Rawfoil – Evoluzione in atto

Attivi dal 2009, i Rawfoil tornano sulle scene con un singolo intitolato “Prowler” (Buil2Kill Records / Nadir Promotion), trattasi della cover del celeberrimi brano degli Iron Maiden. Abbiamo colto l’occasione, per farci spiegare dal frontman, Francesco Ruvolo, quali siano i progetti della band nell’immediato futuro…

Francesco, davvero grazie per la tua disponibilità a questa intervista, ti do il benvenuto al Raglio del Mulo. Prima di parlare del vostro ultimo singolo, che ne diresti di far conoscere la band ai nostri lettori?
Ciao a tutti i lettori di Raglio Del Mulo e intanto grazie per lo spazio che ci dedicate! Leggo spesso le interviste che fate alle band e le trovo sempre interessanti! Comincio subito, i Rawfoil sono una thrash metal band nata nel 2009, dalla zona nord di Milano. Abbiamo cominciato suonando delle cover di vari artisti, per cercare di trovare il genere che più ci piaceva, e il thrash ha unito subito tutti. Dopo una lunga serie di concerti e di cambi di line up, siamo riusciti nel 2018 a pubblicare il nostro primo album “Evolution In Action” per Punishment 18 Records e all’inizio del 2020 un Ep chiamato “Tales From The Four Towers” uscito per Builtokill/Nadir Records. Entrambi i dischi sono piaciuti molto e sono parecchio seguiti dai nostri fans, cosa che ci rende veramente fieri di noi.

Quali sono i vostri ascolti abituali?
Sarà una risposta molto comune, ma ascoltiamo veramente di tutto! Ed è un nostro punto di forza, anche nella scelta e nella composizione della nostra musica. Per esempio Marco e Tommaso, rispettivamente batteria e chitarra, ascoltano un sacco di generi extreme, tra cui death, deathcore, grind e simili, e infatti queste influenze si sentono parecchio quando viene messa mano da loro nei nostri brani! Ruben e Lorenzo invece, ovvero chitarrista e bassista, variano tantissimo anche su altri generi, come il blues, la fusion e il jazz. Io personalmente apprezzo tantissimo quasi ogni genere, in questo specifico periodo passo volentieri dallo ska-punk al djent, al prog metal più moderno.

Come definiresti il vostro sound? E come è cambiato nel corso degli anni?
Ecco! Questa domanda è insidiosa veramente, perché non so mai come definire il nostro sound nella maniera più ottimale! Diciamo che negli anni ci siamo evoluti – perché invecchiati ci suona male – e abbiamo cercato di migliorare il nostro genere di riferimento, ovvero l’old school thrash metal, in un thrash più moderno, caratterizzato dall’unione di diversi stili. Per fare un esempio, un ascoltatore nei nostri lavori, può trovare spunti death metal, power metal, prog, ma anche riferimenti un po’ più nascosti ad altri generi come il nu metal o il metalcore. Siamo sempre in evoluzione, come indica il nostro primo album, e non è detto che nel prossimo album ci siano anche canzoni ben diverse dal nostro solito genere!

Quali sono le band che vi hanno influenzato maggiormente?
Sono praticamente infinite, direi che non ci sono delle band di riferimento particolari anche perché nella nostra storia abbiamo veramente preso spunto da praticamente ogni genere.
Ti faccio dei riferimenti precisi cosi da darti un idea. In una delle canzoni del prossimo album per esempio, ho preso spunto da alcune canzoni di Al Wilson, cantautore soul degli anni 60-70, mentre per altre ci siamo rifatti molto ai Revocation! Insomma il nostro background è molto vario e ci piace proprio che nei nostri pezzi non ci sia quasi mai un riferimento chiaro, ma un misto di suoni che lasciano all’ascoltatore la libertà di trovare delle affinità personali.

