoltato molte volte dall’inizio alla fine, ogni traccia trasmette un’emozione diversa. Quale canzone definisce più delle altre il concetto del disco?
Su questo disco c’è tutto me stesso, c’è la mia vita, le mie sensazioni, il mio amore per la vita, per l’amore. L’ho concepito, suonato , pre-prodotto e registrato di notte. Credo che di notte tutto trovi il proprio senso, almeno per me.

Copertina profondamente blue, tu imbracci la fedele chitarra e guardi lontano. Dove? 
Sono un profondo “Blue Note Style” addicted, mi piace quello stile, il colore blue è il mio preferito. Mi piace guardare sempre avanti, oggi siamo il frutto di quello che abbiamo vissuto in passato e guardare avanti rimane una grande cosa.

Da qualche anno sei anche maestro alla Fondazione Brass Group di Palermo. Cosa hai imparato dall’insegnamento?
Tanto. È il mio studio quotidiano. I miei allievi sono la mia benzina, Dio li benedica. Al Brass mi sento a casa, ci sono cresciuto da ragazzo e adesso mi sento orgoglioso di poter dire di lavorarci.

Un tour promozionale italiano appena concluso ed uno europeo alle porte. Si parte il 7 maggio da Anversa e si continua per tutto il mese fra Belgio, Olanda e Germania. Manterrai la formazione in trio delle date precedenti o ci saranno delle novità?
In realtà questo tour sarà a fianco del grande Brian Templeton, mio grande amico e fratello, come sostiene anche lui. Faremo delle tappe davvero importanti, festival dove ci saranno anche Robert Cray, Samantha Fish… Beh, che dire, non vedo l’ora.

Epops music, etichetta svizzera attiva dal 1997, a produrre. Come è nata la vostra collaborazione per quest’album?
È nata per caso, per magia… E che magia, sto già preparando il nuovo!

Ottima notizia! Che scoop! Intanto credo che la tua attività live continuerà anche dopo il tour di maggio. A parte infuocare i palchi con le canzoni di “Take Me Home”, e magari anche con qualcosa di inedito, quali sono i progetti futuri?
A breve ci saranno altre date. La strada per me è vita, il blues è la mia vita. Fin quando avrò forza mi nutrirò di questo.