Death Dies – Abiura l’eterno

Poco più di un lustro fa, pareva che l’attivata dei patavini Death Dies dovesse riprendere con buona continuità. Invece nulla, nonostante un disco, “Legione”, e un live DVD, pubblicati a brevissima distanza tra loro. Abbiamo dovuto aspettare un bel po’, prima di poter ascoltare il singolo, “Argento”, che ha fatto da apripista per il nuovo album, “Stregoneria” (Time To Kill Records), che ripropone gli ex Evol in una veste diversa, anche se sempre fedele al proprio stile e alla propria filosofia artistica. Ne abbiamo parlato con Demian De Saba

Benvenuto, otto anni non sono pochi, ma è questo è il lasso di tempo che separa i vostri ultimi due album, ossia “Legione” e Stregoneria”. “Legione”, per quanto un disco particolare, comunque sembrava aver dato l’avvio a una nuova fase della vostra carriera, anche l’uscita del live DVD “Legione Patavina”, nel 2016, confermava questa sensazione di rinascita. E invece, come mai è sceso nuovamente il silenzio sui Death Dies?
Innanzitutto grazie per lo spazio che ci dedicate. Il lasso di tempo cosi lungo è dipeso essenzialmente da tre fattori: una line-up da “ricostruire” dopo i concerti che sono seguiti a “Legione”; gli impegni con l’altra band di cui io e Samael facevamo parte (Mad Agony) e, nel momento del “primo” ritorno sulle scene con una song nuova (nel caso specifico “Impero” a Febbraio 2020, l’arrivo del Covid. Diciamo che una line up stabile e coesa è venuta a formarsi nel 2019 quando, a seguito dello stop con i Mad Agony, io e Samael abbiamo deciso di riprendere in mano in maniera prioritaria il progetto reclutando Danjal al basso e Der Todesking alla chitarra, che erano già con noi nei Mad Agony appunto. La prima idea era quella di procedere con la formazione a quattro con Samael ad occuparsi di chitarra e voce, ma poi, nel 2020, l’incontro con Viktor Flamel ci ha portato a stravolgere i piani, reclutando un frontman capace e dalla grande potenza vocale, lasciando che Samael potesse occuparsi solo della chitarra.

Tornerei un attimo su “Legione”, che raccoglie dei brani ri-registrati di Death Dies ed Evol. Quanto è stato importante per i Death Dies di oggi, quelli di “Stregoneria”, aver ripercorso parte della propria storia con quel disco?
Il fatto di aver ripreso in mano nostre composizioni precedenti è stato un modo per ritornare nel “mood” di sonorità che ci appartengono al 100% dopo che, per diversi anni, ci eravamo dedicati a progetti paralleli di matrice diversa, più orientata al thrash e al metal “classico”. Il legame con “Stregoneria “, però, è molto blando. Quando siamo ripartiti a comporre materiale inedito abbiamo spontaneamente messo da parte certe soluzioni del passato magari più “tecniche” per prediligere l’impatto e la compattezza.

Quindi, brani contenuti in “Stregoneria” non hanno avuto una genesi molto lunga e sono il frutto del lavoro svolto nei mesi antecedenti alla pubblicazione del disco?
I brani sono tutti recenti. Le prime song composte furono, appunto, “Impero” e di seguito “Lame”. La nostra idea era di un ritorno sulla scena con qualcosa di inedito, ma senza pensare necessariamente ad un full lenght…Era stato prodotto un lyric video, il nostro management (Merlin Music Management) aveva già fissato diverse date live, ma poi l’arrivo del Covid ha fatto saltare tutto. Così, oltre a portare avanti progetti paralleli, abbiamo concentrato le nostre forze in altre nuove composizioni che poi sarebbero finita appunto in “Stregoneria”.

Quali sono gli elementi nuovi nel vostro sound, se ce ne sono, apportati in questo album?
Come accennavo prima in questo caso si è badato più all’essenza delle song rispetto ai precedenti lavori inediti. La velocità pur sempre presente, anche se mai esasperata, ha lasciato anche spazio a momenti più cadenzati, ma comunque ricchi di “impatto” e probabilmente la novità più rimarcabile sta proprio in questo.

Come mai avete scelto proprio “Argento” come primo singolo?
Volevamo proporre una song “diversa” dai canoni black metal, che potesse essere d’impatto e che interpretasse lo spirito “old school” con cui ci siamo posti di fronte alla scrittura delle nuove composizioni. In più la presenza di Andy Panigada dei Bulldozer con il suo fantastico assolo voleva essere la conferma che questo è un disco a cui noi crediamo molto e nel quale hanno creduto anche gli altri grandi ospiti che abbiamo coinvolto.

Hai appena accennato alla presenza di alcuni sopiti sul disco, ti andrebbe di parlarne?
Certamente, per noi è motivo di grande orgoglio aver coinvolto, in maniera oltretutto così attiva e creativa, dei musicisti che stimiamo moltissimo e che hanno avuto la capacità di interpretare il loro ruolo nelle song in modo totalmente libero, riuscendo a cogliere esattamente lo spirito di ognuna di esse. Oltre al già citato e grandissimo Andy Panigada, abbiamo Mr Yasuzuki dei giapponesi Abigail alla voce in un pezzo (il cui testo è stato composto e cantato in giapponese su nostra precisa richiesta), Simon Ferètro dei Mater A Clivis Imperat in alcune soliste e Lucho Sanchez dei peruviani Blizzard Hunter ,che ha ricamato un assolo in pieno stile “shredder” nel brano “Vento d’Erebo”. Tutte collaborazioni da noi fortemente volute e che hanno dato un valore aggiunto.

Il legame con gli Evol è sempre stato forte e lo è tutt’ora, prova ne è la presenza di “Sorrow of the Witch”, brano proprio degli Evol nella versione originale, su “Stregoneria”. Come mai non avete mai voluto tagliare il cordone ombelicale tra le due band?
Da una parte la semplice voglia di riproporre con una veste sonora nuova una canzone che non era entrata nella track list di “Legione”, una sorta di chiusura del cerchio. Il legame c’è ed è indissolubile, anche perché lo spirito creativo che ci anima è il medesimo nonostante lo scorrere degli anni.

In occasione dell’annuncio della vostra firma per la Time To Kill Records, sui social ho intercettato alcuni post polemici riguardanti il vostro utilizzare il face-painting e aver fatto degli scatti nei boschi. Cosa rispondi a chi ha sollevato queste critiche?
Guarda, li ho visti anche io ma me ne sono tenuto debitamente fuori… Noi facciamo quello che ci pare e viviamo la nostra “arte” come meglio crediamo.

Avete già pianificato delle date?
Abbiamo appena partecipato al Black Winter Fest e per ora in programma abbiamo il co headlining con le Crypta al Padova Metal Fest il 30 Luglio e la partecipazione al Kryuhm Fest il 18 Novembre. Il management sta lavorando ad altre date compatibilmente con la nostra volontà di selezionare le possibilità che ci vengono offerte, in modo che siano coerenti con la nostra proposta musicale e attitudinale. Sicuramente, tra l’inverno e la primavera prossimi avremo modo di tornare on the road con più frequenza.

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