Ospiti di Mirella Catena su Overthewall, i Discordance, da poco fuori con l’album “Vertex” (Buil2kill Records / Nadir Promotion).
La band si forma già nel 2007 iniziando a suonare death metal con influenze grindcore per poi orientarsi verso un sound decisamente più ricercato e tecnico. Com’è avvenuto questo “passaggio” e chi ne è stato l’artefice?
Effettivamente, come hai notato, c’è stata un’importante evoluzione del nostro sound. Da sonorità ispirate alla vecchia scuola del death metal (Suffocation e Napalm Death, di cui ai tempi proponevamo la cover di “Malicious Intent”) ci siamo spostati verso altre più moderne, ispirata a gruppi come Obscura, Origin e i francesi Gorod. Sebbene il principale compositore dei testi sia Alessio/Gibo, si è trattato di un passaggio naturale che ci ha visti tutti concordi. Pensiamo che nel 2022, in un panorama a dir poco più inflazionato, sia necessario provare a ritagliarsi una propria “nicchia”, con un proprio sound distintivo. Crediamo (e speriamo) che uno dei nostri principali pregi sia quello di non esser immediatamente accostabili a nessun altro gruppo, anche se i riferimenti sono ben presenti, com’è naturale.
Com’è composta l’attuale line up?
L’attuale line up, ormai stabile da circa tre anni, vede Alessio Giberti alla chitarra, Andrea Gaeta al basso, Francesco Benvenuti alla batteria e Francesco “Oxe” Sita, ultimo entrato, alla voce.
“Vertex” è il vostro secondo album in studio uscito a fine 2021. Ci parlate di questo nuovo lavoro discografico?
La scrittura dei pezzi che compongono il nuovo album è iniziata verso la fine del 2016 e si è completata nel 2019, con “Imposition of a Cosmic Lithany”, dopodiché a gennaio 2020 siamo entrati in studio. Per le registrazioni abbiamo puntato su un suono potente ma al contempo naturale e non iper-compresso come va un po’ di moda oggi. Dopo aver ascoltato alcuni suoi lavori, la nostra scelta è caduta sugli Art Distillery Studios di Claudio Mulas a Modena (https://www.facebook.com/artdistillerystudios/), e secondo noi si è trattato della scelta vincente. Oltre ad essere un grande professionista, Claudio ci ha dato importanti consigli ed è stato estremamente paziente nella fase di mixaggio e di mastering, anche quando gli abbiamo chiesto decine di modifiche infinitesimali. Il Covid ha reso tutto il processo più lento e difficile, oltre a complicare la comunicazione tra di noi e con Claudio, ma ha avuto un effetto benefico perché, non avendo alcuna fretta di pubblicare il disco, abbiamo discusso e meditato ogni singola nota del disco! Il disco è uscito per Buil2Kill Records, mente per la promozione ci siamo affidati alla Nadir Promotions di Trevor dei Sadist, il quale sta facendo un ottimo lavoro.
“Vertex” ha messo d’accordo pubblico e addetti ai lavori, proponendo eccellenti esecuzioni come nell’album precedente ma conservando echi dell’EP di debutto. Può essere considerata una sorta di “maturazione” del sound della band?
Come dicevamo, indubbiamente sì. Rispetto al disco precedente “In the Shadow of Leaves”, uscito nel 2017, abbiamo abbandonato alcune soluzioni eccessivamente “tecniche” ma che trovavamo fini a se stesse, così come altre eccessivamente violente e “muscolari” (anche in senso fisico, specialmente per quanto riguarda la batteria!), proseguendo nel nostro impegno di una maggiore personalizzazione del suono. Siamo già al lavoro su tre nuovi brani: sono piuttosto diversi tra loro e crediamo che possano costituire la naturale evoluzione di “Vertex”.
Ho parlato prima dell’eccellente esecuzione di riff e assoli ma anche basso e batteria riescono ad emergere spesso in maniera preponderante. Chi è o chi sono i principali artefici della composizione?
