I Malauriu possono vantare una corposa discografia tra EP, split e compilation. Ciò nonostante, la casella full-length non veniva aggiornata dal 2017, anno di pubblicazione di “Semper ad Mortem Cogitantes”. Con “Malauriu” finalmente la band siciliana dà un successore a quell’opera e lo fa presentando alcune novità, in primis la presenza alla voce di Nequam (The Magik Way), che va rappresentare il terzo vertice del triumvirato che già vedeva nelle proprie fila Felis Catus e Schizoid.
Benvenuti ragazzi, dal 2013, anno della vostra fondazione, non sono mancate uscite a nome Malauriu, però, nonostante questa prolificità, tagliate solo ora il traguardo del secondo full-length, come mai?
Schizoid: Realizzare un full è qualcosa di davvero importante e richiede molto tempo. Anche demo, promo, EP, split sono release che richiedono impegno ma un album è una bella responsabilità. Deve lasciare un segno, ogni dettaglio deve essere perfetto e non deve essere dimenticato in poco tempo o riposto in libreria solo per misero collezionismo. Per la realizzazione di questo album abbiamo impiegato cinque anni circa, da fine 2017 ad oggi abbiamo fatto tantissime registrazioni. La gestazione così lunga è dovuta anche al fatto che cercavo il momento adatto per farlo uscire, dovevo prima terminare tutte le release black metal in programma.
Avete deciso di intitolare il disco con il nome della band, si cela un significato simbolico dietro questa scelta?
Schizoid: Volevo un disco senza nessun titolo in copertina per dare un ulteriore senso di mistero alla release. Questo disco rappresenta appieno il nome della band.
Sul vostro primo album intero, il ruolo di cantante era stato coperto dallo sfortunato Antonio Pasquini, morto quasi un anno fa: vi andrebbe di ricordalo?
Schizoid: Antonio Pasquini ha preso parte a cinque release Malauriu che hanno segnato una svolta a livello del sound e della scrittura dei brani. Sono grato per il suo grande contributo artistico e lo ricordo sempre con molto affetto. Lo scorso anno in questo periodo è uscita una compilation intitolata “A.M.E.N”. : racchiude tutti i brani cantati da Ant. L’abbiamo realizzata con il supporto della sua famiglia e di molti amici e musicisti con cui ha collaborato negli anni. A breve ci saranno altre interessanti novità al riguardo.
Proprio il ruolo del cantante è stato ricoperto negli anni da diverse persone, per “Malauriu” avete scelto Nequam dei The Magik Way. Si tratta di un membro effettivo della band o di un ospite? Come è nata questa collaborazione?
Schizoid: Il progetto Malauriu è stato sempre un porto di mare, sicuramente la collaborazione non finisce qui. Non ci sono membri effettivi o membri che vengono fatti fuori per lasciare spazio ad altri. Coinvolgo i musicisti in base alle esigenze artistiche del disco. Come dicevo precedentemente questo album prese vita già a fine 2017 e pensai a Nequam come il perfetto interprete per testi e voce. Lui è un pilastro della scena italiana e l’ho sempre stimato tanto; per noi è un onore avere la sua partecipazione. Ha sempre supportato negli anni molti miei progetti, c’è stata sempre una gran stima reciproca. Non voglio dilungarmi troppo in complimenti scontati, chi conosce Nequam sa il suo spessore artistico e chi ancora non lo conoscesse deve assolutamente recuperare la sua discografia.
In quale modo la presenza di Nequam ha influenzato il vostro stile?
Schizoid: Nequam è arrivato quando il disco era quasi pronto. Francesco Cucinotta, autore di gran parte degli arrangiamenti del disco, ha realizzato di getto queste quattro tracce dopo alcuni miei input. Inizialmente la mia idea era un po’ diversa come sound, ma all’ascolto di questi brani così folli e visionari mi sono lasciato trasportare e nel tempo ho ideato il resto.