Chi è o chi sono i fautori del songwriting della band? Chi si occupa delle composizioni?
La cosa che ci piace di più nell’ultima line up che abbiamo, è che tutti mettono del loro, non solo nel proprio strumento ma anche negli altri! Questa cosa ci ha uniti parecchio e il risultato che sta venendo fuori spesso è molto più efficace rispetto al passato, dove invece alcuni componenti non mettevano mano o quasi nelle decisioni degli altri. Quando riascoltiamo quello che stiamo facendo ci rispecchiamo molto di più, e sono sicuro che questo metodo lo utilizzeremo anche per i prossimi lavori!

E dei testi che mi dici? Quali sono gli argomenti trattati?
Gli argomenti che trattiamo nei testi, li stabiliamo in base al disco o Ep che facciamo. Per esempio il primo album è un misto di emozioni, storie di vita vissuta e fatti reali successi nel mondo, mentre l’Ep è molto più goliardico, e racconta un immaginario che abbiamo scelto in cui quattro “eroi” vivono delle storie assurde che, oltre a far sorridere, raccontano comunque delle scene interessanti. Poi c’è “Thick Slices” invece che è un chiaro e voluto tributo allo chef Tony della famosa pubblicità dei coltelli Miracle Blade, che ha fatto e fa parte dell’infanzia di tutti quelli che si collegavano alla televisione di mattina!

Il vostro primo (e ad ora unico) full “Evolution In Action” è datato 2018, dopo “Prowler” e il precedente EP “Tales from theFour Towers” uscito nel 2020, state lavorando ad un nuovo album completo? Puoi darci qualche anticipazione sui vostri “movimenti”?
Sì, stiamo lavorando al prossimo album, che speriamo veda le luci proprio questo anno! Abbiamo già praticamente scritto tutti i pezzi e ora ci chiuderemo nella nostra sala prove per affinare il tutto, cosi da partire alla grande nella scelta dello studio di registrazione! Come anticipazione posso dirti che sarà un disco molto più maturo rispetto ai precedenti, e ci siamo messi in gioco parecchio!

Adesso tocchiamo un argomento caldo… quasi tabù, visti i recenti avvenimenti: avete parlato della possibilità di programmare concerti?
Nell’anno appena passato siamo riusciti a suonare qualche volta, divertendoci veramente tanto e dando l’occasione al nostro nuovo membro Tommaso, di fare i suoi primi live, avendo appena 18 anni doveva essere svezzato! Mentre per il primo periodo del 2022, abbiamo pensato di non prendere impegni live proprio per concentrarci a dovere sul lavoro dell’album nuovo! Quasi fatto apposta, anche perché personalmente non vedo la situazione ancora cosi rosea per dei concerti come si deve! Ma speriamo ovviamente che una volta pronti, i nostri live possano essere ancora meglio di prima!

Ho ascoltato il vostro ultimo singolo “Prowler”, che chiaramente tratta una cover degli Iron Maiden, l’ho trovata davvero notevole, eseguita con assoluta maestria. Da cosa nasce l’idea di fare uscire questo singolo?
Ti ringrazio e sono contento che ti sia piaciuta! L’idea nasce dal fatto che volevamo cimentarci in una cover, rendendola nostra, unendo ciò che sappiamo fare a ciò che di grande ha fatto una band come gli Iron Maiden! Siamo stati veramente entusiasti del risultato e lavorare su una cosa del genere ci è piaciuto tantissimo! Abbiamo scelto proprio “Prowler” perché, essendo il primo pezzo del primo album degli Iron, ci siamo immaginati che cosa pensava la gente quando ancora la band era conosciuta a pochi, e mettendo la puntina sul vinile, partiva proprio questa canzone! Ovviamente adoriamo questa band, e speriamo che questo nostro tributo sia gradito a tutti i nostri fans ed a tutti gli amanti degli Iron Maiden!

Time out, Francesco! Ti ringrazio molto per questa piacevole chiacchierata. A te la parola, concludi quest’intervista come vuoi!
Ringrazio tantissimo tutti voi e i lettori! Vi lascio dicendo a tutti che nonostante questi ultimi due anni siano stati un buco nero, con la musica si riesce a risalire da ogni caduta! Non precludetevi la possibilità di ascoltare nuova musica, di conoscere nuove persone e di realizzare sogni e speranze che si sono assopite in questo periodo! E mi raccomando… thrash on!