Ti ringraziamo per i complimenti, che “giriamo” virtualmente a Claudio degli Art Distillery Studios. Ovviamente abbiamo provato fino allo sfinimento prima di iniziare le registrazioni, ma senza il suo contributo non sarebbe stato possibile ottenere un prodotto così professionale. Per quanto riguarda la composizione, il principale responsabile è Alessio, “Gibo”, che solitamente arriva in sala prova con alcuni riff e un’ossatura del pezzo. Quando ci ritroviamo per le prove, Andrea e Francesco non solo “studiano” i riff di Gibo, affinando le rispettive parti di basso e batteria, ma danno il proprio contributo alla composizione con suggerimenti e proposte, ad esempio con riguardo al numero delle ripetizioni, alle pause, alla velocità di esecuzione, alle parti di collegamento tra le varie sezioni e così via. I Discordance non sono, insomma, uno di quei gruppi in cui alcuni membri si limitano a imparare un pezzo già pronto. I testi e tutto ciò che attiene alla voce, invece, sono di competenza di Oxe.
Nell’album sono inseriti due brani in lingua italiana. Come mai questa scelta e quali sono le tematiche che affrontate?
Oxe, il cantante, si occupa di sviluppare le metriche e i concetti dei pezzi, è entrato nel gruppo durante la stesura dell’ultimo lavoro. Nello specifico “Vertex” si concentra sulla matematizzazione e sulla geometrizzazione della natura e sulle implicazioni morali che ne possono derivare, ovvero sulle conseguenze pratiche dell’attribuzione del numero al cosmo. Nell’album si spazia da temi quali la ricerca dell’immortalità tramite lo sfruttamento della natura fino a metafore sull’Uno neoplatonico, come anche tratta del tentativo dell’uomo di superare quei confini determinati dalle geometrie che attribuiamo alla realtà, quelle figure e vertici impossibili da superare entro i quali si esercita il raziocinio dell’uomo. La lingua italiana è usata nel ritornello di “Schema” e in tutto il brano “La mia memoria”. Per quanto riguarda “Schema” si è scelto di scrivere il ritornello in italiano per questioni concettuali, che sono poi sfociate in un intervento stilistico. Schema infatti significa, dal greco antico, configurazione, forma. Quel “percepisci-la geometria-dello schema” sta proprio ad intendere come la realtà semplificata tramite la geometria si configuri come un modello più facilmente analizzabile e sfruttabile. Per quanto riguarda invece “La tua memoria”, sono stati fatti vari tentativi: questo brano è connesso direttamente a “Schema” come si può dedurre dalle parole “…rinuncia allo schema”, che intendono essere sia una forte critica alle opinioni meramente soggettive che vogliono intendersi come verità assolute e la cui unica argomentazione è unicamente quella della libertà di espressione, ma anche come una sottile esortazione a non intendere la matematizzazione della natura come unica forma conoscitiva.
La copertina, realizzata dal fratello di Oxe, Paolo, rappresenta l’universo attraverso la raffigurazione del dodecaedro platonico e si inserisce a pieno titolo nel concept dell’album.
Dove i nostri ascoltatori possono seguirvi sul web?
Nel ringraziarti per l’intervista, invitiamo tutti gli ascoltatori a seguirci sulla pagina facebook (https://www.facebook.com/discordanceband), dove pubblicheremo le news e – sperando si possa ritornare quanto prima alla piena normalità – le prime date di promozione del disco. Per ora, è confermata quella del 25 a Ferrara, nella nostra città. Abbiamo inoltre in produzione il nostro primo videoclip, mentre sono già in stampa delle magliette fichissime, basate su un artwork alternativo realizzato a mano. L’album Vertex è disponibile su tutte le piattaforme di streaming, come Spotify e Apple Music, mentre sul nostro canale YouTube (https://www.youtube.com/channel/UCZKicc2a5y3MoIqwzqE5xFw) è possibile ascoltare gratuitamente tutta la nostra discografia. Per chi volesse fornirci un supporto più “concreto”, vi invitiamo a visitare la nostra pagina bandcamp http://discordance1.bandcamp.com/ o a rivolgersi direttamente a noi attraverso la pagina facebook.
Grazie ancora per il supporto!

Ascolta qui l’audio completo dell’intervista andata in onda il giorno 14 febbraio 2022.