F.C.: Questo disco segue un suo preciso karma, e credo sia stato un bene aver avuto la pazienza di aspettare un bel po’ di anni per individuare il momento giusto per pubblicarlo. Oltre a necessitare delle dovute cure tecniche, l’opera ha seguito la sua lenta evoluzione. Ad ogni passaggio ognuno di noi ha lasciato qualcosa di sè, e infine, attraverso la sensibilità di Nequam, la sua performance così ricca e intensa ha posto il sigillo finale. In termini “energetici” credo sia un lavoro più che riuscito.
L’aspetto lirico in questo album è fondamentale, pensate che il pubblico in Italia presti la giusta attenzione ai testi?
Nequam: C’è certamente un pubblico più interessato all’approfondimento, che si lascia guidare da un certo tipo di narrazione. Un pubblico per così dire curioso, che non si accontenta del mero manierismo. Mi piace pensare che così come questo tipo di pubblico rimarrà sempre agganciato ad un certo “sentire” ce n’è un altro in divenire che va ancora educato all’ascolto, va preso per mano e portato dentro all’ascolto. Questo album è un viaggio verso il “sotto”, è un viaggio verso il “dentro”, sia musicalmente che sotto il profilo dei contenuti.

Mi spiegate il concept di “Malauriu”?
Nequam: Il concept ruota attorno al concetto di introspezione. L’uomo deve da sempre fare i conti con alcune tare che non gli consentono un passaggio fluido tra i vari stati, zavorre che ostacolano proprio per la loro scarsa malleabilità. Attraverso la pratica occulta, egli sperimenta limiti e potenzialità del proprio essere. Ha come guida un Maestro, che come da tradizione esoterica non è dato sapere se sia egli stesso, entità umana, animale o meno, ma che certamente ne influenza le scelte, una volta abbattuto l’impedimento che separa corpo, fluido e spirito. Egli infine potrà scrutarsi, liberarsi in un viaggio in cui si potrà visualizzare, nell’accezione più alta del termine. Ho scritto questi testi in uno stadio fortemente alterato grazie a pratiche respiratorie e di profonda introspezione, guidato esclusivamente dalla musica concepita da Schizoid e Francesco Cucinotta (Felis Catus). Trovarmi di fronte ad un magma sonoro fortemente caratterizzato mi ha aiutato ad abbandonarmi ad una sorta di scrittura automatica, trovarmi di fronte alle Volontà degli autori mi ha consentito un viaggio di andata e ritorno pacifico pur nella sua inquietudine. Ciò che ne è emerso è quanto enunciato nei testi, per nulla tramati ma declamati per come si sono manifestati.
Il disco esce grazie alla cooperazione tra tre realtà – Southern Hell Records, Nero Corvino e Zero Produzioni – quanto sono importanti questo tipo di collaborazioni per una realtà underground come la vostra?
Schizoid: Trovare etichetta oggi è molto difficile, specialmente per un disco come questo di un genere ancora più di nicchia del metal. Per fortuna l’underground resiste sempre, ci sono tantissimi appassionati dediti al genere che sono ancora disposti a investire tempo e denaro per realizzare il supporto fisico che ritengo indispensabile.

In conclusione, vi chiedo: vi sentite in qualche modo i difensori\prosecutori della tradizione occulta italiana e di quel sound nato qui da noi grazie agli Jacula?
F.C.: Credo che ognuno di noi segua determinati percorsi di ricerca esoterica più per un naturale bisogno spirituale, che per questioni principalmente artistiche o di estetica. Queste possono essere al limite delle dirette naturali conseguenze se scegli la musica come veicolo per le tue personali intuizioni, quindi è plausibile l’essere accostati a determinate correnti. Sicuramente il nostro paese ha avuto e ha nomi eccellenti che in campo musicale tramandano da sempre questo tipo di sound. Se questo disco ci rende automaticamente difensori e/o prosecutori di questa tradizione, personalmente non saprei, ma se lo fa, lo fa in modo assolutamente non programmato. Queste sono cose che spesso stabilisce nel tempo l’ascoltatore. I musicisti solitamente seguono altre dinamiche.