RawFoil – Materiale grezzo

Il nuovo EP dei RawFoil, “Tales from the Four Towers” (Buil2Kill Records), non è solo una cascata di riff, ma anche un vero e proprio tsunami di ironia. Un’onda distruttrice che mette a serio rischio le seriose fondamenta su cui si regge la scena metallica italiana.

Ciao Francesco (Ruvolo, voce), un paio di anni fa avete pubblicato il vostro esordio “Evolution in Action”, oggi tornate con un EP: possiamo considerare “Tales from the Four Towers” il frutto dell’evoluzione in atto che dava il titolo titolo del vostro primo album?
Intanto, grazie mille per questa intervista e per lo spazio che ci dedichi! Guarda, secondo noi sì! Dove per evoluzione intendiamo una crescita come band, una leggera variazione nello stile e una voglia crescente di osare e di provare cose nuove con i prossimi lavori. Avendo atteso tanto tempo a far uscire il primo album, ci è sembrato giusto tornare con del nuovo materiale così da testare le canzoni contenute in questo EP, interamente fatte dalla nuova formazione. Un modo per avere in mano un esempio di cosa potevamo realmente fare, lavorando sui nuovi pezzi con molta più sicurezza.

Infatti, mi domandavo: come mai avete scelto di pubblicare un lavoro di solo quattro brani e non di attendere di avere qualche pezzo in più per incidere un vero e proprio album?
Giusta domanda! Questo EP possiamo considerarlo in realtà un concept. Abbiamo raccolto quattro storie particolari e le abbiamo volute appositamente scindere da un album cosi da aumentarne l’importanza! Poi data la natura “ironica” delle tracce, abbiamo preferito mantenere il tutto in un unico EP, sia per i contenuti musicali, sia per quelli visivi. Copertina, foto e booklet sono stati studiati appositamente attorno a questi brani.

Come si è arrivati dal culto della personalità decantata alcuni decadi fa dai Living Colour al culto dell’ignoranza che dà il titolo a un vostro brano?
Ottima la citazione dei Living Colour, che adoro! Ti dirò la verità, “Cult Of The Ignorance” nasce da un progetto “parallelo” che si era creato nel 2014 ma mai concretizzato. Ci è sembrato giusto omaggiare quella fase! Parlando della traccia in sé, il culto dell’ignoranza deriva dal bisogno di raccogliere le situazioni di disagio e di ignoranza, appunto, che abbiamo vissuto o visto, e nell’immaginario dell’EP ci sembrava un ottimo legante tra le varie canzoni. Oltretutto, non credi che suoni molto bene “Culto dell’Ignoranza” se paragonato alle varie religioni e credi già esistenti?!

I Rawfoil propongono un thrash metal dall’alto contenuto ironico, da questo punto di vista il nuovo EP non fa una piega: in una scena seriosa come quella metal italiana, non credete che la cosa possa essere controproducente?
Secondo me no. Magari, se ne fosse esistita una, forse sarebbe stata la scena a doversi prendere meno sul serio. Noto sempre di più che le persone, o le stesse band, tendono a vedere il metal come una situazione già ben definita per inneggiare agli stereotipi che lo hanno reso grandioso, come la rabbia, la voglia di ribellione, il bisogno di distaccarsi dall’auto-conformismo e tanti altri elementi. Senza considerare, poi, che il metal è e può essere intelligente, divertente e tutt’altro che banale! Potrei citare un sacco di band che fanno dell’ironia e del divertimento il loro punto forte (vedi i Tankard su tutti). Non intendo che un gruppo debba per forza scherzare, (anche perché l’80% dei pezzi del nostro primo album, come del nuovo, parlano di tematiche serie e personali) ma pensiamo che il divertimento nel suonare i propri pezzi debba essere presente!


