Legione Nera – Noi siamo Legione

Da sempre tra le comunità più attive in ambito black metal, recentemente il gruppo FaceBook Legione Nera ha pagato lo scotto di aver dato in passato spazio alle creazioni di Burzum. Davanti al blocco imposto dal social americano, con la conseguente perdita di tutto il materiale digitale, lo staff si è domandato se fosse arrivato il momento di lanciare la spugna o meno. Superato lo sconforto iniziale, il gruppo è ancora qui tra noi, sono stati gli stessi amministratori – Aldo, Giuseppe, Vincenzo, Matteo, Snarl, Marco e Gianpaolo – a raccontarci come la comunità è rinata dalla proprie ceneri.

Quando e perché nasce Legione Nera?
Aldo: Legione Nera nasce nel 2008, l’intenzione era di dare a chiunque uno spazio di cui avvalersi per poter condividere, supportare e fare rete tra noi amanti della scena. Sin da subito ci siamo resi conto di quanto un gruppo potesse dare in termini di visibilità rispetto alla classica condivisione sulla home di facebook, troppo “dispersiva”. Fino al suo oscuramento il gruppo contava circa 1500 iscritti, una community vasta ed attiva dove potersi confrontare liberamente e a disposizione di tutti, da musicisti/band a organizzatori di eventi o per semplici appassionati.

Ultimamente siete stati vittime del repulisti effettuato da FaceBook nei confronti di coloro i quali in passato avevano condiviso materiale di Burzum, cosa ne pensate di questa campagna portata vanti dal famoso social network americano?
Giuseppe: Credo sia stata una coltellata ai diritti dell’utenza. Guardiamoci allo specchio: se io sto condividendo un pezzo contenente musica, sto comunque condividendo musica e niente più. Che io possa essere anche affine alle ideologie del musicista, saranno anche un bel paio di cazzi miei… mica sto incitando ad un nuovo olocausto o cosa: è solo della cazzo di fottutissima musica. Però, realisticamente, non sempre le idee dell’artista corrispondono ai sui contenuti musicali… o forse sì, ma diciamo che nel caso del Conte la cosa sta nel mezzo, in quanto la sua ideologia è sicuramente parte dell’attitudine che è a sua volta parte integrante della sua musica. Ma questo è lui, non io. Se io condivido un suo pezzo, aldilà del mio punto di vista personale sto condividendo un suo pezzo, stop. Facebook finalmente si rivela essere un social network che di social non ha una beneamata minchia. Non che prima avesse molto di “sociale”… spero solo che sia l’inizio del suo declino e che questa triste epoca di arlecchini delle meme, tag e corsa al like con annesse visualizzazioni possa terminare quanto prima. Ma sono solo un illuso sognatore, già lo so. E comunque la cosa più scorretta di tutto ciò riguarda che i ban sono stati attuati anche per immagini ironiche, notizie o pezzi condivisi 10 anni prima: pagine di importanti magazine metal nazionali hanno rischiato la cancellazione (e tuttora la rischiano, che io sappia), idem dicasi alcuni gruppi (nel senso di gruppi Facebook) sulla piattaforma. Motivazione? Una qualsiasi cosa associabile a quel personaggio lì, furbescamente “sgamata” dall’algoritmo. Roba da Cyperpunk puro, i testi dei Fear Factory prendono vita! “AVE ALL’ALGORITMO!”… sì, annatevene affanculo voi, Marcolino Zucchinanelculoberg e tutta la truppa di programmatori della domenica che si porta appresso. E la cosa succede anche per band differenti da quel personaggio, inclini sempre a certe ideologie “particolari”, oppure immagini contenenti capezzoli o piccole parti di nudo, vedi ad esempio i numerosi ban avvenuti subito dopo aver postato la copertina di “Nevermind” sulla piattaforma, quando poi esistono gruppi privati/segreti dove si incita allo stupro e al femminicidio. Questo non è fare democrazia o pulizia social, questo è semplicemente mettere una pezza di pessima fattura al problema, nella peggior maniera possibile. E non dimentichiamo che Facebook si era fatto paladino della lotta alla fake news nel periodo del lockdown, fake news che comunque continuavano a girare sulla piattaforma proprio in quel periodo. Insomma, una pura e totale merda. “Ridatemi i cari vecchi forum, dove a moderare tutto è una persona e non un computer” pensai… e da lì proposi il forum agli altri ragazzi della Legione. La cosa era completamente old school da piacere un po’ a tutti… ed eccoci qua.

