Tra qualche giorno “God Needs Evil”, l’ultimo disco dei Malamorte, uscirà finalmente in formato fisico grazie all’americana Moribund Records. Abbandonate le antiche sonorità black metal, oggi i Malamorte si presentano in una veste più vicina al classico heavy metal. Ma statene certi, il processo di mutazione di questa strana creatura non è ancora concluso…
Ciao L.V., “God Needs Evil” finalmente a gennaio, a quasi un anno dalla sua realizzazione in digitale, avrà anche un’edizione in formato fisico. Questo differimento è stato causato dall’emergenza Covid oppure, prima dell’interessamento della Moribund Records, non era prevista la pubblicazione in CD?
No, la pubblicazione era prevista anche in formato fisico, ma per i problemi legati al Covid, molte fabbriche hanno sospeso le stampe e si sono accumulati ritardi, per fortuna si è presentata questa possibilità di realizzare il formato fisico grazie all’americana Moribund Records.
Il formato fisico ha ancora senso oggi e, soprattutto in Italia, il digitale ha un mercato oppure è utile per le varie piattaforme di streaming, che di loro, però, non corrispondo alle band grandi compensi?
Io, essendo della vecchia guardia, sono sempre legato al formato fisico, che sia CDo vinile. Ridurre la musica, la fatica fatta, la produzione, ad un file è veramente triste. Lo streaming o dowload lo prendo in considerazione solo come pre-ascolto, ma poi assolutamente formato fisico tutta la vita.
Dopo un anno sei ancora soddisfatto di “God Needs Evil” oppure cambieresti qualcosa?
Sai io tendo sempre a fare cose differenti, difficilmente ascolterai due album uguali. “God Needs Evil” è un album a tratti complesso a tratti lineare, ha all’interno sfuriate thrash, come momenti puramente heavy o doom. La motivazione è anche seguire il testo e quello che vuole trasmettere e rappresentarlo in musica, per questo c’è questa sorta di onda emozionale che rispecchia appunto il contenuto dei testi. Bisogna sempre essere soddisfatti di quello che si fa, perché rispecchia comunque il tuo sentimento del momento, quello che in quel determinato momento, pensavi fosse giusto come sound per quello specifico album.
Con i Malamorte hai pubblicato un EP e quattro full-length, sei soddisfatto del percorso fatto sino ad oggi? I Malamorte di “God Needs Evil” quanto sono vicini all’idea iniziale che avevi del gruppo quando l’hai creato?
Sinceramente non avrei mai immaginato che un progetto parallelo, nato quasi per gioco, portasse poi a tutto questo. Tutto è partito da un black puro fino a contaminarsi con l”heavy e di album in album a scrollarsi del tutto la parte black metal. L’idea iniziale ovviamente era del tutto diversa, ma visto il punto in cui sono, posso ritenermi soddisfatto delle mie scelte.
Mentre il tuo percorso, al di là dei Malamorte, artistico a che punto è? Come sono cambiati i tuoi obbiettivi e le tue aspirazioni dai tempi in cui muovevi i primi passi con i Theatres des Vampires?
Come molti sanno, ho proseguito con i Lord Vampyr che mi hanno dato parecchie soddisfazioni, attualmente stiamo componendo il nuovo album. Ma sono coinvolto in altri progetti che nel corso del 2021, Covid permettendo, vedranno la luce o torneranno.
Guardiamo avanti ora: cosa bolle in pentola in casa Malamorte?
Stiamo ultimando la fase di post-produzione, quindi il nuovo album è praticamente pronto e sarà un album differente, molto d’atmosfera. Sono molto soddisfatto. Sarà sicuramente una sorpresa inaspettata.
Le particolari condizioni ambientali in cui viviamo attualmente ti stanno condizionando o stai lavorando sul nuovo disco come hai fatto sui precedenti senza apportate particolari modifiche al tuo modus operandi?
Ovviamente è stato tutto più complicato, chi fa musica ha dovuto imparare a gestire le cose in maniera differente. Diciamo che con un po’ di organizzazione si fa tutto, certo, non è stato possibile registrare nel modo consueto, il tutto è stato spezzettato nel tempo. Ma, non con poca fatica, stiamo finalmente ultimando il nuovo album.
Mi interesserebbe soffermarmi un attimo sulle liriche, mai come oggi la morte ci circonda, questo come si riflette sui tuoi testi? Credi che parlare di certi argomenti in questi giorni, in cui l’orrore è diventato una costante nella nostra vita, sia una questione più delicata rispetto al passato?
Penso che è inutile nascondersi, questo è quello che succede nel mondo da sempre. Guerre, pandemie, disastri, stragi. Fa parte della vita. A volte scrittori o compositori ne hanno preso spunto, io sinceramente non mi faccio influenzare da quello che accade in uno specifico momento, parlo di quello che voglio e quando voglio, a prescindere dal contesto esterno.
Hai già un contratto per il prossimo disco e seguirai lo stesso iter prima digitale e poi fisico?
Si, nel momento in cui con Moribund Records ci siamo accordati per la stampa fisica di “God Needs Evil”, mi hanno proposto anche un contratto per altri 2 album. In realtà sono anni che cerchiamo di lavorare insieme, e penso che questo fosse il momento giusto. Nelle prossime settimane verranno rivelati i dettagli del nuovo album.
