Aria di novità in casa Alice Tambourine Lover – veterani della scena psych/stoner già con gli storici Alix – con un singolo per la prima volta cantato in italiano “Forse Non Sei Tu” ed un linguaggio sognante da qualche parte tra Yo La Tengo e Cranes, su un testo del cantautore ligure Vittorio Carniglia. Il lato B è una reinterpretazione di “Vorrei Incontrarti”, uno dei capolavori dell’Alan Sorrenti progressivo, qui servito in una zuppa blues folk che ne insaporisce il gusto. Il singolo, come tutte le release del duo, è edito in formato vinile 7 pollici dalla Go Down Records (All Noir).
Ciao ragazzi bentrovati! Non è la prima volta che ho modo di intervistarvi (l’ultima volta è stato ai tempi del vostro terzo disco Like a Rose), come mai questo Ep di due brani in Italiano? Se non erro è la prima volta per Alice Tambourine Lover in lingua madre...
(Alice/Gianfranco): Ciao Paolo, bentrovato a te. (Gianfranco): Hai detto bene, per gli Alice Tambourine Lover è la prima volta che proponiamo dei brani in italiano, ma non è la prima volta per Alice. Con gli Alix l’abbiamo sperimentato varie volte inserendo l’italiano in quasi tutte le nostre produzioni. All’epoca abbiamo musicato anche due inediti di Stefano Benni e abbiamo inciso “Nessun Brivido” (un EP tutto in italiano, uscito per la Edgard).
(Alice): Per quanto riguarda “Forse Non Sei Tu” e “Vorrei Incontrarti” è una lunga storia fatta di coincidenze, di incontri e di addii. Diciamo che il progetto è partito da una cena col nostro amico cantautore Vittorio Carniglia che ci ha fatto ascoltare alcuni suoi brani in erba, registrati al volo, voce e chitarra. In quell’occasione mi sono innamorata di “Forse Non Sei Tu”. Il bisogno però di arrangiarlo e registrarlo è coinciso con la perdita di mio padre, avvenuta nel 2019, il testo me lo ricordava e l’arrangiamento mi ha portato ad esplorare le emozioni più profonde tra le crepe dell’anima. Con “Vorrei Incontrarti” abbiamo chiuso il cerchio dando vita al 7 pollici. Per portare a termine questi due brani ci sono voluti due anni. La prima e sostanziosa parte l’abbiamo registrata a Febbraio del 2020 da Luca Tacconi del “Sotto il Mare Recording Studios”, poi è arrivato il Covid e alcune sovraincisioni le abbiamo dovute fare in un secondo momento, per poi ultimarlo nel 2021.
Dobbiamo aspettarci un album interamente in italiano o è solo un esperimento temporaneo?(Gianfranco): Ci piacerebbe, se non tutto in italiano, quasi.
Come mai avete scelto di riproporre un brano del primo Alan Sorrenti? E’ noto che le sue prime uscite sono molto apprezzate dagli appassionati di prog rock ma immagino che abbiate fatto delle scelte, raccontatemi un po’ com’è andata?
(Alice): “Vorrei Incontrarti” l’ho scoperto mentre cercavo dei brani da proporre ai miei allievi di canto. L’idea era di lavorare con loro su dei brani rappresentativi della scena prog rock italiana degli anni 70, tipo “Non Mi Rompete” del Banco del Mutuo Soccorso, “Vendo Casa” dei Formula Tre, “Pugni Chiusi” dei Ribelli e altre perle che hanno in parte contribuito alla colonna sonora della mia adolescenza, dico in parte, perché all’epoca personalmente ascoltavo più musica inglese e americana. E’ stato per merito di questa ricerca che ho scoperto “Vorrei Incontrarti” tratto dall’album “Aria”, un gioiello della musica italiana di quei tempi che non conoscevo, ed è stata talmente una splendida sorpresa che ho pensato insieme a Gianfranco di riproporlo.
Avete in programma nuove uscite a breve?
(Gianfranco): Stiamo lavorando ai nuovi brani, ma ancora siamo in alto mare per pensare di incidere un nuovo album.
Siete una band che si è sempre vista molto in giro, come avete passato il periodo di isolamento musicale e non solo?
(Gianfranco): E’ stata dura e lo è tuttora, si suona meno. Ne abbiamo approfittato per scrivere e progettare altro.
Quanto è importante per voi la psichedelia? Parlatemi un po’ delle vostre passioni musicali.(Gianfranco/Alice): La psichedelia e il blues fanno parte della nostra quotidianità. E’ un filtro da cui passano le emozioni, i sentimenti, non solo riguardo la musica ma in generale è un approccio alla vita. L’eredità bella degli anni 60 e 70 che ci portiamo dentro. Siamo entrambi cresciuti addormentandoci con le cassette e i vinili che continuavano ad andare: C.S.N.Y., Hendrix, Led Zeppelin, Dylan, Beatles, J.L. Hooker, li abbiamo inconsciamente metabolizzati e ritrovati in moltissimi gruppi e personaggi che continuiamo ad ascoltare: Kyuss, Mark Lanegan, Duke Garwood, Tinariwen, ecc.
Con la mitica Go Down records avete un sodalizio ormai decennale, avete mai pensato di portare la vostra proposta oltre confine?
(Alice/Gianfranco): Siamo stati tra le prime band a far parte della Go Down Records, prima con gli Alix e poi con ATL. Abbiamo un rapporto di amicizia che ormai va avanti da parecchi anni, si può dire che siamo cresciuti insieme e ormai non abbiamo più bisogno neanche di contrattare le uscite perché sappiamo come funziona per entrambi. Siamo distribuiti anche all’estero, abbiamo girato l’Europa, ci siamo tolti qualche soddisfazione e (nel nostro piccolo) continuiamo a ricevere feedback positivi da tutto il mondo, anche cantando in italiano e questo ci da la carica per andare avanti.
Spulciando sui social network mi è capitato di vedere alcune foto in studio, arriverà un nuovo disco degli Alix a breve?
(Alice): Ebbene sì! Sinceramente anche questa è una storia lunga. Dopo l’ultimo concerto insieme che risale al 2012, quando invitati dagli Shellac suonammo all’All Tomorrow’s Parties in Inghilterra, ci siamo fermati. Pippo si è trasferito definitivamente a Londra e Andrea in Sicilia. Sono passati alcuni anni e durante una giornata di pulizie intense a casa, quelle pulizie che fai appunto ogni 10 anni, ho trovato delle vecchie cassette dove c’erano registrate le prove in saletta degli Alix; solitamente registravamo anche al computer ma le cassette le preferivo, mi servivano per lavorare a casa con i testi. Mi sono persa ad ascoltare tutto il materiale, brani finiti che non avevamo mai registrato, alcuni non me li ricordavo neanche. Così ho proposto ai ragazzi di riprenderli a mano aggiungendoli a dei brani nuovi che avevamo pronti e così è stato. Ci siamo trovati a Bologna per le prove e in una settimana abbiamo sistemato le stesure. Ci siamo rivisti un’altra volta per arrangiare le ultime cose e poi anche per gli Alix è arrivato il Covid e tutto si è fermato. Adesso l’album è quasi finito, abbiamo registrato 8 brani sempre da Luca Tacconi “Sotto il Mare Recording Studios”, in questi giorni sto registrando le voci e se tutto va bene l’album uscirà entro l’estate o al massimo il prossimo autunno.
