Quest’oggi andremo a scoprire uno dei progetti musicali più interessanti che popolano il sottobosco dell’underground nostrano: Feretri. Questa one man black metal band ha da poco dato alle stampe un EP autoprodotto intitolato “The Priests Of Chaos”. Parliamone con il nostro interlocutore Snor Flade…
Ciao Snor, e benvenuto al Raglio del Mulo! Che ne diresti di iniziare l’intervista parlandoci di come e quando nacque il progetto Feretri?
Ciao, grazie per il benvenuto. Il progetto Feretri prese forma nel 2014 durante un periodo oscuro e caotico della mia vita, dove ad un certo punto, istintivamente sentii il bisogno di riprendere i miei strumenti e gettare nella musica i miei stati d’animo ed esperienze passate, legate all’occultismo e alle proiezioni astrali del periodo. Nonostante ciò, volevo anche trasmettere all’esterno il mio pensiero sul sentirsi perennemente in lutto con la vita e la mia passione morbosa dei cimiteri, luoghi che fin dall’infanzia mi hanno sempre accompagnato, giacché sono “nato in lutto”, visto che mio padre morì in un incidente stradale quando io avevo all’incirca un mese.
Come musicista, prima di Feretri, hai avuto esperienze musicali precedenti? Qual è la tua storia in tal senso?
Nel 2003 fondai con un mio amico i Sepulcretum, facendo uscire una demo autoprodotta “A Mystic Funeral Site”su CD-R. Ricordo quei tempi con nostalgia e spensieratezza… Il black metal per me era un credo, uno stile di vita, un alleato. Purtroppo a causa della mia fortissima misantropia e disprezzo verso il mondo esterno, in seguito mi allontanai da tutto per sprofondare in una sorte di limbo, in compagnia di una persona che credevo sincera e dalla quale mi fidavo.
L’EP “The Priests Of Chaos” si compone di cinque brani, di cui uno (l’ultimo) che si assesta su coordinate dark ambient dalle forti tinte industrial, come mai hai optato per questa soluzione musicale?
Quando creo musica entro in uno stato mentale adeguato che mi apre nuovi sentieri, anche inaspettati. Spesso quando suono mi capita di entrare in una sorte di semi-trance o stato mentale alterato poiché per me la musica è uno strumento magico dove si possono creare mondi e richiamare perfino entità… E’ il caso di “In the deep of Noseremo”, dove nella parte finale risiede “Melmoth”, una mia eggregora che vomita tutto l’odio e lo scontento verso il genere umano. In questo brano mi sono voluto concedere lo sfizio di inserire suoni bineurali e tanta altra bella roba per stordire e annullare le difese dell’ascoltatore.
Ascoltando “The Priests Of Chaos” il primo nome che mi viene in mente è Burzum, correggimi se sbaglio… Quanto è importante per te il controverso e discusso musicista nativo di Bergen?
Personalmente ci sento più sonorità alla Darkthrone del periodo black’n roll/punk, per quanto riguarda Burzum… Beh, gli sono debitore. Ricordo ancora la prima volta che ascoltai la traccia “Det Som Engang Var”, non una volta ma per giorni interi, tanto che accantonai tutti i miei vari cd metal, entrando e provando una fortissima ed indiscussa sintonia col black metal. Penso che Burzum sia stato fondamentale per la mia crescita musicale nel black metal.

Andando a spulciare la tua biografia si vede che una label americana, la Staring Into Darkness, si è proposta per stampare l’EP in versione musicassetta, ma con una copertina differente… Puoi spiegarci le vicissitudini che hanno portato a questo?
La copertina è risultata abbastanza controversa, certa gente si è anche scandalizzata (!), azzardandosi ad associarmi ad un sottogenere del black metal di cui non ci ho nulla a che fare, anzi approfitto l’occasione per dire che i Feretri non appartengono a nessun tipo di ideologia o propaganda di stampo politico e/o religioso. Rob, il proprietario della Staring Into Darkness, mi ha chiesto gentilmente se potevo cambiare la copertina e quindi evitargli eventuali problemi, vista la situazione attuale che si respira negli States, così (anche se a malincuore) ho optato per la sostituzione.
Puoi spiegarci meglio come nasce un tipico brano di Feretri?
Da stati d’animo o mentali del momento, da dove vorrei trovarmi spiritualmente o da “simpatiche” proiezioni astrali, compresa la chiarudienza. Mi è capitato di sentire musica anche durante uno stato di trance o in dormiveglia, comprese visioni, ma la musica che sento durante quello stato è qualcosa di mistico e spettacolare, così a volte mi desto velocemente per riportarla sul piano fisico… Ma credimi, è nulla rispetto all’originale che avevo sentito pochi istanti prima. Altre volte semplicemente mi connetto col mio “Io” più profondo, e compongo di getto.
Parliamo un po’ dei brani che compongono “The Priests Of Chaos”, anche e soprattutto a livello di lyrics…
Mi sono ispirato alla mia Chaos Magick, in quanto praticante, e alle entità che circolano in rete. Ti è mai capitato di vedere video strani e di dubbio gusto, (es. 11B 3 1369) o video sigilli? Beh, questi ultimi sono forme di incanti moderni, utilizzando appunto immagini, accompagnate da musica delirante e sigilli sotto forma di video. Anche questa è Chaos Magick! I brani per questo EP dovevano essere di forte impatto, primordiali e con uno stile “proto black metal”, infatti puoi sentire anche riff thrash, death e doom. Il privilegio di suonare da solo è appunto il poter decidere in totale libertà cosa fare, senza dover discutere o essere influenzato da altri membri.
L’EP è appena stato dato alle stampe, ciò nonostante ti chiedo se a questo ci sarà un seguito, magari un full… Oppure ti stai occupando di altro?
Stavo lavorando a nuovi brani, stavolta su uno stile black metal più tradizionale, completando cinque tracce per Feretri, quando ad un certo punto mi venne una fortissima necessità e richiesta dalla mia parte più profonda, (visto il nuovo percorso magico al quale mi sto inoltrando) di fare musica di getto, istantanea e senza alcun tipo di congettura, un’auto-iniziazione magica musicale… Beh, in una settimana e mezzo ho terminato un album per il mio nuovo progetto battezzato Qliphothic Realm, chiaramente di stampo demoniaco goetico. Nonostante ciò credo che riprenderò il lavoro iniziato per Feretri, chissà stavolta potrei fare uscire un album completo, richiamando vecchie sonorità utilizzate nei vari EP passati.
Feretri sarà sempre un progetto solista oppure hai pensato magari di ampliare la line-up con l’ingresso di altri musicisti?
No, Feretri è e continuerà ad essere una one man band… In passato ho suonato con altri musicisti, ma ero sempre io a comporre e portare materiale nuovo, poi alla lunga perdevo l’entusiasmo iniziale, ed essendo un tipo molto individualista ho quindi deciso di proseguire da solo con la mia musica, con i miei tempi e senza impegni o vincoli di alcun tipo.
Ok, Snor, siamo ai titoli di coda… Ti ringrazio per la tua disponibilità a questa chiacchierata, concludi pure come vuoi!
Grazie a te per lo spazio dedicatomi, saluto e ringrazio coloro che mi hanno supportato e che continuano a supportare la scena Black metal underground italiana, poiché ci sono tante valide band in giro.

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