Satyrus – lI rituale del satiro

Nonostante la sfiga di aver esordito quasi a ridosso del blocco dei live, i siciliani Satyrus non si sono abbattuti. Oggi “Rites” può godere finalmente della visibilità che merita grazie alla nuova edizione, questa volta fisica, patrocinata da Argonauta Records.

Nel marzo del 2020, in pratica agli albori dell’emergenza sanitaria, esordivate con l’album autoprodotto “Rites”: cosa avete provato in quel momento d’innanzi all’impossibilità di poter promuovere alla giusta maniera il vostro disco?
Abbiamo completato le registrazioni di “Rites” a fine Gennaio 2020 e le restrizioni dovute alla pandemia in pratica sono cominciate a Febbraio, abbiamo subito pensato: “Minchia! Stavolta abbiamo veramente esagerato col divulgare la morte!” nell’impossibilità di proporre il nostro lavoro live, ci siamo quindi dedicati alla promozione on line, da qui la decisione di far uscire il disco immediatamente in versione digitale.

Con il senno di poi, avreste preferito tenere il disco nel cassetto in attesa di tempi migliori oppure tutto sommato è stato giusto farlo uscire in quel momento?
Come detto prima, ci è sembrato giusto così, visto il particolare momento storico, scelta rivelatasi abbastanza proficua per fortuna.

Oggi “Rites” ha una seconda occasione grazie all’Argonauta Records, avete contattato voi l’etichetta o vi ha cercato lei dopo aver ascoltato l’esordio?
Abbiamo avuto contatti con varie etichette, Argonauta è stata la più convincente.

Questa nuova edizione contiene delle novità rispetto alla precedente?
Beh, adesso è allo stato solido!

Cosa vi aspettate da questa “seconda vita” del disco?
Ora anche chi ama il supporto fisico potrà ascoltare il disco in maniera classica come è giusto che sia, grazie alla rete di distribuzione di Argonauta ci sarà una diffusione più capillare. Contiamo a breve di proporre “Rites” anche in vinile.

Il disco contiene una forma abbastanza pura di doom, quasi scevra dalle contaminazioni stoner che oggi giorno sono quasi una componente fissa: come mai questa scelta così ortodossa?
Riteniamo sia giusto che l’ascoltatore dia la propria interpretazione del nostro songwriting per quello che è la sensazione che prova ascoltandoci. Quando abbiamo cominciato a suonare con questo progetto ci eravamo prefissati di fare doom, ovviamente ognuno di noi aveva alle spalle altre esperienze, i riferimenti principali sono stati i classici come i Black Sabbath o i Candlemass, ma alla fine il nostro sound proprio come detto prima non può non essere influenzato da quanto fatto da tutti noi in precedenza. Quindi sì, doom classico ma c’è anche molto altro.                                                                                              

Cosa ne pesate dell’attuale scena doom? Probabilmente il genere non ha avuto così tanta visibilità come in questi ultimi anni.
Grazie all’etere anche il doom sta avendo grande visibilità, ci sono tante band che ci piacciono e anche l’Italia sta dando il proprio contributo. A tal proposito potremmo citare gli amici Assumption o i Messa.

Il contratto con l’Argonauta si conclude con questa pubblicazione oppure sono previsti altri album, magari a breve?
Stiamo già lavorando ai brani del nuovo album.

Siete tutti impegnati in altri progetti, questo limiterà l’attività live dei Satyrus, qualora, come sembra, si possa presto tornare a fare concerti?
Satyrus è il nostro progetto principale.

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