Enzo Gentile – Ecco tutto qui

Domani al teatro Kennedy di Fasano a partire dalle ore 21, all’interno del Sudestival, si terrà un omaggio a Enzo Jannacci con il concerto del figlio Paolo che presenta, insieme allo scrittore, giornalista musicale, Enzo Gentile, il libro che insieme hanno da pochissimo pubblicato, “Ecco tutto qui” (Hoepli editore) sul musicista e artista milanese. Per l’occasione abbiamo intervistato uno degli autori del libro, Enzo Gentile.

Enzo, che tipo di serata ci aspetta domani a Fasano?
Quella di domani a Fasano sarà la serata n.0 di questo spettacolo che io e Paolo portiamo sperimentando insieme all’interno della rassegna Sudestival, con l’augurio di proseguire nel portare in giro questo tipo di serata in altre città, ne seguiranno certamente delle altre. Enzo Jannacci oltre ad essere il musicista che tutti conosciamo ha fatto del cinema, ha composto colonne sonore, sceneggiature, è un personaggio quindi che trovo giusto sia inserito in un simile contesto, quello del Sudestival. Lo scorso anno ho conosciuto Michele Suma, ideatore e direttore artistico del festival, e mi chiese di aggiornarlo appena avessi avuto qualche idea a riguardo, di riferirgliele, e questa mi è sembrata una buona occasione per fare qualcosa insieme.

Il libro lo hai scritto insieme a Paolo, come è strutturato il libro e su cosa verte esattamente?
Il libro è scritto insieme a Paolo, sì, il figlio di Enzo, ed è un libro diviso in due parti, anche se le stesse poi “viaggiano” in parallelo, da una parte c’è la descrizione di tutti gli album di Enzo Jannacci, e parliamo di circa 33 album, singoli esclusi, commentati da me, e questa è una parte voluta fortemente da Paolo, mentre la seconda parte, parla di tutto ciò che Enzo ha fatto fuori dal mondo discografico: teatro, cinema, cabaret, lo sport, il medico, la pubblicità, tantissime cose, divise per decenni, in maniera tale da mettere ordine un po’ al tutto. In più ci sono tante testimonianze di amici e colleghi, da Paolo Rossi a Massimo Boldi, Gianni Rivera, Ricky Gianco, Cochi (di Cochi e Renato). Una panoramica molto ricca sulla figura di Enzo, non solo come artista.

Oltre al rapporto lavorativo, eravate anche amici tu ed Enzo?
Sì, certo che sì. Io ci ero anche molto legato, conosco il figlio Paolo da quando aveva solo cinque anni, ora è sulla cinquantina, ne è passato di tempo. Enzo abitava vicino casa mia, abbiamo giocato a pallone insieme, andavamo in palestra insieme, una bella amicizia davvero, nata prima che io mi occupassi dei suoi dischi, poi proseguita negli anni. Quando la casa editrice mi ha chiesto se volessi pubblicare un libro su di lui ho accettato subito a patto che ci fosse anche il figlio coinvolto, anche perché chi meglio di lui può sapere alcune cose, oltre ad aver contribuito con bellissime foto prese dal cassetto di famiglia, infatti l’inserto fotografico all’interno del libro è molto bello, oltre ad essere foto inedite. Sono momenti di vita quotidiana.

Il più bel ricordo che ti lega ad Enzo?
Uno dei ricordi più belli quando abbiamo giocato a calcio insieme nella squadra di Radio Popolare, lui era il terzino, io l’ala, dialogavamo molto. Lui era il calciatore di una squadretta di periferia, e quando l’arbitro ascoltava il nome del capitano della squadra, che era lui, ci rimaneva, in quanto lui era già famoso al tempo. Per far intendere che c’era una certa familiarità, confidenza, proseguita da adulti, ci siamo incontrati tante volte. Enzo era uno molto affettuoso con la gente in generale, io sono stato anche un suo assistito quando era medico della mutua, fortunatamente ero sano come un pesce e non mi ha mai visitato e lui scherzava dicendomi “per tua fortuna”. Siamo andati allo stadio a vedere il Milan insieme, tante cose mi legano a lui.

Alcuni mesi fa, hai pubblicato un altro libro, sulle cover realizzate in Italia sui Beatles, dal titolo “Beatles Made in Italy – tutte le cover italiane dei Fab Four” (Baldini+Castoldi ed.), come è nata questa idea?
L’idea di questo libro è partita dal fatto che Italo Gnocchi, il coautore del libro stesso, è un grandissimo collezionista e grande appassionato. Siamo amici, un giorno ero a casa sua e mi mostrò una ricerca che aveva appena concluso, e cioè la collezione delle cover fatte in Italia dei brani dei Beatles. Mi ha fatto vedere i dischi, non aveva solo ricercato le informazioni, e quando li ho visti sono rimasto sbalordito, parliamo di 132 canzoni fatte solo in Italia sui Beatles. Ovvio che trovi dieci “Ob- la-di ob-la-da”, cinque versioni di “Yesterday”, al che di fronte a tutto questo patrimonio di informazioni gli ho proposto di fare un libro insieme. Impegnativo, anche dal punto di vista dei costi, perché riprodurre le copertine di ogni singolo disco a colori, costa molto per stamparlo, però ci siamo riusciti e l’impatto è stato molto positivo. Italo devo dire che mi ha raccontato cose che non sapevo. Molti degli artisti che interpretano queste cover sono artisti sconosciuti, infatti alcune versioni sono anche orribili per la verità, però ci sono anche delle figure molto note come Patty Pravo, Ornella Vanoni, i Nuovi Angeli, i Camaleonti, Claudio Villa, Fausto Leali, Francoise Hardy… Tra le cover ovviamente appena ho visto che c’era anche Gianni Morandi ho chiesto subito a lui di scrivermi l’introduzione del libro e lui è stato molto carino e generoso nel farlo, chi meglio di lui poteva farlo se non uno che ha cantato un brano dal titolo “C’era un ragazzo che come me amava i Beatles e i Rolling Stones”. È stato divertente e molto intrigante lavorare a questo libro.

INTERVISTA ORIGINARIAMENTE PUBBLICATA SU “IL QUOTIDIANO DI BARI” L’8 MARZO 2023

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