Rhapsody of Fire – Challenge the wind

Un Alex Staropoli particolarmente determinato ha risposto alle nostre domande su quello che è probabilmente il disco più veloce dei Rhapsody of Fire. “Challenge The Wind” (AFM Records) è l’ennesima prova che la band italiana non teme di affrontare costantemente delle sfide, anche dopo ben 30 anni di successi..

Benvenuto Alex, sei scaramantico? Te lo chiedo perché, tra full ed EP, questa dovrebbe essere la diciottesima uscita nome Rhapsody / Rhapsody of Fire… quindi avete superato in modo indenne lo scoglio delle diciassette pubblicazioni. Scherzi a parte, cosa provi vedendo quello che hai prodotto con la band, considerando che a queste uscite, vanno aggiunte anche i live?
Il nostro è un percorso ben preciso che non lascia spazio alle scaramanzie, lavoriamo al massimo per offrire ai nostri fan la migliore musica possibile. E’ un periodo fantastico sotto tutti i punti di vista, sia per il nuovo disco appena uscito, sia per i numerosi concerti e tour che avremo tra 2024 e 2025.

Parafrasando il titolo del disco, “Challenge The Wind”, quale è la sfida più grossa che hai vinto in questi anni?
Sicuramente ricostruire la band con una nuova line-up tutta Italiana ed in cui credo fortemente. Riuscire in questo intento dopo molti eventi poco felici ed ostacoli non è stato facile.

Il tempo che passa non pare un problema, anzi siete in piena forma e andate in controtendenza rispetto a quelle band che suonano veloce nei primi anni e poi rallentano con la maturità: “Challenge The Wind” è il vostro disco più veloce, scelta voluta oppure è uscito così in modo spontaneo?
Scelta in gran parte voluta. Avessi avuto l’idea per una nuova ballad l’avrei sviluppata, ma ho poi preferito rimandare. Abbiamo davvero tante ballad che potremmo suonarle tutte per uno show intero. Cosi ho preferito anche non avere un’intro e solo brani veloci. La velocità ci piace ma personalmente apprezzo molto anche le mid-tempo ed i brani epici cadenzati.

Non temi che questa peculiarità possa far storcere la bocca ai fan?
In primis, facciamo musica per appagare noi stessi, cercando di rimanere fedeli al nostro stile. In realtà finora le recensioni del disco sono state tutte molto positive. Ci sarà sempre chi storcerà il naso, in qualsiasi caso e per qualsiasi motivo, e questo non ci preoccupa minimamente. Non si può accontentare tutti.

La continuità è rappresentata dal concept, ancora una volta ispirato alla “Nephilim’s Empire Saga”, a che punto della storia siamo arrivati?
Siamo arrivati al terzo capitolo, ma non all’ultimo. Ora che l’album è uscito preferisco siano i fan ad immergersi nella storia e nei testi, brillantemente scritti da Giacomo.

Non ti viene mai la tentazione di uscire dai cannoni della fantasy e approcciare altre tematiche?
No, mai. Non fa parte della nostra natura di musicisti. Poi ovviamente dipende dalle tematiche, sicuramente voglio star lontano da qualsiasi riferimento alla realtà quotidiana. La nostra musica viene creata con l’intenzione di far viaggiare i nostri ascoltatori in altri mondi, immergersi in storie fantasy ed epiche.

Invece, cosa ne pensi di un tema di strettissima attualità come quello dell’utilizzo delle AI nella musica e nelle arti in genere?
Perversione pura. Non ci vedo nulla di artistico, e la parola “artificiale” sicuramente non aiuta. L’arte è un’altra cosa.

Immagino che avrete un’estate piena di impegni dal punto di vista live, è così?
Esattamente, e non vediamo l’ora di ripartire! Abbiamo ancora qualche news da rilasciare a breve a tal riguardo.

Dato che ci mettete in media 2 o 3 anni per pubblicare un nuovo album, il prossimo potrebbe uscire nel 2027, in occasione dei 30 anni di “Legendary Tales”: dobbiamo attenderci qualche sorpresa?
Sarà sicuramente un anniversario da celebrare in qualche modo!

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