Browbeat – Unbreakable people

Dopo uno stop di una decina d’anni, i Browbeat sono tornati con una buona continuità a pubblicare materiale, sintomo di un ritrovato entusiasmo e di una rabbia mai sopita. Anche se mancano ancora circa un paio di mesi, avendo avuto la fortuna di poter già ascoltare il nuovo “Unbreakable” (Time To Kill Records / Anubi Press), non ci siamo lasciati sfuggire l’occasione di fare due chiacchiere con i membri originari della formazione: Luca Cocconi (chitarra) e Fabio M.V. (voce).

Benvenuti ragazzi, tra un paio di mesi vedrà la luce il vostro quarto album, “Unbreakable”, come ingannate l’attesa mentre aspettate il 22 marzo?
(Luca) Grazie mille. Siamo molto carichi e soddisfatti del nuovo album. La nostra nuova etichetta la Time To Kill sta lavorando molto bene dal punto di vista promozionale e non vediamo l’ora di farvelo ascoltare. Vi garantiamo pesantissime mazzate nelle gengive!

Ho avuto la possibilità di ascoltare in anteprima “Unbreakable”, ci andate giù pesante: possiamo dire gli anni passano, ma la rabbia resta?
(M.V.) Credo che la rabbia è solamente cresciuta col passare degli anni sia dal punto di vista musicale che concettuale. Musicalmente parlando siamo rimasti attaccati alle nostre radici sfruttando però elementi di modernità dove ci potevamo identificare istintivamente.

Ma credete che di fondo il nostro mondo, rispetto ai giorni del vostro esordio, sia peggiorato, migliorato, oppure, semplicemente certe cose non cambiano mai?
(M.V.) È evidente che il potere, la politica e la società sono peggiorati e non è cambiato nulla e mai cambierà qualcosa se non ci ribelliamo in massa. Il potere e la politica, che sia destra o sinistra, provano sempre a fotterti perché per loro siamo il popolino ignorante da ammaestrare quindi l’ultima ruota del carro, mentre il terzo elemento cioè la società, almeno la maggior parte, dorme e non si ribella o reagisce.

Sarà necessario scendere in strada per lottare, come lascia presumere la copertina del disco?
(M.V.) Purtroppo questo sistema ci impone di combattere e ribellarci quotidianamente ma in maniera pacifica, manifestando nelle piazze e facendo dei piccoli gesti quotidiani di disobbedienza civile perché io penso che se una regola o legge imposta dal potere non sia giusta, è un dovere legittimo trasgredirla e bisogna sempre reagire alle ingiustizie. Il potere e il sistema ti vogliono sempre silente e sottomesso, bisogna esprimere il proprio dissenso sempre, è un nostro diritto.

Mentre dietro il titolo “Unbreakable” cosa si cela? Un patto tra di voi, tra voi e i vostri fan, oppure altro?
(M.V.) In realtà è stato inteso come “Infrangibile”, cioè l’atteggiamento del soggetto in copertina che nonostante tutto lo schifo che succede attorno a lui (guerre, ingiustizie, oppressioni, costrizioni, censura, ecc..), lui va avanti imperterrito a vivere la sua vita mettendosi addosso una corazza impenetrabile che gli permette di non farsi fottere dal sistema che lo vuole debole e sottomesso.

Nel gennaio del 2022 avete pubblicato un EP, “The Showdown”, all’epoca stavate già lavorando su “Unbreakable”, o i pezzi sono arrivati dopo?
(Luca) Durante la pandemia anche se non riuscivamo ad incontrarci di persona abbiamo lavorato molto grazie alla tecnologia sulla composizione di nuovo materiale, registrando parecchie idee che successivamente sono diventate canzoni complete. Avevamo circa una dozzina di brani, e appena c’è stata la possibilità di ritrovarsi in sala prove ne abbiamo ultimate cinque. Da lì l’idea di fare uscire “The Showdown”, un Ep autoprodotto, per continuare a fare girare il nome in un periodo praticamente morto. Alcuni di questi brani scritti in pandemia sono stati rivisitati, riarrangiati e inseriti nel nuovo album “Unbreakable”.

Entrando nel dettaglio, come sono nati i nuovi brani?
(Luca) I nuovi brani sono nati in maniera molto naturale. Considero “Unbreakable” come un’evoluzione di “Remove The Control”, il nostro album di ritorno e dell’Ep “The Showdown”. Abbiamo mantenuto la nostra vena hardcore che ci ha sempre caratterizzato fin dagli esordi e sviluppato la parte più metal con riff più granitici, doppia cassa più presente e parti più estreme dando un tocco di modernità al sound ma mantenendo le nostre radici anni ’90 a cui siamo fortemente legati. Non siamo una band con i paraocchi e ci piace osare inserendo nel songwriting anche qualche elemento nuovo e particolare mantenendo però la nostra personalità.

Facciamo un passo indietro, secondo voi, sulla vostra storia ha inciso più negativamente il lungo stop di dieci anni intercorso tra “Audioviolence” e “Remove the Control” oppure l’aver cambiato praticamente per ogni uscita un’etichetta?
(Luca) Nel 2007 anno del nostro scioglimento non c’era più la stabilità interna tra i componenti della band. Probabilmente abbiamo fatto scelte stilistiche sbagliate, avevamo idee diverse e non c’era più la voglia da parte di alcuni di noi a fare sacrifici per la band. Purtroppo questo non è il nostro lavoro e lo si fa in primis per passione e divertimento. Se vengono a mancare queste due cose importantissime non ha senso continuare. Dopo 10 anni io e M.V. , unici due membri della vecchia line up abbiamo deciso di riformare la band solo con un tour di reunion proponendo tutto il nostro disco di esordio “No Salvation”. Dopo diversi live abbiamo notato che c’era ancora dell’interesse e abbiamo ottenuto ottimi riscontri. Presi dall’entusiasmo della cosa ci siamo detti: facciamo un disco nuovo? E oggi siamo ancora qua!

Avete date in programma?
(Luca) Vogliamo suonare il più possibile ovunque, anche perché penso che la dimensione live sia attualmente la migliore promozione per una band e ti da la possibilità di conoscere e interagire con nuovi fan e vendere merchandise. Queste sono le date che abbiamo già confermate ma a breve ne arriveranno altre. Vi aspettiamo numerosi a scapocciare sotto il palco.
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