Venite da una zona di Italia particolarmente colpita dal Covid-19, pensate che in futuro questa esperienza possa condizionare il vostro songwriting?
Il nostro songwriting non è mai stato condizionato da un particolare momento o da una situazione quindi anche in questo caso non pensiamo ci siano differenze. Sicuramente speriamo che venga condizionato il modo di pensare delle persone che seguono il nostro genere ed in particolare la musica emergente. Avendo visto quanto disagio e quanti problemi ha creato questa situazione, pensiamo che ci sia bisogno di più coesione e di più consensi anche per noi piccole realtà. Discorso che ovviamente vale anche per quei locali piccoli/medi che alla fine rendono possibile il potersi esibire.

Torniamo a cose più terrene: cosa diavolo sono le code le che escono fuori dalle quattro torri?Questa è una domanda interessante! In pochi riescono a trovare i dettagli nelle illustrazioni che le band tirano fuori! Infatti, è proprio un dettaglio che nemmeno io ho colto! Quali code?? AHAHAHAH penso tu intenda le “dita” della mano del KING (la ovvia rappresentazione violenta di Giovanni Rana, in alto a destra per intenderci) che ci si appoggia sovrastando le quattro torri! Se non intendevi quelle non saprei proprio e nel caso ne possiamo parlare!

Deliri da scribacchino, lasciamo stare! Se non erro la cover del disco è di Roberto Toderico, il disegno è una vostra idea o avete lasciato carta bianca all’illustratore?
Esatto, per l’illustrazione ci siamo affidati di nuovo a TODD! Dato l’ottimo lavoro del primo album siamo andati a colpo sicuro di nuovo, questa volta però avevamo più o meno un idea sia dei personaggi (che sono raffigurati esattamente come quelli veri da cui abbiamo preso ispirazione per le tracce) sia della posizione. Poi il Maestro ci ha messo ovviamente il suo tocco!

Musicalmente proponete un classico thrash, come è nato il vostro amore per questo genere?Siamo partiti senza avere uno stampo definito, ma con l’andare del tempo ci siamo resi conto che ciò che volevamo suonare era un genere diretto e veloce, che, però, potesse includere anche varie sfaccettature ed essere plasmato senza venire snaturato. La cosa che ci piace di più è spaziare attorno ad altri generi. Sperimentare e provare cose nuove o cimentarci in qualcosa di più difficile del classico riffone thrash. Ognuno di noi, a parte il thrash in comune, ascolta o suona anche generi completamente diversi e ciò rende possibile l’aggiunta di qualcosa di nuovo. Insomma, ci piace complicarci la vita, e già da questo EP la differenza si può sentire!

Ricordo che a metà anni 90 tutti davano per spacciato il thrash, invece oggi riscuote nuovamente tanto interesse: come vi spiegate il ritorno in auge di queste sonorità?
È un po come le mode, cosi come ogni tanto tornano in vita i panta a zampa, torna anche la musica!
Penso che ci siano state delle evoluzioni un po’ in tutti i generi che hanno messo in ombra quelli già esistenti, e per le persone abituate ad un determinato stile, sentirne uno leggermente diverso è stato un bel colpo! Sicuramente il fatto che tante band thrash degli anni 80 continuino a tirare fuori album, per la maggior parte molto buoni, è uno dei motivi per cui questo genere non mollerà tanto facilmente la presa! Un ottimo seppur triste motivo è l’abbandono di alcune band storiche, vedi gli Slayer. Basta che dicano che si sciolgono e riempiono il Forum di Assago anche tutti i sabati sera! Chiudo dicendo che il fattore “nostalgia” in questo genere sia fondamentale.

Esiste una scena thrash in italiana o ci troviamo innanzi a delle entità che si muovono individualmente?
Non mi sembra corretto parlare solo di scena thrash, io penso che ci sia una scena metal in italia che non ha nulla da invidiare a quelle straniere tanto acclamate, in termini di band, pubblico e addetti ai lavori. Noi stessi spesso abbiamo suonato con gruppi che non hanno nulla a che fare con il nostro genere e la cosa ci è piaciuta molto! Quello che per ora manca, o è comunque limitatissima, è la curiosità. Curiosità nello scoprire nuove band, nell’andarle a vedere In ambito live cosi da scoprire magari uno spettacolo inaspettato, curiosità anche solo nel conoscere gente nuova in luoghi come locali, concerti o eventi, e questo ci dispiace molto.