Amedeo Giuliani – Viaggiare controcorrente

Ai cantautori ultimamente non stiamo lasciando molto spazio sulle nostre colonne, ma non potevamo non approfondire con Amedeo Giuliani i dettagli del suo nuovo album, “Il viaggio di Chinook”, rilasciato alcune settimane fa dalla Music Force.

Ciao Amedeo, quando è iniziato questo  tuo nuovo viaggio con Chinook?
In realtà, forse dalla mia nascita, ma se fai riferimento alla scrittura e composizione del disco, da qualche anno. Qualche brano lo avevo nel cassetto ed è stato rivisitato e lavorato di cesello, altri sono stati scritti per l’album.

Chi è Chinook?
L’amico Chinook è un singolare pesce, comunemente denominato salmone il quale, con la sua forza, coraggio e resistenza del vivere ci riporta alle aspirazioni e desideri e travagli nell’affrontare le vicissitudini le esperienze e disavventure dell’esistenza Umana.

Perché l’idea di viaggio, nonostante un mondo sempre più a portata di click, continua ad affascinare?
Perché la vita è un eterno viaggio che non si può arrestare, ci si può fermare a riposare volontariamente o forzatamente in base alle vicissitudini che ci mette davanti su quegli scogli che però non arginano la voglia di proseguire e arrivare alla agognata meta. Di bolina risalire il vento controcorrente senza lasciarsi influenzare dai diktat di un sistema di società completamente massificata e pesantemente indottrinata dalle mode del momento.

Che ruolo ha svolto Cesare Zarbo durante la scrittura del dico?
Un ruolo molto importante considerando il fatto che Cesare e coautore di tutti i testi del disco, di “Monadi” e di un po’ di brani del “Fantasma del buio”. Abbiamo raggiunto una sintonia importante, dando così luogo a un connubio vincente.

Quanto è importante per te raccontare storie e non scrivere semplicemente delle canzoni?
Essenziale, non riuscirei a scrivere un brando che non abbia un senso, quantomeno indicare una via, senza la presunzione di insegnare nulla a nessuno.

Nelle note che accompagnano l’uscita si fa riferimento ai grandi del cantautorato italiano e internazionale (De André, De Gregori, Cohen e Dylan), ma io in alcuni frangenti ho ritrovato anche dei riferimenti alla tradizione nostrana prog. Deformazione mia di rocker o è davvero così?
Non sbagli, sono tutte cose che fanno parte del sacco delle mie esperienze, il mio personale background musicale.

“Figlio di un’idea” per tematiche trattate e sonorità mi pare un piccolo tributo agli Inti-Illimani, no?
Non esattamente, è il tributo alla persona che ha cambiato la mia vita. Comunque gli inti-Illimani mi piacciano molto.

Ti senti più un artista di strada o da studio?
Mi sento un artista del mondo. Non mi sono mai posto schemi o barriere e mai lo farò. Potrei essere un artista di strada e da studio allo stesso tempo.

Credi che potrai portare in strada queste tue nuove canzoni a causa della pandemia?
Lo spero, ma più che la pandemia temo la poca curiosità dell’italiano abituato sempre alle minestre scaldate. Temo che non ci sia più spazio in Italia per la musica d’autore. Comunque noi resistiamo e lottiamo. Stiamo lavorando per portare dei bei live in giro per l’Europa. Incrociamo le dita. Nel frattempo seguitemi sul sito della mia etichetta, in cui troverete tutti i link alle mie interviste, recensioni, videoclip, acquisto cd e le novità che mi riguardano www.musicforce.it/catalogo-produzioni/2522-amedeo-giuliani-il-viaggio-di-chinook oltre che sulla mia pagine FB AMEDEOGIULIANI75.



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