Nuova “creatura” scaturita dalla mente di Snor Flade. Dopo Feretri, ecco che il “nostro” decide di dar vita a questo progetto raw atmospheric black metal dal nome Qliphothic Realm, al suo esordio con il full “Entrance”, uscito per Careless Records.
Ciao Snor, e bentornato al Raglio del Mulo! Allora, partiamo dal principio: cosa ti ha portato ad intraprendere questo nuovo “viaggio” sonoro con Qliphothic Realm? Come è nato il progetto?
Ciao e ben ritrovato! Come ti dissi nell’ultima intervista, stavo componendo dei brani per l’altro mio progetto Feretri, quando ad un tratto sentii d’istinto interrompere il lavoro e, visto che mi trovavo nel periodo della mia auto-iniziazione, decisi di comporre musica demoniaca, facendo un vero e proprio patto con me stesso, ovvero riuscire a creare da zero un brano al giorno, lasciando fuoriuscire il mio primordiale senza filtri e abbellimenti, solo attraverso la musica e i testi ispirati dalle mie pratiche e studi. Da qui poi nacque l’esigenza di un nuovo progetto, battezzato appunto Qliphothic Realm.
Ovviamente, così come Feretri, trattasi di una one man band, la risposta da parte tua sarà come minimo scontata, tuttavia mi sento in dovere di porti questa domanda: hai intenzione di assoldare altri musicisti per questo progetto? Si evolverà in tal senso oppure resterà anch’essa una one man band?
Nessuno farà mai parte in pianta stabile dei miei progetti, salvo qualche gradita partecipazione come già successo in “Entrance”, dove ho voluto integrare due voci femminili; per l’intro Sara Ballini e per l’outro Dolce Mirea, le quali hanno interpretato egregiamente le evocazioni che ho scritto, mentre per artwork e logo ho assoldato come al solito il buon Azmeroth Szandor.
A differenza di Feretri quì hai esordito direttamente con un full, come mai?
Quando senti nominare Snor Flade, stai pur certo che non sai mai cosa aspettarti, e in verità nemmeno io lo so, se non all’ultimo momento.
Come definiresti il black metal concepito e suonato con Qliphothic Realm?
Primordiale, atavico e demoniaco. e per tal ragione la produzione dev’essere in lo-fi. E’ lì che si manifestano i tuoi istinti più nascosti dove trovano terreno fertile per poter inseminare il germe dormiente, dove il sussurro diventa un urlo gettato dall’abisso dell’anima. E’ li che risiede il proprio Daimon!
Secondo te, quali sono le principali differenze tra Qliphothic Realm e Feretri?
In Feretri sono passato da uno stato d’animo ad un altro e d’altronde anche la musica ne ha risentito. Non ti nego che ho difficoltà a riascoltare certi brani, poiché hanno mantenuto ricordi indelebili non proprio “leggeri” o tanto per essere suonati, difatti molti dei quali esprimono mal di vita e una tristezza infinita…. Merito del luogo dove vivevo. Adesso per mio volere mi sono trasferito e credo si possa anche sentire in “The Priests of Chaos”. Quindi penso che Feretri sia un progetto molto introspettivo, umanamente parlando. Riguardo Qliphothic Realm, beh è tutt’altra roba, è una nuova dimensione, una nuova volontà e consapevolezza di chi sono adesso, senza più timore o inutili sensi di colpa, dove traggo forza dalle mie creazioni demoniache, giacché oltre ad attingere da me stesso, qui attingo anche da “fonti” esterne alla mia coscienza.
Cosa si cela sotto il moniker Qliphotic Realm?
Qliphothic Realm sta per Regno Qlipotico. Le “Qlipphot” sono l’inverso delle Sephirot dell’albero della vita, e quindi rappresentano, per la tradizione cabalistica i gusci, ovvero gli scarti, di regni distrutti durante la prima creazione del “Tutto”. Esse si trovano sotto l’albero della vita cabalistico, o meglio ancora sono l’ombra stessa dell’albero della vita. L’albero della morte quindi è composto da dieci Qlippoth, che risiedono in sette inferni, che a loro volta sono governate dai cosiddetti demoni, i quali albergano in questa dimensione primordiale che continua ad esistere parallelamente alla nostra; ed è qui dove inizia il proprio viaggio solitario ed individuale per andare a cercare nella propria zona d’ombra il proprio potere e il proprio Daimon!
La copertina di “Entrance” secondo me è parecchio d’effetto, in pieno stile Black Metal primordiale. Bianco e nero secondo i canoni delle band che hanno fatto la storia del genere come Darkthrone e Burzum, qual è il suo significato?
L’immagine vuole catturare e trasmettere la solennità e il misticismo di una sacerdotessa intenta a celebrare una iniziazione, dove il novizio viene invitato ad entrare in questo nuovo reame, abbandonando per sempre ciò che era, sacrificando la propria innocenza in cambio del dono dell’immortalità, intesa come sopravvivenza della coscienza dopo la morte, per diventare Dio di se stesso!
Ti va di descriverci brevemente i brani che compongono “Entrance”?
“Intro”, composto da un fondo Ambient e da evocazioni di determinate entità, utilizzando inoltre i rispettivi Enn appartenenti ad esse, recitate e interpretate da Sara Ballini, praticante luciferiana e fondatrice di Hekate Edizioni. “As Lightning from Sky”, è un pezzo dove furia e caos danno il benvenuto sulla terra e sulle menti umane al “Portatore di Luce”. “Lilith’s Astral Embrance” è un omaggio a Lilith, la Madre, la Regina e la Signora della notte. “King Paimon”, è uno dei miei brani preferiti: solenne, ipnotico e carico di pathos, in onore a Re Paimon. “Bearer of Light”, dedicato a Lucifero, il Portatore di Luce, colui che illumina dal buio dell’ignoranza e ci libera dalle catene della schiavitù di un’ammuffita fede cieca. “Descent into Leviathan”, parla delle acque primordiali del caos dove tutto ebbe inizio e dove risiedono le nostre emozioni rinnegate e non accettate dalla nostra mente razionale. “The Call in the Circle”, è uno dei tanti tracciamenti del cerchio che utilizzo per canalizzare le energie di specifiche entità. “Infernal Trinity: Baphomet”, in onore del dio cornuto composto dalla Trinità Infernale. “Call of Melammu”, ha la pretesa di richiamare e alimentare la propria fiamma nera. “Outro”, composto anch’esso da un fondo Ambient, fa da tappeto all’evocazione per il risveglio di Ahriman attraverso la concupiscenza di Az-Jeh, “colei che tutto divora”; interpretato in lingua francese da Dolce Mirea, la quale oltre ad essere la mia compagna, è una medium e strega d’indole selvaggia.
Esattamente cosa ti aspetti da questo lavoro targato Qliphothic Realm?
Fama, soldi e successo! Scherzo naturalmente eheheh. In verità è mia intenzione, tramite questo progetto, procedere con varie auto-iniziazioni e ritualistiche nel percorso che continuo a tracciare, svolgendo anche un lavoro introspettivo, utilizzando la mia musica come un grimorio di ciò che pratico e incontro durante il mio cammino.
Quali sono i tuoi progetti per il futuro?
Individualismo, introspezione, studio e pratica della via sinistra, creare un ponte nel “qui ed ora” con la cosiddetta “altra parte”, edificare il mio “tempio”, suonare finché ne avrò voglia per poi sparire completamente lasciando qua e là le mie tracce per le vite future.