Come vi siete mossi all’indomani dell’oscuramento del gruppo?
Vincenzo: La sorpresa di non riuscire più a trovare il gruppo, come anche scoprire che alcuni altri gruppi e testate e molti miei contatti erano bloccati, non è stata certamente un motivo per fermarsi. È assurdo doversi ritrovare a pensare che, per quanto un’azienda privata possa decidere legittimamente di ostracizzare un personaggio dalle idee al limite della decenza, devano trovarsi a sentirsi minacciati persino coloro che ne hanno condiviso un link che riportava un suo brano musicale o addirittura chi ne ha fatto il semplice nome per biasimare o deridere il personaggio stesso. Quindi, come prima cosa, era necessario rifondare il gruppo. Un piccolo brain-storming per trovare un nome adeguato che non desse adito a fraintendimenti, rimettere insieme una squadra motivata e Noi siamo Legione era di nuovo lì, ancora con la voglia di discutere di musica, senza alcun riferimento ad idee politiche che nulla hanno a che fare con la proposta del gruppo. In più era evidente che non di certo quel che è un punto di riferimento per molti appassionati doveva ancora correre il rischio di vedersi cancellate decine di discussioni interessanti per la mannaia di qualche controllore disattento. Ed ecco l’approdo di Noi siamo Legione su Forumfree, che speriamo cresca ancora più.

Il presente odora di passato, avete deciso di creare un blog, soluzione che in questi ultimi anni è stata quasi del tutto abbandonata dai più. Perché proprio un blog?
Matteo: Perché siamo sicuri che un blog non abbia delle restrizioni così assurde come quelle purtroppo affidate all’algoritmo di Facebook il quale blocca, banna ed elimina tutto ciò che contiene la/le parole chiave programmate nella sua “lista nera”, spesso senza contestualizzarle e con le conseguenze che, purtroppo, abbiamo sperimentato sulla nostra pelle. In più, visto che Legione Nera prima di essere oscurato aveva superato i 1500 iscritti ed i membri attivi nel gruppo erano aumentati esponenzialmente, quindi molti post giornalieri che, purtroppo, per come è impostato Facebook venivano “persi di vista” in una manciata di giorni noi dello staff ci siamo da subito resi conto che uno spazio strutturato ed organizzato come un forum, per quanto oggi possa sembrare “retrò”, è invece ciò che per un gruppo come il nostro, che era ed è una vera e propria community, può potenzialmente valorizzare e tenere cronologicamente ben visualizzabile tutto ciò che noi ed i membri di Legione Nera (ora Noi Siamo Legione) condividiamo giornalmente. Anzi, per come è organizzato un forum, le nostre idee e proposte che abbiamo in serbo per il nostro gruppo che sono logisticamente ardue da attualizzare su Facebook, come sezioni con post dedicati a singole band black metal del panorama italiano ove queste possano interagire con Noi Siamo Legione in qualsiasi momento, anche a distanza di tempo dalla data di pubblicazione del post, ora invece potranno diventare materialmente un qualcosa da proporre e provare ad attuare nel forum. Questo è solo un esempio, ma ce ne sono molti altri, insomma: concordiamo sul fatto che il forum abbia il potenziale per fare crescere ancora di più la nostra community e sicuramente con iniziative più interessanti ed ambiziose per tutti noi. Staremo a vedere!

Come ci si può iscrivere?
Giuseppe: Semplicemente cliccando sulla voce “Registrati” in alto alla home del forum. L’accesso è libero e gratuito.

Come funzionerà a grandi linee?
Giuseppe: E’ una cosa su cui onestamente stiamo ancora lavorando su, ma il nostro intento è di creare una grande comunità tricolore dedita al black metal tramite un forum, esattamente come si usava fare fino a dieci anni fa, almeno proprio su Forumfree, il quale pullulava di spazi dedicati. Era un periodo davvero fertile per discutere di quelle sonorità, ti parlo dal 2006 in su. Stiamo anche pensando di fare un grande archivio di interviste, video, se non proprio una webzine dedicata. Ma ci dobbiamo ancora organizzare… però le intenzioni ci sono.

Ma il black metal è davvero così pericoloso?
Snarl: Dovresti definire meglio che intendi per “Pericoloso”. E dovresti anche descrivermi la linea di demarcazione tra buonsenso ed essere pericoloso. La parola che hai scelto è troppo generica, ma posso dirti due cose: Primo, uno non è che un giorno si alza la mattina e comincia a fare musica “pericolosa”: certe cose o le hai sentite che fanno parte di te, oppure non ti rappresentano, semplicemente. Secondo, ogni forma d’arte deve avere un messaggio concreto o quantomeno tangibile, altrimenti sono solo scleri adolescenziali non destinati a durare. Poi se vuoi essere “pericoloso” tipo emo, tipo mafioso, tipo trapper o tipo estremista, sai te. Per quel che mi riguarda, io non sono uno psicopatico.

Come è cambiato il genere negli ultimi anni?
Marco: Per essere un genere che concettualmente guarda al cambiamento con un certo riserbo negli ultimi anni abbiamo assistito ad un’evoluzione sia musicale che concettuale. Sarà per ragioni anagrafiche o per gusti musicali personalmente appartengo alla seconda ondata del black metal (quello scaturito dalla scena norvegese dei primi anni ’90, tanto per intenderci) e forse quello che ha portato il genere stesso ad essere conosciuto per quello che è fino ai giorni d’oggi. Negli ultimi anni però il black metal ha subito contaminazioni stilistiche, di approccio alle liriche e tematiche in generale fino a snaturarne completamente quelli che erano i canoni che dettava il genere 25 anni fa. Si può quindi affermare che stiamo attualmente vivendo una terza ondata del black metal. Questa evoluzione la si può notare anche nel nostro panorama nazionale, che nutre un florido underground, dove possiamo trovare band dallo stile più crudo a quelle che abbracciano contaminazioni di diverso tipo fino ad arrivare ai confini di quello che potremmo definire black metal.

Come è cambiata invece la figura del blackster?
Gianpaolo: Credo che questa sia oggi una domanda che vada ben oltre il contesto musicale e sfoci nel folklore e nell’antologia moderna. Ma per farla breve, tutti abbiamo in mente i blackster degli anni novanta, seguaci di un’onda musicale che nella sua violenza sonora, e nel suo immaginario legato al fantastico e all’occulto, diventava spesso la voce di un disagio, di un mancato riconoscimento nel mondo contemporaneo, e allo stesso tempo incarnava un senso di sovversione socio-culturale. Per certi versi quel blackster assomigliava nei modi al punk degli anni settanta. Col passare del tempo il black si è moltiplicato in svariate esperienze musicali, ricche di sfumature, sperimentazioni ed esiti diversi. Di conseguenza ha smesso di essere un’onda ed è diventato un modo di fare musica, uno scuola in continua evoluzione. In questa trasformazione quel blackster lì ha lasciato il posto a degli appassionati che provengono spesso da percorsi diversi e amano divertirsi con questo genere. È chiaro: parlando di musica ognuno di noi ci vede quello che vuole, a partire da una filosofia di vita o un rifiuto dei conformismi, ma quel modo viscerale e scanzonato di ascoltare o fare black è tramontato. Gli stessi protagonisti oggi, oltre ad essere sempre più tecnici e meno musicalmente sporchi, mettono in discussione tutto l’immaginario degli anni 90: il facepainting, la pratica satanista, il modo di vestire (paradossalmente persino il nero non è più centrale negli ambienti black).

Dove possono trovarvi i nostri lettori?
Aldo: Con “Noi siamo Legione” siamo presenti come gruppo su Facebook, e ora anche su Formufree, appunto, col nuovo forum, entrambi a completa disposizione di ogni appassionato. Noi li abbiamo solo creati, ma queste community sono nostre quanto di chiunque ne voglia far parte perché, NOI tutti siamo Legione.

Gruppo FaceBook:
https://www.facebook.com/groups/2470054443288287

Forum:
https://noisiamolegione.forumfree.it/


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